Concessioni idroelettriche. Oggi la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Regione e torto allo Stato
(Lnews - Milano, 13 lug) "Ancora una volta, lo Stato nicchia nel risolvere i problemi e la buona gestione di Regione Lombardia si dimostra vincente" Cosi', l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, Claudia Terzi, commentando la
sentenza della Corte costituzionale che, oggi, ha di fatto dato ragione alla Lombardia riconoscendo la bonta' dei provvedimenti approvati sul tema degli impianti di grande derivazione ad uso idroelettrico e impugnati dal Governo.
PROSECUZIONE TEMPORANEA IMPIANTI - "Siccome uno stato centralista e' incapace di ascoltare i bisogni del territorio - spiega Terzi - in attesa che lo Stato italiano decidesse in merito al rinnovo delle concessioni idroelettriche, come Regione non siamo stati con le mani in mano e abbiamo normativa la
prosecuzione temporanea dell'esercizio degli impianti di grande derivazione ad uso idroelettrico, esclusivamente per il tempo strettamente necessario al completamento delle procedure di definizione di una normativa statale che regolasse la materia.
Cio' non e' avvenuto e le nostre norme sono state, addirittura, impugnate. Ora sappiamo, a torto".
GARANTIRE PRODUZIONE ELETTRICA - "La sentenza, infatti, - ribadisce Terzi - riconosce che Regione Lombardia ha agito correttamente al solo fine di garantire la continuita' della produzione elettrica solo per i tempi necessari ad espletare le
procedure di gara; senza, per altro, alterare i principi del libero mercato".
FORME DI COMPENSAZIONE - "Inoltre, - sottolinea l'assessore regionale - al fine di concorrere al finanziamento di misure e interventi di miglioramento ambientale, la Giunta regionale ha stabilito forme di compensazione per lo sviluppo del territorio
interessato dalle concessioni. I giudici riconoscono che la Regione non introduce un canone aggiuntivo (gia' posto a carico del concessionario uscente, per il periodo di prosecuzione temporanea della concessione), come sostenuto erroneamente dal
Governo". "In realta', - prosegue - la norma regionale impugnata, presupponendolo, ha disciplinato criteri, modalita' e forme alternative di corresponsione di quel canone, mediante il ricorso a forme di compensazione per lo sviluppo del territorio interessato dalla concessione".
"E' assurdo - conclude l'assessore Terzi - che si debba continuamente mettere una pezza all'incapacita' del Governo centrale di risolvere i problemi. Servirebbe una ventata diautonomia in piu': un altro buon motivo per andare a votare il
prossimo 22 ottobre".(Lnews)