EUROPA: la condanna a gran parte delle case italiane: PAGARE!

14 MARZO 2024 Provvedimento. primo colpo e ora. neanche a un mese, il colpo finale talmente obbrobrioso da indurci a ripubblicare il nostro articolo del 14 marzo come assaggio riservandoci di approfondire la strage di case, che ne conseguirà. Il ricco non sarà contento ma i soldi li ha. Milioni di non ricchisaranno come si suol dire in braghe di tela (f.).

Finalmente, dicono a Bruxelles, il provvedimento chiamato Green, è andato in porto.
C’è invece chi felice non può esserlo, in particolare le famiglie.
Ci riferiamo alle norme varate dall’Europa, tutte tese alla riduzione della cosiddetta emissione zero per gli edifici.
Vengono fissate le date entro le quali gli edifici dovranno essere neutri. Entrando nel vivo della questione e riferendoci ai dati sostanziali vediamo il calendario normativo che dovrà essere recepito entro due anni dalla pubblicazione.
La prima data riguarda i nuovi edifici che dovranno essere costruiti ad emissione zero . Questa data è trentennale.
La questione a nostro avviso più seria, riguarda tutti gli altri edifici, effettuate alcune deroghe, la norma, infatti, prevede per questi l’obiettivo da raggiungersi entro il 2050.
Da citare anche il caso degli impianti termici a fossili, quindi, a titolo d’esempio persino gli impianti a gas, nel 2040 dovranno non esserci più.
Questi i principali elementi del provvedimento varato ieri 12 marzo con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti. Per la cronaca, dalla parte italiana hanno votato contro FI e Lega, a favore la sinistra.
Non è finita qui, almeno si spera, perché alcuni parlamentari hanno preannunciato alcune future iniziative. Già del resto, nell’iter del provvedimento, era stato almeno possibile migliorarlo.
Di fatto siamo in presenza di un percorso caro a qualche solone di Bruxelles: già in diverse occasioni sono state portate avanti iniziative, alcune con successo, avente come tema la casa degli italiani . Un accenno a edilizia industriale che ha una trattazione a parte.

Se non si cambia, le conseguenze saranno pesanti per le famiglie che avranno solo venticinque anni
per rispettare il diktat.

Alberto Frizziero
letto 153 volte
Ultime notizie

Degno di nota