POLIPOSI NASALE: ALL'OSPEDALE DI SONDRIO LA NUOVA CURA

SCONFIGGE LA MALATTIA INFIAMMATORIA CRONICA - Nel reparto di Otorinolaringoiatria ai pazienti più gravi viene somministrato il farmaco biologico a base di anticorpi monoclonali

Ostruzione e gocciolamento nasale, dolore al volto, mancanza parziale o totale dell'olfatto e del gusto, tosse, udito ovattato, disturbi del sonno, per un peggioramento complessivo del benessere, fino alla possibile insorgenza di stati depressivi. Sono gli effetti della rinosinusite cronica con poliposi nasale grave: una patologia che colpisce tra il 2 e il 4% della popolazione. Poco conosciuta e spesso sottovalutata, nelle forme più gravi, accompagna per tutta la vita i pazienti, i quali, spesso, per mancanza di terapie risolutive rinunciano a curarsi. Oggi è possibile rivolgersi al reparto di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale di Sondrio per intraprendere un percorso diagnostico-terapeutico che prevede l'utilizzo di un farmaco biologico a base di anticorpi monoclonali in grado di agire sulle cause profonde della patologia. Ricerche scientifiche hanno evidenziato come alla rinosinusite cronica con poliposi nasale, spesso scatenata da un'infiammazione di tipo 2, si associno l'asma, la dermatite atopica e la rinite allergica, che possono coesistere nello stesso paziente, aggravando ulteriormente il quadro clinico. Le nuove terapie biologiche intervengono sull'infiammazione di tipo 2, una risposta iperattiva del sistema immunitario.

≪Gli effetti sulla vita delle persone sono spesso sottovalutati - spiega il dottor Gabriele Redaelli, direttore facente funzioni della Otorinolaringoiatria -: in realtà la poliposi nasale incide in maniera negativa sul benessere fisico e psicologico fino a condizionare le normali attività quotidiane, dovendo fare i conti con ostruzione nasale, scarsa ventilazione, disturbi del sonno, cefalea e infezioni respiratorie, oltre alle limitazioni relative a gusto e olfatto. I nostri pazienti più gravi dovevano ricorrere a frequenti interventi chirurgici o essere sottoposti a una terapia a base di cortisone che non tutti tollerano: l'utilizzo di questo farmaco, che prevede cicli di iniezioni a intervalli di quindici giorni, consente di risolvere il problema. Nel primo mese di trattamento, le risposte dei pazienti che abbiamo sottoposto alla terapia sono state più che positive: già dopo due cicli ne hanno tratto giovamento sperimentando giorno dopo giorno il miglioramento delle loro condizioni di salute≫.

La nuova terapia è indicata nei casi più gravi, quando l'operazione non è risolutiva o quando la terapia cortisonica non fornisce risposte adeguate o non viene tollerata. I pazienti già in cura all'Ospedale di Sondrio, o che si presentano presso gli ambulatori dell'Asst Valtellina e Alto Lario, vengono presi in carico dal dottor Redaelli e dalla dottoressa Veronica Rossi e seguono l'iter diagnostico che prevede esami specifici e la compilazione di un questionario. Una volta evidenziata la condizione altamente debilitante e una qualità della vita decisamente peggiorata, il paziente inizia la terapia costantemente monitorato dai medici specialisti del reparto che si avvalgono, secondo necessità, di consulti con pneumologi, allergologi e immunologi. Le prime due iniezioni vengono eseguite in reparto, sotto la supervisione dei medici, mentre per le successive il paziente è autonomo: ritira il farmaco presso la Farmacia dell'Ospedale di Sondrio e, adeguatamente istruito, provvede da sé all'inoculazione attraverso lo speciale dispositivo che sostituisce la tradizionale siringa rendendo più agevole e sicura l'operazione.

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