Domani Giornata Internazionale dell’Infermiere
Ho Imparato
12 Maggio giornata internazionale dell’Infermiere. Questa data mi evoca l’immagine della statua che ho visto all’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, un enorme disco bianco sulle cui facciate sono in rilievo dei volti in ceramica colorata con cappello e mascherina, rappresentano i sanitari che sono morti durante la pandemia; così ho iniziato a pensare a questi anni, davvero tanti, da quando ho iniziato la scuola fino ad oggi; al mio bagaglio che di anno in anno si è fatto più pesante, a chi ho incontrato, quanto ho imparato e quanto ho trasmesso. Ho imparato davvero molto e non solo per quanto riguarda le mere nozioni infermieristiche, ho imparato a “rubare il mestiere” come mi dicevano i miei primi colleghi a Milano, i “vecchi infermieri generici” e i medici che sono stati i miei mentori e la mia famiglia, ho imparato tornando a “casa” cos’è l’invidia che diventa veramente insopportabile quando si abbraccia all’ignoranza, sono stati momenti difficili poi per tenacia sono andata avanti, perché quando il lavoro ti piace passi sopra a tante frustrazioni. Ho imparato da tante altre figure sanitarie, perché ognuna di loro è un piccolo mondo, dal personale assistenziale che ad oggi viene identificato con diverse sigle agli autisti dei mezzi di soccorso con i quali collaboro da ormai più di vent’anni e, qui apro una parentesi speciale per i “miei ragazzi della Coop Soccorso”, perché se oggi svolgo al meglio il mio lavoro nei trasporti lo devo anche a loro, dal tecnico col quale lavoro da anni gomito a gomito che mi ha permesso di avere un buon approccio informatico, ai colleghi che a tutt’oggi sono al mio fianco con i quali ho grande collaborazione, si perché ogni giorno è un dare e ricevere. Ho imparato che bisogna avere un briciolo di umiltà nel riconoscere che nessuno nasce maestro, che bisogna sempre mettersi in discussione, che la meritocrazia non è di questo paese, e che ai piani alti non sanno chi sei. Ho imparato molto dai pazienti che mi hanno resa un’infermiera migliore ogni volta che sono stata in grado di aiutarli. Ho imparato che per essere al meglio a volte bisogna staccare la spina e dedicarsi ad altro per poi rientrare al lavoro più sereni. Sono sicura che continuerò ad imparare e spero anche di essere stata in grado di trasmettere il mio sapere a chi ne abbia avuto bisogno. Agli infermieri non serve essere commemorati in un francobollo ne’ un Nobel, prima di tutto dovrebbero essere ascoltati e rispettati. Buon lavoro colleghi.
Tiziana Gatti, infermiera