Aula Magna del Convitto “Piazzi” intitolata a Pietro Nera
Il Dirigente Molinari: «Grande imprenditore del territorio e modello per i nostri giovani»
Nel pomeriggio di oggi si è tenuta presso il Convitto “Piazzi” di Sondrio la cerimonia di intitolazione
dell’Aula Magna alla memoria di Pietro Nera, noto imprenditore di Sondrio oltre che Grande ufficiale
della Repubblica ed ex vicepresidente di Ascovini Lombardia. All’intitolazione, che si è svolta in forma
contenuta e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, non sono mancati il Dirigente dell’Ust, Fabio
Molinari, il Prefetto di Sondrio, Salvatore Rosario Pasquariello, il Sindaco di Chiuro, Tiziano
Maffezzini ed il Rettore del Convitto, Gianfranco Bonomi Boseggia, i quali hanno partecipato alla
cerimonia portando un personale contributo alla memoria di Pietro Nera. Fra i presenti anche alcuni
membri della famiglia Nera, l’Assessore alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Sondrio, Marcella
Fratta ed il Consigliere Regionale Simona Petrazzi.
«Ringrazio il Dirigente Molinari e il Rettore del Convitto per questo gradito invito», ha esordito il
Prefetto Salvatore Rosario Pasquariello. «Ritengo questo momento importante per tutta la comunità
ed è per me un onore commemorare l’illustre figura dell’imprenditore Pietro Nera che per tutta la sua
vita si è distinto in modo brillante sul territorio. Pietro Nera ha fatto della sua vita e del suo lavoro una
bussola, un modo di vivere dedito al lavoro alla fatica e a fare del bene al prossimo, dimostrato anche con
il suo servizio alla comunità in qualità di sindaco di Chiuro dagli anni ‘70-’75. Questo momento non deve
solo mantenere il ricordo della sua persona, ma deve anche essere un inizio soprattutto per i giovani,
affinché guardino a lui come ad un modello».
Fabio Molinari, Dirigente UST, ha proseguito nei saluti istituzionali, «Ringrazio il Rettore Bonomi
Boseggia, la Prefettura e la Provincia per aver accolto questo invito commemorativo alla memoria di
Pietro Nera. La scelta di intitolare spazi scolastici a persone che hanno contribuito a rendere il territorio
quello che noi oggi conosciamo è un modo per motivare i giovani a conoscere meglio queste persone e
quello che hanno fatto per la loro comunità. Quando penso a Pietro Nera, mi viene in mente una famosa
frase di D’Annunzio che dice: “La finalità dell’artista è di fare della propria vita un opera d’arte”; Pietro
Nera non solo ha fatto questo, ma ha messo anche la sua vita a disposizione della collettività. Vorrei che
questo momento rappresentasse anche un punto di rilancio per l’Istituto agrario annesso a questo
Convitto, per promuovere una scuola che porti ad imparare un mestiere con soddisfazione, almeno
quanta ne ho vista nel Cavalier Nera».
«È per me stata una sorpresa piacevole quando ho ricevuto la notizia che avremmo intitolato un’aula del
nostro convitto a Pietro Nera – ha aggiunto Bonomi Boseggia –. La nostra scuola ha l’obiettivo di
fornire competenze che siano in grado di abbracciare tutta la catena agroalimentare, alla luce di una
declinazione innovativa e a favore dell’ambiente. Mi auguro che siano sempre di più i giovani che anche
oggi abbiano il coraggio di seguire con passione le orme di Pietro Nera». «Non posso che nutrire un vivo
apprezzamento per chi ha voluto questa intitolazione – ha commentato il sindaco di Chiuro, Tiziano
Maffezzini –. A nome non solo mio, ma di tutta la comunità di Chiuro, Pietro Nera è stata una figura
centrale e di modello. Aveva un contatto umano e una parola per chiunque, conosceva bene la realtà
agricola nella nostra valle, ed è stato un pioniere nel suo settore che è stato in grado di sviluppare grazie
alla sua lungimiranza e alla sua capacità imprenditoriale. Lui è immagine di una coscienza collettiva
della Valtellina, e questa targa permetterà che la memoria di Pietro Nera e la sua esperienza di vita non
vada persa, ma possa continuare ad ispirare le nuove generazioni».
Fra i presenti anche i famigliari Valeria e Angela, Simone e Stefano Nera: «Siamo molto emozionati per
la vicinanza dimostrata – ha dichiarato Simone Nera –. La telefonata che abbiamo ricevuto e che
annunciava questa intitolazione ci ha fatto molto piacere. Ci auguriamo che i ragazzi che si approcciano
all’Istituto agrario lo facciano sempre perché ispirati dalla passione per questo lavoro e dal loro
sentimento, come nostro padre ha sempre tenuto a dimostrare».