Castione al top, Sondrio out. Che ne dicevamo nel settembre del 2011?

Saggezza vuole che ogni tanto si faccia uno stop, si guardi indietro, si rifletta, occorrendo ci si corregga se tempi e contenuti lo consentono.

In questa logica ripubblicheremo alcuni articoli che aiutino le riflessioni. Il primo:
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21 SETTEMBRE 2011 EDITORIALI - CASTIONE CAPITALE COMMERCIALE DELLA VALTELLINA. SONDRIO SEMPRE PIÙ A ROTOLI. COMMERCIANTI SUL PIEDE DI GUERRA. A SONDRIO SI DOVEVA DISCUTERE PRIMA E PIANIFICARE NELL'INTERESSE DI TUTTI I SOGGETTI, COMUNE DI CASTIONE PER PRIMO, CON BEN ALTRO PGT RISPETTO
Il periodico dell'Unione Commercio e Turismo, "il commercio valtellinese" si occupa, dedicando ampio spazio, dei progettati due nuovi insediamenti nell'area commerciale di Castione alle porte del capoluogo. Il tema è raccolto anche da altri giornali (OK della conferenza di servizi ai 2300 mq di ampliamento, rinvio per i 10.000) ma quella che va notata è la posizione dell'organizzazione di categoria. Il titolo è illuminante: " Situazione allarmante nella nostra provincia - LA GRANDE DISTRIBUZIONE E IL SUO IMPATTO SUL TERRITORIO - La nostra Unione in prima linea contro l'espansione della gd".

Giova riepilogare.

Lo scorso numero, il 25 del 10.9 c.a., abbiamo pubblicato un articolo su questo tema. Titolo: "IL COMMERCIO DI SONDRIO NON VA GIU' L'AMPLIAMENTO DELLE SUPERFICI COMMERCIALI DI CASTIONE. IL PROBLEMA VA BEN OLTRE . I NODI INFATTI VENGONO AL PETTINE 2011. Il sottotitolo era: "Preoccupatissimi - Il PGT - Scelta infausta - L'hinterland - Piedi per terra - Il nodo Castione - Perso il tram - Le ragioni del flop - Ma adesso che si fa? - La soluzione".

Il testo:

"Preoccupatissimi

Preoccupatissimi. Chi? L'assessore del capoluogo Ferrara, l'Unione Commercio e Turismo, la Confesercenti, WWF e Legambiente per la prospettiva di vedere a breve aggiungersi alle superfici commerciali insediate in Castione altri 10.000 mq da un lato e 2.600 dall'altro. Hanno esposto la loro preoccupazione, e la loro contrarietà, in una conferenza stampa nei giorni scorsi. Due le motivazioni addotte: l'impatto sulla rete commerciale del capoluogo e - gli ambientalisti - il consumo di suolo.

Una presa di posizione comprensibile ma, sia consentito, tardiva, colpevolmente tardiva e non per responsabilità di chi le preoccupazioni ha esposto.

Il PGT

Il Comune di Sondrio ha approvato pochi mesi fa il Piano di Governo del Territorio, un Piano che nella nuova formulazione di legge dava una grande possibilità. Ne abbiamo scritto e riscritto puntando in particolare al documento fondamentale, il 'Documento di piano', l'elemento strategico fondamentale ma associando anche il dilemma, pure fondamentale: "Amministrare il Comune o governare la città. Ne scrivevamo in una delle tante volte in questi termini: "Amministrare e governare - Abbiamo più volte insistito sulla differenza che esiste fra l'amministrare il Comune e il governare la città.

- Se la scelta è la prima risulta evidente che il campo è delimitato tra la cappella della Cà Bianca e il bivio sulla SS38 per la Sassella e tra il ponte sull'Adda al Porto e il Valdone

- Se la scelta è la seconda quei limiti diventano indigesti, sommamente indigesti. Non si può infatti governare la città senza irrobustire le correlazioni con l'humus circostante, humus culturale, humus economico, humus ambientale. Ne va di quale risposta dare all'interrogativo circa il ruolo di Sondrio, circa il ruolo del capoluogo".

Scelta infausta

La scelta è stata quella di basso, anzi bassissimo profilo. La città di Sondrio aveva saputo 41 anni fa, quanto tutto era il nuovo da esplorare, quando non c'erano modelli di riferimento, fare scelte di grande spessore culturale, con un contributo d'alto livello ovvero la relazione del prof. Frey, e con innovazioni allora non digerite da taluni, ambienti qualificati compresi, ma poi nel tempo riconosciute di grande valore. 41 anni dopo la scelta infausta di un piano da cosmesi, che non ha guardato oltre il proprio naso col rischio, come sta succedendo, che i nodi poi venissero al pettine.

L'hinterland

Commentando allora ci siamo riferiti al grande sforzo di guardare il territorio circostante. Uno stralcio: "I 4 Comuni confinanti - ci pare del tutto riduttivo limitare ai quattro Comuni di cui sopra i flussi locali avuto inoltre presente il limitato apporto demografico: 3167 i residenti in Albosaggia, 1568 a Castione, 3007 a Montagna, 104 a Spriana. - Intorno a Sondrio… - GOVERNANDO LA CITTÀ, PENSANDO QUINDI A UN PGT VOLTO AL FUTURO SAREBBERO STATE DIVERSE LE SCELTE DI CONTESTO.

L'aeroporto (domani, oggi aviosuperficie) di Caiolo è l'aeroporto di Sondrio. Il golf di Caiolo è il golf di Sondrio. Caiolo fronteggia Castione con simili distanze, ma poi c'è una sorta di specificità. Ponte, la sua cultura e l'osservatorio astronomico, Piateda e il suo sistema ferroviario in quota, Tresivio con il suo imponente Santuario, Chiuro oggi capitale dei grandi vini di Valtellina, Fusine con la strada, adesso malconcia, che per il Passo di Dordona consente di raggiungere Foppolo, meta di chi va a piedi passando per il Corno Stella da cui si gode il panorama di tutte le Alpi. Si tratta di alcuni esempi.

Ma c'è altro ancora. Basta pensare verso sud al Parco delle Orobie, verso nord alla Valmalenco con, in particolare, una cospicua proprietà del Comune di Sondrio a Chiareggio".

Piedi per terra

Non è una valutazione teorica, una esercitazione culturale ma valutazioni con i piedi ben saldati per terra, sguardo volto anche a Castione.

Scrivevamo ancora allora:

"Applicazioni pratiche - Non è un discorso teorico o una esibizione accademica. Se ci si fosse posti non nell'ambito asfittico dei quattro Comuni contermini, ma nella logica di vasta area secondo il concetto di governo della città avrebbero potuto scaturirne conseguenze pratiche. Un esempio. GLI OLTRE 80.000 MQ DESTINATI DAL PGT NELLA ZONA EST- SUD EST AD ATTIVITÀ PRODUTTIVE AVREBBERO POTUTO ESSERE OGGETTO DI INTESA CON ALMENO DUE COMUNI VICINIORI IN UN QUADRO DI RAZIONALIZZAZIONE".

Il nodo Castione

Quel Comune ha l'interesse per sempre nuovi insediamenti. Subito gli oneri di urbanizzazione. Poi l'ICI. Nessun Sindaco si potrebbe ritrarre per fare un piacere a Sondrio salvo… Salvo una contropartita che allora, anche a neofiti dell'urbanistica, sarebbe apparsa positiva. A Sondrio ci si cullava in un incomprensibile documento di scoping, in operazione di cosmesi, in un Piano - se raffrontato con i precedenti in città - "da archeologia urbanistica", attenta al piccolo, dimentica del grande, quello che invece è essenziale per lo sviluppo di una città. Il piccolo vive, il grande… 19 luci con la scritta 'affittasi' in Viale Milano, 30 in Via Mazzini e così via. Le vetrine vuote non sono solo una perdita secca per i privati. Si svuotano i locali, spariscono le merci ragione di attrattiva dalle vetrine, si spengono le luci. E' un pezzo di città che muore. La nostra logica della conservazione del baricentro (ovviamente delle funzioni) è stata sostituita da una logica di cosmesi. Per il centro storico abbiamo ripetutamente avanzato la proposta della Galleria in Corso Italia, progetto Stefanelli. Il piano non l'ha considerata. Motivazione: questione di soldi. Il PRG di Venosta ambiziosamente proponeva soluzioni allora da molti ritenute, al minimo utopistiche. E soldi non ce n'erano. Quelle utopie, che eravamo allora in pochi a sostenere proponendole al Consiglio Comunale, guarda caso sono diventate realtà.

La città muore un poco alla volta. Non è un incentivo, per fare un esempio, metterci 3 o 4 giorni ai lavori del gas in Via Adua, costringendo chi veniva a Sondrio a imbottigliarsi in Viale Milano e peggio ancora chi doveva uscirne che doveva salire fino a Piazza Garibaldi. La gente furente chiedeva che si lavorasse anche di notte visti gli inconvenienti. Di notte magari no ma lavorando, come si obbligava a fare un tempo, dall'alba al tramonto si sarebbe grandemente ridotto il pasticcio viabilistico, ulteriore disincentivo a venire in centro. Eccetera.

Perso il tram

La nostra nota appare una sorta di predica al vento visto e considerato che si è perso il tram, e che tram! Ancora, però, uno stralcio dal nostro commento del 20.12 dello scorso anno:

"La rilevanza dell'occasione persa è clamorosa viste le due formidabili boe cui poteva ormeggiarsi un Piano significativo e per certi versi rivoluzionario sol che si fosse compreso quali straordinarie possibilità la LR 12 offriva ad una realtà unica quale quella di Sondrio avviluppato nel suo hinterland. Ci sarebbero state risorse intellettuali adeguate, anche quella diversità di scuole di pensiero che è lievito di crescita. Non si sarebbe corso il rischio di una soluzione di basso profilo. Le scelte possono essere condivise o criticate. Le non scelte in una con l'assenza di adeguati approfondimenti lasciano l'amaro in bocca. Poi, per carità, le cose vanno avanti lo stesso". Sì. Certamente, possono andare avanti lo stesso. A vetrine spente.

Le ragioni del flop

- Il difetto di partecipazione è stato il primo elemento negativo. Osserviamo che un'attività intensa del Comune di Sondrio è la convocazione a raffica di conferenze-stampa dedicate all'effimero - senza con questo disconoscerne l'importanza oltre a tutto avendolo a suo tempo avviato - e a una serie di problemi secondari. Silenzio per tutto l'iter del PGT, con una serata finale che non era certo di partecipazione ma solo di informazione ormai le cose essendo fatte.

- La scelta di amministrare e di non governare è stato il secondo elemento negativo. Osserviamo che il Sindaco di Albosaggia per il suo PGT ha meritoriamente coinvolto i sei sindaci del versante orobico. L'ambito di coinvolgimento di primo livello, come erra un tempo, avrebbe dovuto essere quello fra Aprica-Teglio e Ardenno, e quello di secondo livello cin aspetti di carattere operativo quello degli undici Comuni dell'hinterland. In questo quadro il più importante dei problemi per il capoluogo: la definizione conclusiva dell'area commerciale di Castione. Come? Proseguiamo.

Ma adesso che si fa?

Esaminiamo la situazione.

1) Il mondo del commercio protesta e lancia appelli

2) L'iter della proposta prosegue con una conferenza dei servizi che lascia poche speranze ai protestatari

3) Il Comune di Castione ha tutto l'interesse a che la proposta vada in porto.

4) Il privato ovviamente ha tutto l'interesse a che la proposta vada in porto ed ha già dichiarato di avere fatto tutto quello che doveva fare nel rispetto delle norme vigenti.

5) Il Comune di Sondrio, posto che condivida le preoccupazioni del suo assessore e del mondo del commercio che fa? Appelli ed esortazioni non servono: Non serve magari neanche piangere sul latte versato visto che i buoi sono scappati dalla stalla.

La soluzione

Una soluzione potrebbe esserci se il Comune non si fosse avviluppato in quella che abbiamo chiamato archeologia urbanistica, ponendo sul tavolo due monete di scambio, rilevanti anche per la città. Una nei confronti del Comune di Castione e una nei confronti del privato, assicurando ad entrambi almeno quanto ricaverebbero dall'iniziativa in itinere sul piano della vil moneta ma anche con un plusvalore in termini di immagine.

Inutile però proporla a un Comune che non ha accolto proposte sostanzialmente semplici come la questione del baricentro delle funzioni o della galleria ma soprattutto per un Comune che non ha saputo cogliere la grande opportunità del Documento di Piano per indicare i due grandi obiettivi che avrebbe potuto - dovuto - proporsi.

Malinconicamente testimoni di un ulteriore regresso di un capoluogo in svuotamento prendiamo nota e guardiamo avanti.

Alberto Frizziero

PS Non si attribuisca alcun significato politico alla presente nota. Non intendiamo abbassare il dibattito, posto che ve ne sia uno, a rissa partitica".

C'è stata la conferenza-stampa, incontri, proteste, riunioni ma le considerazioni svolte nell'articolo sopra riportano restano, tali e quali.. In un capoluogo che ha abdicato al suo ruolo occorre accettare quel che passa il convento.

Per stare solo agli ultimi giorni gli argomenti delle conferenze-stampa del Comune sono stati: il Museo, lo spettacolo itinerante "Albatri"; la manifestazione "Sport e natura", il Concorso di pasticceria, il Piano cittadino di collocazione di nuovi cestini portarifiuti e posacenere, il "Censimento Istat", la "Marcia della pace", la riorganizzazione della segnaletica pubblicitaria. Fa eccezione soltanto la conferenza del 7.9 u.s. avente per oggetto: "Valutazioni sull'impatto complessivo degli insediamenti di migliaia di mq. di grande distribuzione nel Comune di Castione Andevenno ed altri comuni e sulle innegabili ripercussioni che gli stessi eserciterebbero sul tessuto socio - economico - ambientale del comprensorio". Tutte cose che vanno bene ma ce ne sono magari più importanti, no?

Tornando infine a Castione non c'è solo l'Iperal. Via via arrivano attività che starebbero bene in centro a Sondrio dove, per inciso entrare a prendere il pane o qualcos'altro, per 5 minuti costa 50 centesimi. A Castione niente, ci suggeriscono e riportiamo, aggiungendo "10 centesimi, giusto per il controllo, per la prima mezz'ora sarebbero la cosa giusta anche se il Sindaco vuole che tutti vadano a piedi come fa lui che non ha però borse e pacchi da portare".

Tali questioni a parte obiettivamente colpisce l'inerzia del Comune. L'assessore Ferrara si è mosso, anche come commerciante e leader di un'associazione. Ma il problema avrebbe richiesto l'intervento, quale che fosse la posizione (ai limiti persino quella rinunciataria e fatalista), del Sindaco o quantomeno dell'assessore all'urbanistica al quale dovrebbe pur interessare il degrado della città rappresentato, oggi, dalle 19 vetrine vuote di Viale Milano e dalle 30 di Via Mazzini e dalle altre in giro per la città.

Anche se osiamo sperare che si rendano conto che il momento in cui discutere era quello della preparazione del Piano di Governo del Territorio. Ascoltando la gente (non a cose fatte). Ma si era in condizioni di ascoltarla e di guardare oltre il naso?

Alberto Frizziero

PS Fare la serrata sarebbe un errore, e poi la partecipazione totalitaria non ci sarebbe davvero anche perché molti penserebbero che i clienti trovando chiuso il negozio abituale se ne andrebbero altrove. Ci sarebbe un'altra cosa da fare e non on termini polemici na per far toccare con mano a tutti la funzione anche urbanistica dei negozi.

Basterebbe che per una settimana, a negozi aperti, si spegnessero le insegne e le luci delle vetrine.

E per finire: ma il futuro della nostra città non interessa a nessuno? Non c'è proprio modo che qualcuno chiami a raccolta la gente, in questa o quella sede, per discuterne?

Alberto Frizziero
www.gazzettadisondrio.it - 20.9.2011 - n. 26/2011, anno XIV°

Degno di nota