Sondrio 10 marzo. CIAO NUNZIO
Era arrivato dalla Puglia, da Canosa, centro di una cultura che inizia migliaia di anni fa e di cui in quella zona si trovano reperti per ogni dove. Era arrivato in Valtellina inviato dalla Polizia Stradale di cui faceva parte e in Valtellina, come tanti che fra questi monti hanno trovato significativa ospitalità erigendo la Valtellina a loro seconda patria, qui era rimasto. Aveva messo su famiglia, sposando 'la Piera'. Il centro di Sondrio conservava il suo ruolo, la sua specificità. La gente si chiamava per nome. L'Adriana del Posta, la Vera della pasticceria, la Carla del Bar Sport, la Pupa di Corso Italia, altre ancora... Naturalmente con l'Adriana il Tato, con la Vera il figlio Italo, con la Carla il Fausto, con la Pupa l'Aldo. E, appunto, con la Piera il Nunzio che la Piera nominava ogni volta che ci si incontrava, aggiungendo subito dopo "e la Floriana - sua coscritta del 1939- come va?". Aveva sempre sempre una ragione, un motivo per parlarne con gli interlocutori.
In coppia per l'azienda progressivamente sviluppandola, mantenendo 'la cartoleria' della Galleria Parravicini, dietro il Condominio Campello e poi a Castione realizzando, come da loro definizione moderna intervenuta - innovazione quindi in una con la tradizione - "il più grande store della provincia di Sondrio e altro Lario con 1.000 m² di negozio e il Centro Stampa Digitale".
Aveva preso alla lettera il motto del Lions - era socio ed era stato Presidente del Tellino con altre cariche e diversi riconoscimenti - "we serve", ovvero "noi serviamo" con una serie di iniziative realizzate o proposte da lui, sempre con altri perché aveva una sorta di senso della collegialità.
Lo ricordiamo una sera del 1985. Era l'anno dei mondiali di Bormio. Il Comune di Sondrio aveva compartecipato all'evento con una serie di iniziative. Una di grande rilievo era stata la serata dedicata ai grandi della montagna. Al Torelli, talmente pieno di gente da denuncia, i Grandi della Montagna: l'alpinista Cassin, il nostro 'Achille' del K2, Thoeni (che quella sera riuscì finalmente a sorridere!), l'olimpionico Bibbia, il rosso volante del bob Monti. Il Ginettaccio della bici, Cotelli, valanga azzurra, in lacrime nel ricevere il riconoscimento da parte del Sindaco, e forse qualcun altro cui il tempo trascorso, 28 anni, fa velo. Allora non c'era un posto dove andare dopo la serata. Non come oggi, chiuso ovunque. Sulla porta del Comune Nunzio. Convenevoli. Arrivano i grandi della montagna e non si trova un posto dove andare! Telegrafica risposta: da me, a Castione. Un doposerata altrettanto vibrante come al Torelli. Eran quasi le tre quando usciva l'ultimo Bartali, e ancora dieci minuti sulla Statale con il solito Ginettaccio che non pensava di andarsene e 'la Piera' che tirava la giacca al Nunzio affascinato - ma non solo lui - dal mostro sacro che aveva davanti. Comprensibilmente. Era stato un anfitrione di classe.
Chissà come mai dall'archivio dei ricordi é venuto questo di un'occasione particolare, di una grande serata. Forse per suggello, in un certo senso, di una vera e propria sequenza di iniziative e di realizzazioni. Grand Ufficiale al merito della Repubblica era Presidente onorario dell'ANIOC, l'Associazione degli insigniti di onorificenze cavalleresche. Lo scorso novembre nell'assemblea annuale, scriveva Nello Colombo, il momento più vibrante che ha accomunato tutti i presenti è stato quello del passaggio di consegne con la nomina a nuovo Presidente Anioc ad Elvira Valenti, vedova del Presidente Adelino Tralli, da parte del segretario nazionale Maurizio Monzani, annunciata da Nunzio Lenoci". Ha seguito Adelino. Un grande dispiacere, ciao Nunzio.
Il cordoglio a Piera e ai figli Roberto, Gianni , Simonetta e ai familiari tutti.
f.