L’ASSOCIAZIONE VALTELLINA IN TICINO IN GITA A MILANO

Una domenica a Milano, fra fiori, arte e mucche colorate, là dove l’autrice ha passato i cent’anni più importanti della sua vita

E’ proprio vero che la vita riserva sempre delle sorprese. Mai avrei pensato di andare in gita turistica nella città dove ho passato i cent’anni più importanti della mia vita, dai tredici ai venticinque, e cioè Milano. Domenica infatti ci siamo recati nel capoluogo lombardo con l’Associazione Valtellina in Ticino. Confesso che non ho mai avuto simpatia per le gite sociali in pullman, ma questa volta mi sono dovuta ricredere. Primo per la cortesia e la discrezione dei partecipanti e l’ottima organizzazione, secondo perché ho potuto apprezzare una Milano diversa da quella che sono abituata a frequentare.

La leggerezza di non avere un’automobile al seguito.

Raccolti praticamente sotto casa e depositati in Duomo.

Una calda domenica primaverile, all’interno del lungo ponte del primo maggio.

Una Milano abbandonata dai suoi abitanti e pacificamente invasa da famiglie, turisti e giovani, tutti a piedi.

Un coloratissimo mercatino di fiori davanti al Broletto e gente una volta tanto non affannata o di corsa. Che bello poter attraversare le strade senza paura di essere travolti da automobilisti o motociclisti nevrotici.

Una Milano invasa anche da una coloratissima mandria di mucche a spasso per la città. Venendo dalla Svizzera, famosa per il suo latte e i suoi formaggi ci siamo infatti sentiti a casa nel vedere tutte quelle bellissime vacche, esposte nei punti più significativi della città, per la gioia di piccoli e grandi. Cowparade si chiama questa mostra all’aria aperta, ironica, divertente e dissacrante, che ha però fini benefici.

Chi di noi si è mai preso la briga di visitare la propria città con una guida. Forse abbiamo fatto da guida ad altri, ma vi assicuro che non è la stessa cosa. Il piacere di scoprire e imparare qualcosa di nuovo.

Qui a Lugano quando troviamo davanti a noi il trenino che accompagna i turisti tranquilli e soddisfatti in giro per la città gli mandiamo anche qualche accidente e cerchiamo subito di superarlo perché abbiamo fretta. Sorridiamo con aria di sufficienza quando vediamo i turisti giapponesi con macchina fotografica che seguono diligentemente chi li guida verso questo o quel negozio, magari di orologi. Sembra che ci sia una vera e propria guerra fra guide, tour operator e grossi negozi per accaparrarsi il maggior numero di ignari turisti.

Mai ci verrebbe in mente di salire su un bus e fare il giro della città. Così come sfido un milanese a confessare di aver fatto il giro turistico della città su un autobus panoramico a due piani, con sosta presso i negozi per turisti e magari un ristorante tipico.

La prima idea degli organizzatori era quella di promuovere un incontro fra l’Associazione Valtellina in Ticino e quella milanese. Ma si sa, i milanesi scappano quando ci sono i ponti, quindi niente incontro. Ci hanno però indicato una guida simpatica e competente che con la sua cordialità ci ha accompagnato per quasi tutta la giornata.

Una volta tanto mi sono rilassata e ho ammirato la città in un’ottica completamente diversa. Confesso di aver sempre ignorato che la Chiesa di San Fedele ospitasse nell'abside uno splendido coro ligneo intarsiato, proveniente dalla demolita chiesa di Santa Maria della Scala, attribuito ad Anselmo del Conte (XVI secolo).

Così come non mi ero mai soffermata a calpestare le parti nobili del toro in galleria, eppure non so quante volte ci sono passata, perché frequentavo la Scuola Interpreti di via Silvio Pellico, le cui finestre davano proprio sulla galleria Vittorio Emanuele. Una moderna superstizione dice infatti che porti fortuna porre il piede sopra gli attributi del toro e compiere una rotazione facendo perno su quel piede.

Questa credenza popolare costringe l'amministrazione a sistemare ogni 10 anni circa l'affossamento che si viene a creare in quel punto. Anche l’altro giorno c’erano turiste in coda per compiere quel sacro rito.

E poi ho scoperto che il Signor Tommaso Marino, il banchiere che aveva fatto costruire l’omonimo palazzo, era il nonno dell’altrettanto famosa monaca di Monza. Quando si dice che il mondo è piccolo.. Marianna, la monaca, era infatti la figlia di Virginia , a sua volta figlia di Tommaso Marino.

Dopo pranzo abbiamo ammirato, con lo stupore di sempre, la splendida prospettiva dello spazio absidale della Chiesa di San Satiro, “miracolo” realizzato dal Bramante, l’architetto di Santa Maria delle grazie. Trompe l’oeil, illusione ottica, si direbbe adesso, ma che perfezione! Satiro è un nome un po’ strano, non evoca certo un santo, ha suggerito qualcuno, ma era addirittura il fratello di Sant’Ambrogio, quindi persona importante in quel di Milano.

La giornata si è chiusa in bellezza con la visita alla bella mostra di Kandinski al Palazzo reale, di cui avevo letto un’interessante resoconto su questo giornale non molto tempo fa.

Una giornata ricca di cultura senza problemi di posteggio, di code, di traffico. Invidiabile.

Quanto all’incontro fra le due associazioni, rimane la speranza di un incontro futuro. Quante cose d’arte e non solo nasconde infatti il bellissimo Ticino, che forse non tutti i dinamici meneghini conoscono in profondità. Anche qui infatti le sorprese non mancherebbero.

Cristina Cattaneo

Cristina Cattaneo
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