Ancora un ricordo del valtellinese MO Emilio Bianchi
Il leggendario valtellinese Emilio Bianchi ha lasciato la vita terrena.
Abbiamo pubblicato un ampio articolo all'indomani della scomparsa di Emilio Bianchi. Ci torniamo con il ricordo di Giorgio Gianoncelli che all'Associazione Marinai ha dedicato tanto impegno contribuendo a far sapere in Valtellina che se il primo pensiero è ovviamente per gli Alpini non ci sono solo loro.... Il suo ricordo:
“Il giorno di ferragosto nella dimora di Torre del Lago Puccini, in provincia di Lucca, ha chiuso la sua esistenza sulla terra il leggendario Marinai Valtellinese Emilio Bianchi.
Emilio nasce nel comune di Sondalo il 22 ottobre 1912, figlio di Giuseppe e di Elisabetta Zappa, quindi al momento del trapasso viaggiava sull’onda dei 103 anni.
Un bel percorso quello di Emilio: dopo i normali anni scolastici giovanili, il padre, falegname di professione, vuole fare del figlio un artista scultore del legno e lo iscrive alla Scuola - Collegio di Avviamento Professionale nella città di Brescia.
Il giovane allievo artista è diligente, studia e apprende senza sbalzi e scompensi. Torna a casa con tanto di Diploma, ma presto si accorge che Sondalo, pur bello che sia, è troppo chiuso dalla corona di vette spettacolari.
Lavora bene il giovane artista-falegname e il padre vede la continuità nell’azienda con intima fierezza.
Come in tutte le cose della vita, “tra il dire e il fare, c’è sempre di mezzo il mare”, e questa volta non come metafora, ma per davvero.
Emilio naviga sui vent’anni è, -diciamolo senza … invidia -, un bel giovanotto, ama la vita e gli … spazi. Un bel mattino, appena fuori dal letto, nell’anno 1932 decide di chiedere l’arruolamento nella Regia Marina Italiana, dove la linea dell’orizzonte non si raggiunge mai.
Visite e contro visite, alla fine: “abile arruolato”, categoria: Palombaro. E vai! La professione del Palombaro oltre alla manualità presuppone un perfetto equilibrio psicofisico; non si può essere leggeri, dote, che al montanaro valtellinese non manca, al temine del corso d’istruzione Emilio è il primo classificato della classe. Questo è anche il primo segno positivo che il Marinaio figlio delle montagne della provincia di Sondrio lascia sulle onde del mare.
Dall’anno 1935 in poi il forsennato regime imprime la spinta alle guerre, i Soldati servono per le operazioni relative, siano esse volontari siano chiamati o richiamati, e poiché ai governi, di gusto personale o irritante, tutti devono rispondere alle necessità. Emilio è in prima linea, tra fuoco e acqua, impegnato a recuperare relitti, a sbrigliare cavi e catene, a ispezionare scafi, dentro e fuori dall’acqua con quell’armamentario di scafandro che cammina a passi … felpati sui fondali melmosi. Per il giovane Palombaro valtellinese è l’esame di maturità e tra una guerra e l’altra, giovane Sergente, è chiamato all’Accademia Navale per insegnare agli Aspiranti Ufficiali, come ci si comporta sotto il pelo dell’acqua con una bardatura da … antico mostro di guerra. Questo è un altro segno positivo che caratterizza la vita del Marinaio sondalino.
Si apre il capitolo della seconda Guerra Mondiale, il Sergente Emilio Bianchi è nel Gruppo nascente degli “Arditi Incursori”, Gruppo con il nome di copertura di X MAS al comando del Capitano di Fregata Vittorio Moccagatta. Tra tutti Emilio, è considerato il migliore; Ufficiali, Sottufficiali e Graduati del Gruppo, guardano a lui con ammirazione. Iniziano le prime incursioni nella baia di Gibilterra, ne seguono altre, lui partecipa, muoiono molti incursori, alcuni per troppa spavalderia e confidenza con l’azione. Lui, Emilio, pur vestito da mostro di guerra, è la persona che nell’azione ha la determinazione del calcolo dei tempi e degli spazi perfetti per arrivare sull’obiettivo. Il Comandate del Gruppo, Sig. Moccagatta, decide di escludere il Sergente Emilio Bianchi da qualsiasi missione, motivo: “Tu sei troppo prezioso alla causa al punto che non posso permettermi il lusso di mandarti a morire”. Emilio, rimane male, fa buon viso a cattiva sorte, è un Soldato, non può rifiutare. Questo è un altro segno positivo di un valtellinese altrove.
La guerra continua, i Combattenti muoiono nello scontro con il contendente, Moccagatta, muore nella nefasta azione di Malta del 25 luglio 1941. Tutto cambia nel Gruppo Incursori, il nuovo Comandante non conosce ancòra Emilio e su richiesta di Luigi Durand de la Penne, partecipa come suo secondo all’azione d’Alessandria d’Egitto del 19 dicembre 1941. In quest’azione Emilio Bianchi esprime il massimo di se stesso. È storia nota l’azione di Alessandria d’Egitto, pertanto, mi limito a ripetere che il Marinaio, Emilio Bianchi, valtellinese nato nel comune di Sondalo ha reso onore alla provincia di origine e grande esempio morale di uomo della montagna prestato al mare.
Emilio Bianchi, ultimo dei sei audaci di Alessandria d’Egitto li ha raggiunti sul … Parnaso, lassù si racconteranno tutte le vicende passate assieme, con tutta la sincerità che l’uomo esprime lontano dagli eventi, senza timori reverenziali, liberi di ogni gelosia e volontà d’immagine.
Emilio lassù sarà ancòra l’uomo esemplare di riferimento e quando incontrerà Luigi Durand de la Penne, suo pilota del “maiale” gli racconterà che sulla Terra è riapparsa la … luce e di quella notte rimane perenne il gesto.
Buon arrivo Emilio tra gli uomini del Serchio e buona permanenza. Grazie della tua amicizia!