UNA IMPORTANTE MOSTRA SULLA SCULTURA DI CARMELO CAPPELLO (RAGUSA 1912 - MILANO 1996) A DIECI ANNI DALLA MORTE A PALAZZO BESTA IN TEGLIO

Inaugurazione: sabato 15 luglio, ore 17

CARMELO CAPPELLO - sculture

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Teglio (Sondrio), Palazzo Besta, 15 luglio - 1 ottobre 2006. Il cinquecentesco Palazzo Besta, proprietà dello stato italiano, è sede della rassegna. Per arte e storia è, senza dubbio, uno dei più importanti palazzi della provincia di Sondrio. Al pianterreno il palazzo ospita l’Antiquarium Tellinum con alcune fra le più importanti testimonianze dell’arte preistorica valtellinese, come la famosa stele con la raffigurazione della Dea Madre.

Orari di apertura:

feriali: da martedì a sabato 10-12 e 15-17; festivi: domenica 16 e 30 luglio, 6 e 20 agosto, 3 e 17 settembre, 1 ottobre ore 10-13 (chiuso lunedì successivo; altri lunedì: 10-13). Ingresso gratuito.

Dopo le importanti mostre dedicate negli anni precedenti a Mario Negri, Wolfgang Hildesheimer, Enrico della Torre, Kengiro Azuma, Nott Bott, Franca Ghitti, Giancarlo Marchese, il Centro Tellino di Cultura organizza quest’anno, dal 15 luglio all’1 ottobre, un evento dedicato a uno dei grandi scultori italiani del ‘900, Carmelo Cappello, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario della scomparsa.

Nato nel 1912 a Ragusa, Cappello si trasferì a Milano nel 1930 e all’Istituto Superiore d’Arte di Monza frequento i corsi di Arturo Martini e Marino Marini. Subito apprezzato dai maggiori critici e storici dell’arte, da Gioilli e Joppolo a Restany, a Steingraber, a Apollonio, fu invitato alle Biennali di Venezia a partire dal 1940. Ebbe una sala personale nella XXIX edizione del 1958, in occasione della quale gli fu assegnato il Premio internazionale d’arte liturgica. Significative furono inoltre le sue partecipazioni alle Triennali di Milano e alle Quadriennali di Roma, ma anche alle più importanti manifestazioni internazionali, come Documenta 2 a Kassel (1959) e la Biennale di San Paolo del Brasile (1965).

La linea della sua ricerca, che comincia a definirsi negli anni trenta, si evolve da una forma intima e sentita di figurazione ad una astrazione limpida e luminosa che sa fare un uso lirico e spirituale dei materiali più innovativi, concentrando nello slancio della luce e nella tesa struttura delle forme il concetto stesso di spazio.

Sempre decantando e concentrando volumi e forme raggiunge nel corso degli anni la semplicità del gesto assoluto, affrontando prima la figurazione e poi l’astrazione sempre nella consapevolezza che l’espressione nei suoi vari aspetti trasmette quelle pulsioni e quelle sensazioni che maturano nell’uomo nel suo confronto quotidiano con l’esistenza.

L’attenzione alla realtà e l’interiorizzazione di essa stanno alla base della sua opera, che affida ai materiali (oltre al bronzo, il ferro, l’acciaio, l’ottone) il compito di dare assolutezza alla forma.

La mostra, che si compone di una trentina di opere che ripercorrono l’evoluzione della scultura di Cappello dal 1938 fino al 1990, è curata da Flaminio Gualdoni e il catalogo della rassegna è edito da Charta.

Luigi Cavadini - www.uessearte.it - info@uessearte.it

Luigi Cavadini
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