Dal Presidente del CAI una novità per la sicurezza in montagna

Grazie a un'app sarà localizzabile subito l'infortunato, lo sperduto, chi è in difficoltà

Sintetica Daniela Rossi, ufficio addetta stampa SASL (Soccorso alpino e speleologico lombardo):  Infortunio mortale oggi pomeriggio, sabato 3 agosto 2013, alle 17.40, lungo il Sentiero Roma, nel territorio del comune di Valmasino. Un uomo di Casatenovo (LC) di 57 anni è scivolato mentre stava compiendo un'escursione in compagnia di altre quattro persone. Provenivano dal Bivacco Manzi ed erano diretti verso il rifugio Allievi.  Il fatto è avvenuto in un punto in cui, in passato, si erano già verificati altri incidenti mortali, a 2300 m di quota, mentre stavano attraversando una placca rocciosa. Un salto di una trentina di metri che è stato fatale. Si é lamentato che non essendoci campo ci sono volute due ore prima di riuscire ad attivare i soccorsi. In mkontagna è così. Capita regolarmente di trovarsi in zone senza copertura. Non ci siamo accontentati della rassegnazione ma abbiamo sentito chi se ne intende più di noi, l'ing. Flaminio Benetti, Presidente della Sezione Valtellinese del CAI. Uns cselta giusta perchè c'è una assoluta novità che va nella direzione della sicurezza. Lasciamo a lui la parola:

Il Presidente CAI, ing. Benetti
Tutti immaginano facilmente l’angoscia di chi è vicino ad una persona in difficoltà e non può chiamare aiuto perché il telefono non funziona. Se, poi, interviene la morte, com’è successo la settimana scorsa lungo il Sentiero Roma, in alta Val Masino, è del tutto naturale una reazione di sconforto, pensando che, forse, un aiuto tempestivo avrebbe potuto salvare una vita. Non posso che esprimere la solidarietà e la vicinanza umana a chi è stato colpito così duramente.
Da qui al fare del caso una polemica, alla ricerca di presunti colpevoli cui addebitare quella perdita di una vita umana, però, passa molta strada e mi sembra addirittura un  caso da indicare come cattiva informazione, se non come speculazione sulle disgrazie altrui, come qualche locandina locale quando, all’indomani di una disgrazia, annuncia “foto e ricordi”.
Andare sulle montagne è un’esperienza di libertà ed il CAI sostiene fortemente la possibilità del libero accesso, contro ogni tentazione di limitarlo con la motivazione di un presunto pericolo, magari con ordinanze sindacali o prefettizie come, in qualche caso, è avvenuto. Chi sale sulle montagne, però, sa che quest’esperienza di libertà non è mai priva di rischi, lo fa a suo rischio e pericolo anche se l’educazione alla sicurezza è uno dei valori sui quali si basa la nostra associazione che, quest’anno, ha raggiunto il centocinquantesimo compleanno. Educazione ad andare sicuri non significa, però, scomparsa dei rischi che devono essere ben conosciuti e tenuti presenti.

La novità per la sicurezza
La mancanza di copertura telefonica è uno di questi rischi, che, come tanti altri, non può essere indicato come una colpa. Proprio all’interno del CAI, chi maggiormente si occupa di sicurezza, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, si è recentemente posto anche questo problema e sta attuando una forma di copertura che potrebbe ridurre anche i rischi legati a questo aspetto. Proprio all’ultima Assemblea dei Delegati di Torino, del 24 e 25 maggio scorsi,  è stato presentato il programma “GeoResq” che permette l’individuazione della propria posizione e del percorso seguito, grazie al sistema GPS, per chiunque lo attivi su IPhone o altro cellulare abilitato. Posizione e itinerario che sono immediatamente trasmessi, in caso di necessità, alle centrali operative del Soccorso Alpino.
La procedura per attivarlo è relativamente semplice, si scarica il programma da “App Store” e si seguono le istruzioni, abbastanza chiare anche se lunghe, si forniscono i dati richiesti – che sono molti – e si paga con carta di credito. La spesa è irrilevante, in rapporto ai vantaggi offerti, 10 euro più IVA per i soci CAI e 12 euro più IVA per i non soci, l’anno. Per chi compra il programma durante il 2012, la validità è fino alla fine del 2014.
Credo che quest’iniziativa sia da far conoscere nel modo più ampio e, sicuramente qualche altra vita sarà salvata. Il rimpianto per chi non ne ha potuto usufruire rimane, purtroppo, ma questa è la storia dell’evoluzione delle tecniche ed è bene che tutti si sforzino – anche se è difficile – lo capisco – di pensare ai benefici futuri e non a quello che avrebbe potuto essere il passato

Flaminio Benetti, Presidente della Sezione Valtellinese del C. A. I.
Degno di nota