Sanità provinciale: diagnosi impietosa ma realistica. I dati epidemiologici

Nostri ospedali alla frutta. Gravedona brinda

L’incontro dei Sindaci della Provincia di Sondrio con l’Assessore Regionale al Welfare Gallera ha riportato in primo piano  il tema della sanita’ ed il destino dei nostri ospedali.
Un problema che da molti anni e’ all’attenzione non solo delle forze politiche e sociali ma anche dei cittadini che si sono organizzati nei vari comitati.
Ma per delineare un nuovo progetto per la salute degli abitanti delle nostre valli non possiamo non considerare i dati epidemiologici.
La speranza di vita nei maschi in provincia è di circa due anni inferiore della media italiana.
La  mortalita’ evitabile  sempre nel sesso maschile e’ tra le piu’ elevate in Italia.
Il tasso di fuga dai nostri ospedali e’ triplicato negli ultimi vent’anni ( dati fermi al 2014)
Nel frattempo cosa e’ successo dei nostri ospedali. Sono state chiuse il 25% delle strutture complesse vd primariati  medico e chirurgici  ( cioe’ quelli che curano gli ammalati) con apertura di nuovi primariati nel settore dell’organizzazione  e dell’amministrazione.
L’ospedale di Morbegno e’ stato chiuso e quello di Chiavenna e’ sostanzialmente in via di chiusura, senza piu’ alcuna struttura complessa medico-chirurgica.
L’ospedale di Sondalo e’ stato penalizzato con la chiusura di  interi reparti  senza cercare di portare avanti alcun progetto pure proposto.
L’ospedale di Sondrio sopravvive con l’accorpamento dei posti letto di alcuni reparti e la riduzione del tasso dei ricoveri.
Nel frattempo ai nostri confini l’ospedale di Gravedona, prima gestito da religiose ed oggi da un gruppo privato romano,  a livello zonale, per intenderci come era una volta Chiavenna, e’ stato notevolmente potenziato  trasformandolo in policlinico con super-specializzazioni non giustificate dal bacino d’utenza preesistente come l’emodinamica e la neurochirurgia. Tutte attivita’  accreditate dalla Regione Lombardia  ad una struttura privata. La vitalita’ di questo centro e’ stata in parte garantita dal rimaneggiamento delle nostre stutture ospedaliere. Tanto che  un sindaco medico, del Pd,  di un paese del Lago di Como ha affermato in un convegno sulla sanita’ tenutosi a Morbegno che bisognava chiudere Morbegno e Chiavenna perche’ tanto c’era Gravedona. E’ quello che esattamente nei fatti e’ avvenuto in questi anni. Insieme alla crescita esponenziale di numerose strutture private la maggior parte non convenzionate.
Inoltre il sistema dell’Emergenza-Urgenza, dell’Areu ha favorito questo processo  trasferendo la maggior parte dei pazienti della Bassa valle e della Valchiavenna fuori provincia ed in primis a Gravedona.
Queste dinamiche non sono avvenute per caso e sono peculiari della nostra provincia perche’ non si sono realizzate ad esempio in Valcamonica o nel Lecchese dove l’ospedale di Merate si trova  a due passi da Lecco e Vimercate, entrambe con due grossi ospedali di nuova costruzione. Tanto meno nelle altre realta’ alpine.
Ma questo era inevitabile: penso di no. E allora cosa si puo’ fare ?
Primo credere nei nostri ospedali pubblici rimettendo le cose a posto. Rispolverare il progetto abbandonato di un Direttore generale illuminato, uno dei pochi insieme ad un altro che ha avuto il coraggio di dimettersi perche’ la Regione non ci dava quello che meritavamo,,  che prevedeva la costruzione di un nuovo ospedale a Sondrio e uno nella bassa valle cassato non per motivi economici, perche’ i fondi erano gia’ stati stanziati dal Governo, ma per convenienze politiche.
E per Sondalo credere nella vocazione stabilita dalla Regione di presidio multizonale per l’Alta Riabilitazione  con gli atti conseguenti.
Penso che in provincia vi siano le risorse adeguate per fare un progetto di rilancio della nostra sanita’ ma la politica deve essere conseguente.

Gfranco Cucchi
 

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