Sondrio. C'era una volta il Foro Boario, poi le Magistrali, poi il Provveditorato, poi la Civica. Poi ...il piccone demolitore

C'era una volta il “Foro Boario”, nella Roma latina “mercato dei buoi”, C'era una volta, in quel di Sondrio, ma non solo, il “Foro Boario” che era una specie di borsa in cui venivano scambiati in genere bovini. Particolare interessante, chi era il notaio che certificava vendite e acquisti? Non c'era. Lo surrogavano due mani, dell'acquirente e del venditore. Era talmente radicato, quasi un rito, questo sistema che anche se arrivava una offerta migliore a cose fatte non veniva accolta. A Sondrio c'erano in un anno 4 o 5 Mostre zootecniche cui venivano portati gli animali da tutti i Paesi intorno e anche oltre. Tradizionali altre in giro per la Valle generalmente coincidenti con le Fiere.
Il progresso, Tanti, tanti ragazzi, fortunatamente andavano a scuola con una grande crescita per quanto riguarda le Scuole Superiori. Il Comune al riguardo non era stato con le mani in mano. Per le elementari alla sede tradizionale di Via Cesare Battisti erano state aggiunte quelle ad ovest (Via Bosatta) e quelle ad est (Via IV Novembre), le tre frazionali a parte con la bellissima struttura polivalente di Triangia. Le nuove sedi delle Superiori: Professionale Fossati, e poi anche ITI. Un complesso di opere rilevantissimo in tempi in cui le uniche entrate erano quelle del dazio e dell'imposta di famiglia. Prestigioso il risultato pervenuto al Sindaco Schena. La allora rarissima Medaglia D'oro al merito della Pubblica Istruzione, primo Comune d'Italia a non avere più doppi turni (il relativo diploma è visibile sul corridoio di accesso all'ufficio del Sindaco, però, ed è un peccato, scarsamente noto perfino ai consiglieri delle varie Amministrazioni succedutesi nel tempo).
La crescita del numero di alunni/e evidenziò la necessità di una nuova sede dell'Istituto Magistrale allora compresso nell'edificio adiacente a quello delle Elementari di Via Battisti. Difficile la scelta che cadde sulla zona del Foro Boario ormai quasi inutilizzato per la destinazione originaria e saltuariamente concesso per il Luna Park con la novità assoluta del primo ottovolante che richiamava gente da tutta la Valle. La scelta progettuale, architettonicamente condivisa, si accompagnò a quella culturale. Per le opere pubbliche la legge disponeva che qualche punto di percentuali del costo fosse destinato ad opere d'arte e simili. Il Comune volò alto: due grandi mosaici di Bruno Cassinari, grandissimo artista internazionale sulla parete nord, quella che dava su Via Sauro e, internamente, la fontana del famoso scultore Mario Negri, originario di Tirano.
Decennio dopo decennio 'il Magistrale' sfornò centinaia di maestri e, soprattutto maestre, molte delle quali ospitate dalle attigue 'Canossiane' e 'Santa Croce'. Le Magistrali se ne vanno e cambia tutto. Vengono portati lì gli uffici del Provveditorato. Si insedia la Scuola Civica di musica con qualche utilizzazione della parte sottostante (per un pò curiosamente ha sede la Valtellina Boxe mal gradita per quel che viene considerato un sport violento. Il trasloco del Provveditorato nell'edificio nato come Liceo Scientifico e, poi, quello della 'Civica' lo svuotano. Gli architetti vorrebbero la conservazione, il Comune replica che l'edificio è difficilmente convertibile. Asta ma nessuno partecipa. Ribasso e finalmente qualcuno arriva con la proposta di acquisto, demolizione, ricostruzione, privatistica, con finalità sociali, in particolare anziani. In quattro e quattrotto sparisce tutto, dopo aver messo al riparo, non sappiamo dove, i mosaici e la fontana e subito arrivano le benne con il calcestruzzo che serve. Nella foro come era e come addì 3 aprile 2019, è ora.
GdS

 

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