Svizzeri meglio soli, niente Europa

Maggioranza schiacciante che rispecchia l'orientamento popolare. E dal 2017 tagliola per gli stranieri, nostri frontalieri compresi

La Svizzera deve ritirare ufficialmente la domanda di adesione all'Unione europea, inoltrata 22 anni fa, quando l'Ue si chiamava ancora Comunità economica europea (CEE). Il Nazionale ha accolto con 126 voti contro 46 e 18 astensioni una mozione in questo senso. Il Consiglio degli Stati deve ancora esprimersi.
Per il deputato argoviese Per Lukas Reimann (UDC/AG)  l'Ue tratta la Svizzera come un Paese candidato, non come una nazione indipendente e sovrana, ed esige che recepisca il diritto comunitario pressoché in tutti i campi. È ora che la Confederazione ritiri ufficialmente la domanda di adesione come ha fatto l'Islanda nel febbraio del 2014. Per lui la posizione svizzera è chiara: il popolo è assolutamente contrario,
Il Consiglio federale, rispondendo a una mozione del gruppo parlamentare dell'UDC del dicembre 2013, ha assicurato che farà nuovamente presente a Bruxelles che la Svizzera non intende aderire all'Unione. L'Ue ne è ben consapevole visto che nel sito e sulla carta ufficiale la Svizzera non viene considerata come Paese candidato e neppure come potenziale candidato, è totalmente neutra come appunto l'Islanda, la Norvegia e la Russia, ha spiegato Lukas Reimann (UDC/AG)
Il Consiglio federale ha da parte sua proposto di accogliere la mozione. Didider Burkhalter, uno dei sette “consiglieri federali” che compongono il Governo - solo sette ma con maggior potere rispetto ai nostri Ministri - ha spiegato che le precisazioni coincidono con la posizione del Governo e si rispecchiano nel mandato di negoziazione: per questo verranno incluse nelle trattative in corso.

E poi nel 2017...

E poi fra un anno calerà la tagliola. Il Governo metterà limiti all'ingresso di lavoratori stranieri. Una misura destinata a colpire anche i nostri frontalieri. Si tratta del'attuazione del referendum popolare di due anni fa, indetto dalla destra (UDC). Cauta reazione in Europa. L'Italia propone di contemperare esito del referendum e gli accordi vigenti.

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