"VILLAGE PEOPLE SOTTO LO STESSO CIELO" 12.6.30.23

Stranamente e ostinatamente familiare l'atmosfera che si respira al Bellevue di Cosio, tra giovani senza confini attorno allo stesso tavolo, a condividere insieme...

E' sempre difficile il momento del passaggio. Il guado è stata appena superato. Ora è il tempo del saluto, del commiato, dei ricordi raccolti in un coacervo di esperienze forti che lasceranno a lungo il segno. Stranamente e ostinatamente familiare l'atmosfera che si respira al Bellevue di Cosio, tra giovani senza confini attorno allo stesso tavolo, a condividere insieme un piatto ed emozioni che toccano profondamente. Sono i giovani del gruppo sondriese di Intercultura che opera sul territorio da un ventennio, una onlus che intende costruire un vero dialogo interculturale tra i popoli attraverso un progetto educativo internazionale di scambi giovanili tra i diversi Paesi del Pianeta. E quando sono i giovani a scendere in campo, tutto diventa possibile, in nome di una fratellanza attiva tra i popoli, non solo ideale, che accomuna al là di qualsiasi frontiera politica, al di là di qualsiasi barriera culturale o linguistica. "Trovarsi insieme e riflettere sulla diversità che arricchisce non sempre è facile. Elaborare un'esperienza di scambio culturale tra giovani di diversi Paesi non è immediato, perché spesso si ritorna a casa dopo mesi trascorsi all'estero, ma l'esperienza non si è certo conclusa, anzi è appena cominciata. E occorre del tempo per realizzare il cambiamento che, nonostante tutto, è avvenuto in ognuno di noi, segnandoci profondamente". A parlare è Nicola Curtoni, di Delebio, poco più che ventenne, studente appassionato di cinematografia al Dams di Bologna, entusiasta ed effervescente presidente del gruppo valtellinese di Intercultura. "Non posso che essere grato a chi a permesso alla mia Sara Giulia questo viaggio negli Usa che le ha dato modo di crescere, di diventare più matura e consapevole di se stessa", ha detto infatti Mario Ciapparini ricordando, nella serata conviviale dei saluti, l'esperienza fatta dalla figlia in America. E c'è stato anche di chi ha parlato di "sindrome da nido vuoto" ospitando in casa una ragazza o un ragazzo per colmare un vuoto insanabile lasciato da chi è uscito ormai dal nido per farsi una famiglia o semplicemente perché lontano in un altro angolo del mondo. Gli scambi culturali portano i giovani lontano dal proprio ambito domestico per pochi mesi o un anno intero, e non sempre è facile spiccare il volo, ma il gioco vale la candela perché l'esperienza rimane per sempre. E sarà una grande gioia ritrovarsi tutti insieme il prossimo settembre al Policampus per la Giornata Europea dell'Intercultura a cui parteciperanno tutti gli studenti valtellinesi che hanno usufruito della possibilità di studiare all'estero per imparare la lingua, ma anche per avvicinarsi ad una cultura e ad un modo di vivere diversi. E saranno insieme a tantissimi giovani stranieri ospitati presso famiglie del territorio, in un grande abbraccio ideale tra popoli. "Devo riconoscere che l'esperienza di intercultura di tanti nostri studenti ha contribuito sicuramente all'apertura della nostra Valle verso il mondo", ha riconosciuto Marcella Fratta, insegnante di Lingue al "Perpenti" cittadino, da tempo attiva nel campo degli scambi giovanili curando i rapporti tra Scuola e Intercultura. Un'atmosfera magica al Bellevue, da "Village People", regna sovrana tra i commensali che si ritrovano insieme dopo la loro esperienza di scambio culturale all'estero. "Appena arrivato a Santo Domingo, mi sembrava tutto incomprensibile, lontano dal mio mondo. Appena è iniziata la scuola al college, però, tutto è cambiato, ma mai e poi mai mi sarei aspettato di diventare amico di Theo Negrini, di chiare e lontane origini valtellinesi, che mi ha fatto compagnia in questi lunghi mesi di studio e di svago". E' questa la testimonianza di Daniele Fistolera di Delebio, approdato in terra Dominicana 11 mesi fa perché innamorato dei Caraibi e della lingua spagnola. "Un'esperienza indimenticabile con quei "colmado" così pieni di vita, e di colore con le loro mercanzie e loro gioiosa musica caraibica. Ottimi i rapporti con la famiglia che mi ha ospitato". "Anche troppo!" , dice qualcuno sorridendo, alludendo alla sua tenera amicizia con una delle "sorelle adottive" dominicane. Marina Pusterla, di Chiuro, prossima invece a partire per la Finlandia per 5 mesi, racconta le sue ansie prima della grande avventura: "Spero di adattarmi presto alla mia nuova famiglia, ma ho voglia di scoprire questo mondo così nuovo ed affascinante". Anika Kaplon, tedesca di Germania, a due passi da Berlino, ha da poco terminato il suo soggiorno italiano di 10 mesi presso una famiglia di Chiuro. "Mi piacciono queste montagne e tutti gli amici che ho conosciuto qui e che mi porterò nel cuore". Asia Bazzi, di Fusine, pronta a partire per un anno intero per l'Ecuador, confessa: "Volevo esplorare un mondo diverso dal mio, anche se so che all'inizio soffrirò molto la nostalgia di casa". "Qui mi sono trovato benissimo, anche se un po' bloccato, perché amo viaggiare continuamente. Ma ora dopo questo soggiorno in Valtellina ho imparato ad essere più felice e più libero di godermi la vita", sostiene Pètia Aki Samulì Karppinen, finlandese, che ha completato la sua esperienza valtellinese a Delebio dopo aver frequentato il "Perpenti" di Sondrio e poi lo scientifico "Donegani". La cinese Yuan Zhu, ospite per un anno a Talamona, ha apprezzato molto l'ambiente in cui è vissuta:"Un paese bellissimo e bellissima la mia famiglia, cara e gentile, anche se mi mancavano un po' i miei genitori. Ora però che devo partire sono felice a metà, perché lascio tante persone a cui sono affezionata". Poi aggiunge tutta d'un fiato: "Mi piace tanto la cucina italiana!" Teresa Negrini, di Caspoggio, è appena rientrata dal suo lontano soggiorno norvegese nei pressi di Oslo. "Mi affascina il paesaggio invernale del Nord, e poi io amo la montagna e sciare. Ed è quello che ho sempre fatto. Lì a scuola gli studenti arrivano in sci, li parcheggiano a lato della loro classe in cui entrano scalzi. Ho imparato il norvegese e non so quanto mi servirà. Ma non si sa mai!". Teresa ricorda poi le sue lunghe passeggiate con gli amici, i tornei di pallavolo e il Natale così colorato e pieno di regali sotto l'albero, tra cui un bel maglione "che pesava forse 7 chili, ma bellissimo, tutto decorato!". Ma ricorda soprattutto il gusto dei pepperkake, dei deliziosi biscotti a forma umana. Emanuela Della Bosca, di Grosio attende con ansia la sua partenza per gli Usa per frequentare Ingegneria spaziale. Giuseppe Mariconda, responsabile del settore invio del gruppo Intercultura a cui dà man forte papà Domenico come responsabile dell'ospitalità, così racconta la sua avventura in terra americana: "Ho lasciato il suolo italiano il 13 agosto 2009 alla volta di Boise (Idaho) città del nord-ovest degli Stati Uniti, in cui ho vissuto 10 mesi con la famiglia Kanet-Nehr. Dopo una prima fase di totale scombussolamento (quello che alcuni definiscono "shock-culturale", mi sono adattato piuttosto rapidamente alla vita "made in USA": scuola, sport e famiglia. Ad accompagnare il tutto un contorno di intense giornate a cercare di apprendere a pieno la lingua inglese, che ha quasi completamente sostituito quella italiana (usata solo per comunicare con parenti e amici in patria). La scuola è il centro della vita di uno studente negli "States", non solo dal punto di vista educativo, ma anche dal punto di vista sportivo e culturale: questa gestisce squadre maschili e femminili all'interno di competizioni statali con altre scuole, e gruppi culturali (coro, teatro, clubs, …) per intrattenere altri studenti e membri della comunità cittadina. Devo ammettere di essermi trovato a mio agio nel paese dei fast-food e delle "muscle car". Questa esperienza mi ha insegnato ad essere indipendente, il valore dell'interculturalità e a farmi capire cosa volevo fare "da grande". Penso che una delle parti più belle dell'esperienza, nonostante il totale smarrimento siano stati i primi giorni di scuola: la full immersion nella nuova cultura, l'andare a scuola con il pullmino giallo, che si vede solo nei film; le liti con il lucchetto dell'armadietto la mattina per prendere i libri delle prime ore, e la sera per rimetterceli dentro; il cambio dell'aula ad ogni ora, in cui con una mappa si vagava per i piani dell'immensa struttura. Oltre a questo, tutte le persone che hanno reso l'esperienza indimenticabile". "Village People" è già qui tra noi: è una scommessa vinta grazie ad un manipolo di eroi quotidiani che hanno issate le vele della navicella del sapere affidandole a venti propizi in cerca di mete lontane. E questo soltanto "per seguir virtute e canoscenza".

Nello Colombo

Nello Colombo
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