Prima pandemia divulgata in una globalizzazione dell’informazione
Questa e’ stata la prima pandemia della storia dell’umanita’ divulgata sui mass media in una globalizzazione dell’informazione. Pensiamo solo all’asiatica che ha colpito il mondo dal 1957 al 1960 che colpiva soprattutto i bambini con due milioni di morti. Allora non c’era internet, e tutti i social che oggi hanno creato una connessione globale dell’informazione pandemica.
Se a livello scientifico-epidemiologico quanto sta avvenendo si definisce pandemia, per quanto riguarda la comunicazione l’anomalia di una comunicazione continua massiva a volte distorta è stata catalogata nel termine infodemia Della seconda si potrebbe guarire più facilmente che dalla prima, cercando di avere maggiore certezza delle fonti di informazioni e discernendo i mezzi di comunicazione.
I numeri che vengono quotidianamente forniti nei vari bollettini non sono solo delle cifre astratte ma persone in carne ed ossa.
Su queste cifre si costruiscono proiezioni sulle varie possibilita’ di apertura o meno e di interventi di protezione e sicurezza individuale Inoltre, non di meno, questi dati vengono valutati dai governi della nazioni a noi vicine che valutano processi e condizioni di apertura delle frontiere.
Quindi il comunicare dei dati trasparenti ha conseguenze non solo sul benessere/salute personale ma anche sociale ed economico
I dati hanno una valenza quantitativa e qualitativa. Quantitativa in riferimento al numero dei casi positivi , al numero dei decessi, dei guariti, nei posti di terapia intensiva. Qualitativa in base alla tipologia e selezione delle persone positive, cosi’ dei decessi e dei guariti ( dimessi ancora positivi o no ).
Prima di tutto i numeri vanno comunicati non i termini assoluti, per provincia, regione e nazione ma in base alla popolazione di quel contesto. L’Istat esprime i dati per tassi standardizzati che possono essere per mille o diecimila abitanti-
Lab 24 ore, centro di ricerca del Sole 24 ore giornalmente elabora i dati per ogni regione italiana in base alla popolazione. Al 3 giugno la regione con il piu’ alto indice di Covid positivi è la Lombardia con 0,8 % di media rispetto allo 0,38% dell’Italia La provincia con il piu’ alto indice di casi positivi è quella di Cremona con 1,8 % rispetto a Varese con 0,40% La provincia di Sondrio si colloca al sesto posto con 0,81% alla pari con Lecco, e Mantova e a livello italiano è collocata al nono posto.
Per quanto riguarda i decessi la Lombardia ha una persona morta ogni 625 abitanti rispetto all’Italia con un decesso ogni 1785 abitanti, A livello internazionale la vicina Austria presenta un morto per covid ogni 13222 abitanti il Regno Unito un decesso ogni 1692 abitanti e gli Stati Uniti( che in termini assoluti con 109 mila decessi ha il piu’ alto numero di morti) 1 ogni 3064 abitanti.
Infine sulla qualita’ dei dati, comunicare che in un giorno ci sono stati 300 nuovi casi positivi puo’ essere fuorviante se non viene specificato se si tratta di tamponi positivi o di nuovi ammalati , in quanto risultano positivi al tampone anche paziente dimessi clinicamente guariti dopo cinquanta giorni ( un mio paziente e’ ancora positivo dopo il sesto tampone) oppure non hanno mai avuto sintomi e hanno eseguito il tampone dopo il test sierologico positivo: gli asintomatici Anche sul dato delle persone morte in un giorno andrebbe specificato, se sono morti in ospedale o in casa di riposo, quando si sono ammalati e le cause del decesso.
Un’ informazione più precisa e approfondita puo’ contribuire ad assumere decisioni più motivate e sicure con importanti conseguenze sociali ed economiche.
Gianfranco Cucchi