Nel segno di San Giovanni Bosco, benevolmente, le borse di studio
(Nello Colombo) San Giovanni Bosco vicino ai suoi giovani. Sempre. E ancora oggi i suoi figli adottivi ricevono l’effluvio del dono come vicinanza concreta durante le difficoltà della loro vita quotidiana. Anche il mondo scolastico sembra talvolta erigere muri insormontabili per chi, in disarmo in alcune discipline, arranca negli studi ed ha bisogno nuove motivazioni per riprendere con nuova lena gli sforzi per colmare lacune che paiono insanabili. Ecco allora i seguaci del “Santo dei giovani”, gli apostoli caritatevoli degli ex allievi salesiani, che vanno in soccorso di chi macina terreno a fatica affrontando con riluttanza quel sacrificio richiesto per rimettersi in sesto nel quadro scolastico, con benefiche borse di studio che, al di là del sostegno economico, incentivano la voglia di ricominciare, più che ergersi a plauso per i risultati brillanti conseguiti sul campo. Ed è proprio qui che l’ottica della valutazione si ribalta: non sono i migliori a beneficiare di una lauta ricompensa al loro impegno, ma quelli che, in oggettiva difficoltà del momento, qualunque sia la causa, si rimboccano le maniche per riguadagnare terreno e mettersi alla pari con gli altri. A spiegare il meccanismo complesso durante la cerimonia della consegna delle borse di studio ai convittori salesiani, è lo stesso direttore dell’Oratorio San Rocco, Don Giacinto Ghioni, che ha avuto lusinghiere parole di elogio per quanti non si sono adagiati nel campo molle dell’abbandono, ma si son dati da fare per migliorare il proprio quadro scolastico deficitario. E questo anche grazie alla munifica filantropia di due figli di Don Bosco accomunati dalla stessa sorte nel bene in vita e anche oltre. Due fulgidi esempi di solidale visione del mondo che s’ispira ai più nobili sentimenti della carità fraterna. Renzo Tirelli e Celestino Berniga, degni ex allievi salesiani, costruttori di pace ed amore nel mondo, continuano incessantemente la loro opera benefica attraverso gli eredi dei loro valori che hanno incarnato nella vita terrena, ponendosi al fianco di chi ha bisogno di una pacca sulla spalla, di un umile consiglio, di una vicinanza fattiva nel momento del bisogno. E così il Fondo di Solidarietà dell’”Unione ex allievi” in una solenne cerimonia nell’Istituto Salesiano, alla presenza del segretario dell’”Unione ex Allievi”, Salvatore Sgro, e del suo presidente, Bruno Locatelli, dei figli di Celestino Berniga, Catia e Giovanni, e della moglie Nadia e il figlio Eugenio, di Renzo Tirelli, ha premiato con una borsa di studio i 5 allievi più meritevoli in una classifica che ha tenuto conto dell’incremento valutativo scolastico in 4 diversi step: Joao Ronchi, Nicolò Pradella, Mattia Bertolina, Giovanni Castellazzi e Daniele Fazzini. L’ “operazione tabellone” ha dato infine i suoi frutti sottolineati dal lungo applauso riconoscente di tutti i convittori. Non i “migliori” dunque ad essere premiati, ma quelli che, pur zoppicando per un tratto dell’aspro sentiero conoscitivo, non hanno gettato la spugna né innalzato la bandiera della resa incondizionata, ma, a piccoli passi hanno riguadagnato le loro posizioni, agganciando il gruppo prima dell’ultima volata finale allo sprint della maturità. Don Bosco avrebbe certamente sorriso. Benevolmente.
Nello Colombo