La stele della memoria in Tirano e la memoria di quel che accadde (seconda parte)
A seguito dell'articolo di cui al titolo pubblicato sullo scorso numero ora la bibliografia essenziale, rappresentazioni con un filmato, le motivazioni dei riconoscimenti nonché una illustrazione de "I Giusti fra le Nazioni".
Bibliografia essenziale
MORASCHINELLI Luisa, Ricordi di Guerra. Una ragazza valtellinese racconta, Sondrio 1995, p.144.
Il cap. X (p.61-67), intitolato Gli Ebrei-Gli Zagabri, è riservato agli Ebrei internati all'Aprica ai quali l'autrice ha dedicato il libro.
ZIMET LEVY Regina, Al di là dal ponte, a cura di Fausta Messa e Paola Rovagnati, Città di Morbegno, Sondrio 2000, p. 183. 2° ed. con l'aggiunta del sottotitolo "Le peripezie a lieto fine di una bambina ebrea sfuggita alla Shoà. Prefazione di Liliana Picciotto Garzanti, Milano 2003 p. 243.
PICK Vera, Il memoriale di Vera. Con una scheda su don Giuseppe Carozzi. Museo Etnografico Tiranese, Sondrio 2006, p. 47. Il testo è consultabile all'indirizzo web: http://www.brunociapponilandi.it/docs/pubblicazioni/105-Il%20memoriale%2...
ZUCCHELLI Mauro, Questo strano coraggio. Mario Canessa un livornese Giusto fra le Nazioni, in "CN Comune Notizie". Rivista del Comune di Livorno, ottobre-dicembre 2008 n. 69, p. 64. Numero monografico edito in occasione del Giorno della memoria 2010. Il testo con vari riferimenti a Tirano, è scaricabile cliccando "CN-Comune Notizie (ottobre-dicembre 2009) sul testo che compare al seguente indirizzo web:
http://www.comune.livorno.it/_livo/uploads/2010_02_17_12_45_21.pdf
FARINELLI Vanni, Noi c'eravamo! La Benemerita da Tirano all'Alta Valle nei suoi 150 anni in Valtellina, Tirano 2009, p.213
POLETTI Alan, Una seconda vita: Aprica - Svizzera 1943, la salvezza, edizione del Museo Etnografico Tiranese per conto del Comune di Aprica, Sondrio 2012, p. 155, traduzione di Milva Genetti di A second life. Aprica to salvation in Switzerland 1943, Auckland Nuova Zelanda 2012.
LUCIANI Luciano, SEVERINO Gerardo. La guerra di Claudio. Storia del finanziere Claudio Sacchelli, un angelo di bene conto l'odio razziale e la persecuzione nazi-fascita (1913-1945, Museo Storico della Guardia di Finanza. Roma 2013, p.198.
MORASCHINELLI Luisa, Ricordi di Guerra. Una ragazza valtellinese racconta, Sondrio 1995, p.144.
Il cap. X (p.61-67), intitolato Gli Ebrei-Gli Zagabri, è riservato agli Ebrei internati all'Aprica ai quali l'autrice ha dedicato il libro.
Filmato
I Pueri Cantores di Tirano e il Coro Cime di Redasco di Grosio hanno messo in scena e replicato un decina di volte fra il maggio del 2012 e il gennaio del 2013 una rappresentazione teatrale e musicale intitolata Portami di là. Si tratta di una libera riduzione teatrale delle vicende tiranesi di Mario Canessa, il giovane agente di polizia volterrano, studente alla Cattolica con David Maria Turoldo e Camillo De Piaz, riconosciuto Giusto fra le nazioni per il salvataggio di alcuni ebrei nel 1943 quando era in servizio alla frontiera di Tirano. Il testo, la regia e la direzione sono di Patrizia Fabbri, la musica del pianista Maurizio Fasoli. Gli spettacoli sono stati tenuti a Tirano, Brusio, Grosio, Aprica, Tresenda di Teglio, Bianzone, Chiavenna, Tirano e a Edolo, in occasione del Giorno della Memoria 2013. Dai filmati delle rappresentazioni si è ricavato un DVD, integrato con una serie di testimonianze.
Notizie biografiche
Mario Canessa, Giusto fra le nazioni. E' nato a Volterra il 20 novembre 1917. Settimo di nove figli ha fatto carriera nell'ambito della polizia: da semplice agente e studente universitario dell'Università Cattolica di Milano negli anni 1943-1945 ha raggiunto, in seguito, la qualifica di Dirigente Generale al Ministero degli Interni. Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana e dell'occupazione tedesca si adoperò per prestare aiuto ad ebrei perseguitati in diversi casi fra i quali si ricordano, per quanto attiene l'opera svolta in Valtellina, l'ospitalità offerta per 24 giorni, nei mesi di settembre/ottobre 1943 nella sua casa di Tirano, a due cittadine ebree ungheresi, Flora Lusz e la figlia Noemi Gallia, in attesa di ripararle in Svizzera. Poco tempo dopo, nella notte del 10-11 dicembre 1943, Mario Canessa, mentre prestava servizio in qualità di agente di Pubblica Sicurezza nell'ufficio di settore di polizia di frontiera al confine italo-svizzero di Tirano, unitamente al brigadiere Giovanni Marrani, accompagnò al di sopra del valico di Sasso del Gallo, Ciro De Benedetti, ragazzo ebreo di 8 anni che viveva a Milano, consegnandolo al Sig. Amarca, comandante della gendarmeria del posto di frontiera di Campocologno (Canton Grigioni - Svizzera). […] La nonna di Ciro, Corinna Siszi ottuagenaria e claudicante, per le sue precarie condizioni, fu invece affidata a Pietro Vettrici di Baruffini che la trasportò a spalle dentro una grande gerla, fino all'Ufficio rifugiati di Campocologno.
Claudio Sacchelli, finanziere scelto,
Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria.
Motivazione
Di stanza nel territorio di frontiera del Tiranese, nel dorso dell'ultimo conflitto mondiale, durante l'occupazione tedesca, si prodigò in favore dei profughi ebrei, aiutandoli ad espatriare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dalle autorità tedesche fu infine trasferito nel campo di sterminio di Mauthausen, dove morì di stenti e di sevizie. Mirabile esempio di umana solidarietà e di altissima dignità morale, spinte fino all'estremo sacrificio. 1943 - Villa di Tirano (SO).
Bruno Pilat, brigadiere dei Carabinieri, comandate della Stazione di Aprica.
Medaglia d'argento al Merito Civile
Motivazione
Comandante di stazione Carabinieri, con generoso slancio ed eccezionale senso di abnegazione, si adoperò durante l'occupazione nazista per alleviare le sofferenze di molti cittadini ebrei jugoslavi confinati nel territorio italiano, proteggendoli dalle violenze fisiche e favorendone l'espatrio clandestino in Svizzera. Catturato e deportato in Germania, subì stenti e privazioni fino al rientro in patria al termine della guerra. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere. 1942/1944 - Aprica (SO).
I GIUSTI FRA LE NAZIONI. Nella tradizione ebraica il termine giusto è utilizzato per indicare i non ebrei che hanno rispetto per Dio. Il titolo onorifico di Giusto tra le nazioni viene attribuito da una commissione, guidata dalla Suprema corte israeliana, composta da 35 membri, molti dei quali sono dei sopravvissuti allo sterminio. La Commissione è presieduta da un ex giudice della Corte e segue criteri meticolosi ricercando documentazione e testimonianze che possano avvalorare il coraggio ed il rischio che i salvatori hanno affrontato per salvare gli ebrei dalla Shoah. In Italia le indagini preliminari per il riconoscimento dei Giusti tra le nazioni vengono svolte dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni riceve la cittadinanza onoraria dello stato di Israele , viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome ed ha il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. Ad ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, gesto che nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d'Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.