La nevicata di fine gennaio conferma il ciclo decennale anche se nessuno se ne è accorto

Una retrospettiva sulle grandi nevicate

La nevicata di fine gennaio, secondo un calendario
tradizionale che avevano individuato i compianti Sandro
Rovaris e Mario Testorelli, é arrivata quasi puntuale.
Il ciclo, per gli ultimi decenni, é stato il seguente:
1045 - 1955 (o 54) - 1965 - 1976 - 1985 - spuria (x) -
2005. Si parla di nevicate di oltre un metro, anche se
poi gli effetti sono diversi. Quest'anno l'effetto
percepibile per l'addensamento era di un 70 cm rispetto
ai 130 caduti. Nel 1985 era, secondo le parti della
città, tra 110 e 120 cm rispetto ai circa 130 caduti.

Per stare a quella citata va aggiunto che in Alta Italia
fu un vero disastro, molto peggio di quest'anno. A Como
dopo una settimana si riusciva ad arrivare a tre km dal
centro. A MIlano, disperati, dopo una settimana di
inutili interventi si scomodarono persino i carri armati
Leopard, ovviamente senza costrutto. In Valtellina per
giorni e giorni per andare da Sondrio a Morbegno o da
Sondrio a Tirano ci volevano ore per via dei solchi
formatisi sulla strada. A Sondrio, unico caso in tutta
l'Alta Italia, le cose andarono ben diversamente. Si era
a pochi giorni dai mondiali di sci che si sarebbero
svolti in Alta Valle. Il capoluogo doveva essere
all'altezza dell'evento oltre naturalmente al dovere di
fornire il miglior servizio possibile ai cittadini.
Cessata la lunga nevicata sul mezzogiorno del mercoledì,
scatto una ponderosa organizzazione, personalmente
diretta sul campo da Sindaco e assessori. Prima piazze,
piazzali, larghi, spazi aperti. Non già per favorire le
banche come qualche bel tomo aveva tentato di dire bensì
per aprire ampi spazi ove far affluire le auto liberando
le strade per le ruspe e le lame. Le ruspe operavano in
coppia caricando poi la neve sui camoin che con migliaia
di viaggi trasportano in periferia la neve raccolta
formando vere e proprie montagne. Alle 19 dell'indomani
si correva sull'asfalto dalla Sassella alla Cappelletta
della Cè Bianca che segna il confine comunale. Gran
parte della città era nelle stesse condizioni,
interamente liberata dalla neve senza alcun cumulo.
Lavoro per i Vigili del Fuoco perché da molti tetti
pendevano pericolosi ammassi di neve al punto che alcune
vie, specie in Sondrio-vecchia, furono sbarrate.
Ovviamente questo ebbe un costo. Vent'anni fa 200
milioni di lire. I cittadini però ne risparmiarono di
più.

Resta il perché dell'asterisco sul 1994 o 1995. Allora
infatti non ci fu la classica nevicata di oltre un
metro. Di neve ne venne parecchia di più ma con uno
strano andirivieni. 30 cm. e poi acqua. Ripresa di altri
30/40 cm. e poi acqua. Per una settimana, forse una
decina di giorni andò avanti così. Di fatto era la
grande nevicata decennale spezzettata.


Dalla relazione comunale si evince che gli interventi
messi in atto nella fase più acuta del fenomeno hanno
visto impegnati 24 mezzi e circa 95 persone -, e poi vi
é stato l'intervento di 6 minipale e 14 addetti per i
marciapiedi, mentre altro personale. Le spese sostenute
nel periodo dal 26 al 30 gennaio ammontano a circa
70.000 € - per cui si é convenuto di procedere alla
rimozione selettiva degli accumuli di neve dalle strade,
dando priorità, cioè, a quelle zone dove è compromessa
la sicurezza della circolazione.
GdS


GdS - 30 I 06 - www.gazzettadisondrio.it

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