"La memoria dei nostri padri non deve essere dimenticata” ...continuiamo a chiamare l'erba!

di CS

Tutti per strada, al suono dei campanacci, per risvegliare
l'erba.

"La memoria dei nostri padri non deve essere
dimenticata”. Bruno Corvi, il coordinatore del Sunà da mars
2005 lo ripete da tempo e con la stessa saggezza, al termine
della festa popolare di lunedì sera all'Aprica - quando,
ironia della sorte, un po' di neve ha cominciato a cadere
dal cielo - ha affermato: "Eccola, questa è l'erba del
giorno d'oggi".

Il rito contadino del richiamo dell'erba ha
portato in piazza Palabione circa 800 persone, provenienti
da ognuna delle contrade coinvolte, Liscedo, Liscidini,
Dosso, Mavigna, Santa Maria e San Pietro. I bambini delle
scuole elementari - rappresentanti delle contrade - hanno
fatto da portabandiera dei gonfaloni di ogni contrada,
mentre gli adulti e gli anziani ripercorrevano il sentiero
della memoria, fra corni, campanacci antichi (alcuni anche
del secolo scorso) e addirittura ricostruzioni minuziose
della vita di un tempo, quando la località oggi turistica,
viveva di allevamento. Edoardo Cioccarelli ha presentato la
serata ricordando le tappe di una consuetudine che si ripete
e che quest'anno è tornata ad animare la piazza. “Siamo
molto soddisfatti - ha detto il vicesindaco Domenico
Cioccarelli, uno dei fieri rappresentanti di Santa Maria -
del successo ottenuto dalla nostra manifestazione popolare
per eccellenza. I residenti hanno indossato i loro abiti
antichi e sono tornati a chiamar l'erba, con una carica
emotiva che ha riempito tutti di gioia". L’esibizione dei
gruppi folcloristici, la consegna del campanaccio simbolo
alla contrada e la degustazione di prodotti tipici aveva
animato la notte di sabato scorso, principalmente dedicata
ai turisti, ma lunedì erano praticamente tutti aprichesi i
suonatori che hanno sfidato il gelo di una delle notti più
fredde dell'inverno, per rendere omaggio alla tradizione. Ed
erano aprichesi anche i molti volontari che hanno
contribuito alla perfetta riuscita della kermesse, gli
infaticabili alpini impegnati alla cucina e le volontarie
che distribuivano gratuitamente il mach, polenta e salsicce,
piatto tradizionale del passato aprichese, che ha ancora una
volta legato tutti i paesani, insieme, in una ricorrenza
antica e preziosa.
CS


GdS - 10 III 05 - www.gazzettadisondrio.it

CS
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