INFORMAZIONE TELEVISIVA NAZIONALE E PROVINCIA DI SONDRIO

di Maurizio Bosoni (x)


Pubblichiamo la lettera inviata,
opportunamente, da Maurizio Bosoni ad Autorità nazionali,
regionali, provinciali e alla stampa. Eccone il testo:


VALTELLINA SVEGLIATI! – Lettera aperta

Mi dispiace dover intervenire nuovamente, a distanza di pochi
mesi, su un tema delicato come quello dell’Informazione, che
però mi sta particolarmente a cuore poiché da esso dipendono
almeno in parte le nostre fortune di gente dedita al turismo.


Tutto l’arco alpino è stato nei giorni scorsi interessato da
precipitazioni intense e dai fenomeni conseguenti, quali frane e
smottamenti qua e là, con punte di maggior gravità in certi
luoghi più a rischio. Si è trattato di eventi con conseguenze
anche gravi, ma francamente non inattesi.

Quando per mesi e mesi non piove o piove poco (questo è ciò che,
nonostante un’informazione approssimativa e scandalistica, è
avvenuto sulle Alpi durante l’estate e la prima parte
dell’autunno scorsi) si sa che prima o poi pioverà forte e a
lungo. E noi, da bravi montanari previdenti, ci eravamo dati da
fare per tempo – compatibilmente con le risorse a disposizione
fuori da Regioni a Statuto Speciale e Province Autonome – a
rinsaldare muri di sostegno, pulire tombini e liberare canali di
scolo. E infine persino a far nevicare, riuscendoci.

Cosa fa invece l’Informazione, specie quella più lontana e che
si nutre di notizie di seconda mano, visto che non sa più né
acquisirne di proprie, né discernere tra quelle che le arrivano?
Spara menzogne sulla Valtellina naturalmente, riprendendo ed
enfatizzando incauti ed immotivati messaggi di una Protezione
Civile che, a sua volta, farebbe meglio a fare più prevenzione e
meno allarmismo a senso unico.

Vuoi perché lo scandalismo paga in termini di audience, vuoi
perché si sa che le calunnie resteranno impunite, ecco che la
catena degli oscuri esecutori degli ordini impartiti dalle lobby
della MONTAGNA PRIVILEGIATA E PROTETTA si è anche stavolta
attivata ed ha eseguito con perfetto tempismo il suo compito
mediatico-terroristico:

“Si raccomanda di non recarsi assolutamente in Valtellina

se non per motivi di grave urgenza”.

Lo hanno ripetuto per giorni tutti i Media nazionali e anche
regionali, chiunque l’ha udito. Perché mai, mi domando, quando
piove scatta nell’Informazione – e in chi informa l’Informazione
– il solito riflesso condizionato “diamo addosso alla
Valtellina”? Forse che a recarsi nelle valli aostane,
piemontesi, bolzanine, trentine e friulane non c’era lo stesso
tipo di rischio? Visto l’ormai cronico ripetersi del trattamento
riservato alla nostra valle, da tempo ci domandiamo se si tratti
solo di superficialità e negligenza o se ci sia sotto
dell’altro.


Cosa fa nel frattempo l’ineffabile RAI Regione Lombardia, quella
che dovrebbe essere “vicina al territorio” e che sbaglia
regolarmente i nomi delle località fuori dal raggio dei 15 km da
Milano? Nulla, si accoda e basta. Parla solo dei danni e dei
disastri, enfatizzando le solite chiusure di strade. Che se poi
si va a controllare, mai si ricorda di dire che vengono anche
riaperte. O che, almeno per certe località, ci sono da sempre le
opportune alternative. E poi parla dei problemi della metropoli
o di Arese, mentre a quelli delle decine di migliaia di
operatori del turismo montano, che certo non inscenano
manifestazioni di piazza, non dedica nemmeno un cenno. Tanto non
bloccano strade o aeroporti e non richiamano tribuni in loro
difesa!

Noi Valtellinesi siamo sempre troppo gentili. Aspettiamo
fiduciosi che qualcuno pensi a noi, ma intanto le strade non si
fanno, i fiumi s’ingrossano ed escono dagli argini, i messaggi
promozionali realizzati con grandi sacrifici vengono vanificati
con una decina di parole sparate a vanvera da qualche
giornalista irresponsabile. Non possiamo continuare a subire in
questo modo!

Dal canto suo la congrega dei profeti (interessati) di sventure
a comando, quella manovrata da certi promoter turistici che
fanno di una presunta lettura scientifica della sfera di
cristallo il randello per denigrare la concorrenza e addirittura
– fatto di gravità inaudita – cercar di condizionare le scelte
di destinazione dei finanziamenti pubblici, ha pensato bene di
ritornare alla carica proprio in concomitanza delle piogge
autunnali. Ma guarda un po’ che caso!

Questa volta i maghi si sono riuniti a Merano e, dopo avere
sinistramente evocato la Val Pola del 1987, hanno convenuto che
era il caso di ripetere le minacce di sventura. Senza alcuna
vergogna hanno ri-sentenziato che sull’arco alpino le stazioni
invernali al di sotto dei 1300 metri dovranno chiudere in pochi
anni. E pensare che, al contrario, sembra addirittura esserci
un’inversione di tendenza: infatti all’Aprica nevica, eccome!

Da cotanti pozzi di scienza ci si sarebbe almeno aspettato che
proponessero qualche soluzione al problema della conseguente
riconversione economica necessaria in tali “sfortunate”
località, come succede in tutti i consessi dove s’ammassa tanta
materia grigia fumante e pensante. Invece nulla. Nemmeno la
proposta d’uno straccio di cassa integrazione per gli addetti
agli skilift, agli esercenti l’ospitalità e ai maestri di sci.
Evidentemente quello che più premeva loro era di parlare e far
parlare male di qualcuno. Tanto la Stampa e la TV, se si tratta
di sventure, sono sempre pronte...


Si parla tanto di Federalismo e Devolution. Come mai nessuno ha
ancora pensato a decentralizzare seriamente l’Informazione,
almeno quella pubblica? Noi diciamo che è necessario farlo,
perché siamo stufi di vedere malissimo rappresentata, o
addirittura non rappresentata per nulla, la nostra realtà.

Ecco perché, al pari di Aosta, Bolzano, Trento e Friuli, anche
la Valtellina deve avere una sede RAI a Sondrio, che diventi il
polo informativo della Montagna lombarda.

Anche se nessuno di quelli che dovrebbero e potrebbero farlo
dice qualcosa sul problema della nostra presenza
nell’Informazione pubblica (e privata), so di farmi portavoce
con questa richiesta d’una istanza di base molto forte.

Basta sentire le lamentele continue dei montanari e degli
appassionati, aumentate in questo inutile Anno Internazionale
delle Montagne, nel quale si toglie rappresentazione allo sci
per darla nottetempo alla vela.

Basta vedere sul tema le lettere di protesta pubblicate dai
giornali e da Internet.

E basterebbe che alla RAI e a Mediaset, invece di mostrare
trionfalmente solo i presunti indici d’ascolto passivo dicessero
ogni tanto anche quante sono le telefonate e i messaggi di
protesta contro l’omissione, la superficialità, l’esagerazione,
la generalizzazione; in una parola il CENTRALISMO INFORMATIVO.


Non può e non deve continuare una situazione come l’attuale,
dove una Lombardia motore economico d’Italia, con undici
province, ha una sola distratta sede RAI nella lontana Milano,
contro le due del Trentino Alto Adige e quella della minuscola
Valle d’Aosta, efficientissime nella produzione di servizi
d’appoggio al turismo, che regolarmente Roma manda in onda a
livello nazionale. Se qualcuno di quanti da noi si occupano o
parlano di Turismo non s’è ancora reso conto che una corretta,
equilibrata e soprattutto equamente distribuita Informazione – a
partire dalle semplici e apparentemente innocue previsioni del
tempo – è essenziale per il nostro settore e per la nostra
terra, non ha ancora ben capito in che mondo viviamo. E intanto
la Valtellina continua a subire!


“Nebbia al Nord” usano informarci da Roma, con l’allegra
superficialità che contraddistingue un’Informazione attenta più
all’esotico e a mille frivolezze che alle necessarie distinzioni
geo-meteorologiche del suolo patrio. “Fumi e veleni nei cieli
lombardi” usano informarci da Milano, anch’essi colpevolmente
dimentichi che a milioni respiriamo invece dove trionfa la
sintesi clorofilliana. A pensarci bene, più che ESSENZIALE, se
non si fa niente, per noi questa Informazione rischia di
diventare ESIZIALE.
Maurizio Bosoni (x)

(x) Sindaco di Aprica e operatore turistico

Giorno 30 XI 02


Gds - 8 XII 02 -
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Maurizio Bosoni (x)
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