DAGLI APPENNINI ALLE….ALPI “Duo alpino” finale per Corno delle Alpi e zampogna

Dagli Appenini…alle Alpi, dal
fascino rustico della zampogna molisana alle cupe sonorità del
corno delle nostre valli alpestri: è stato questo il singolare
connubio che l’altra sera ha infiammato l’auditorium “Torelli”
per il nuovo appuntamento con la stagione concertistica del Cid
sondriese. Un chiaroscuro d’autore che ha destato grandi
entusiasmi nel pubblico presente.

Da una parte Pietro Ricci, musicista fino in fondo all’anima,
che stringe delicatamente al petto la zampogna, la sua docile,
incredibile creatura, sa carezzarla con maestria, con
incommensurabile, struggente tenerezza, facendola palpitare di
emozioni che riempiono l’uditorio.

Da una parte la quintessenza della solarità mediterranea che sa
coniugare perfettamente tutta la malinconica assenza di una
terra dalle profonde radici, che sa di acque salmastre e di
aspri sentieri montani.

Dall’altra Carlo Torlontano che libera le vibrazioni segrete
della foresta imprigionate nell’anima di un vecchio tronco
contorto che suona sotto il soffio del graffiante aquilonio.

Un concerto di rara intensità sublimato dal quintetto d’archi di
Spoleto che ha saputo tessere con garbo tutto quel ricamo
armonico che impreziosisce e affina, fino a lanciarsi andare
allo spumeggiante ritmo di vertiginose sarabande di un folklore
mistico, tutto italiano, che sa di zagare ed erica, di timo e
rosmarino, di aranceti e resina selvaggia.

Delicatissimo il “Duo alpino” finale per Corno delle Alpi e
zampogna: un esperimento che va raffinato, tenuto conto delle
improbe difficoltà di un “corno” imberbe, quasi diafano al sole
che brucia sulla neve fresca.

Ma l’avvio è decisamente invitante. Un impianto classico per due
punte di diamante che si specchiano, confrontandosi come il
palmo e il dorso di una mano, che si scontrano come opposte
maree fondendosi in un flusso impetuoso che conquista e
sommerge. Una strada tutta aperta da seguire. Assolutamente.
Nello Colombo


Gds - 3 II 04 -
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Nello Colombo
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