LE LEGGE REGIONALE SULLE ACQUE CE L'HAN FATTA FUORI. LA QUESTIONE MINACCIA DI 'DIVENTARE SPESSA' 11 12 30 26

Patapunfete!

Patapunfete!

Si era raggiunto un risultato ottimale. La legge regionale 19/2010 aveva previsto una soluzione giustissima per il rinnovo delle concessioni dei grandi impianti idroelettrici. In pratica venivamo a contare, attraverso il ruolo della Provincia in una società mista pubblico-privata.

La Corte Costituzionale ha censurato tre punti, due di nostro interesse, di tale legge.

Avevamo pensato di entrare nel merito, analizzando legge e sentenza ma poi abbiamo rinunciato.

Non é tempo di tecnicismi ma di sostanza. Non vogliamo quindi, a titolo di esempio, trovarci tra i piedi i francesi che a casa loro godono sostanzialmente di una esclusiva negata agli altri Paesi, Italia compresa che ha dovuto per obbligo europeo - di cui evidentemente la Francia se ne frega - disarticolare l'ENEL, con un pezzo importante in questi giorni dipendente da Parigi.

Per il Presidente della Provincia Sertori - ma così dovrebbe essere per tutti i valtellinesi! - la battaglia continua. Il disegno neo-centralista complessivo é perverso, e qui non é questione se essere o meno per il federalismo.

In calce pubblichiamo quanto scrivevamo quattro anni, nove mesi e 20 giorni fa,a proposito del tema con riferimento ai 'fortunati privilegiatissimi' al di là dello Stelvio per i quali evidentemente la parità costituzionale non esiste.

Questa partita é vitale. Se mettiamo insieme abolizione delle Province e questione idrica la questione diventa spessa. In che modo ci sarà l'occasione per anticiparlo.

L'articolo del marzo 2007:

ENNESIMO REGALO AL TRENTINO-ALTO ADIGE: SCADENZA DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE RIDOTTA DA 20 A DIECI ANNI

La conversione in legge del cosiddetto ''decreto milleproroghe", ha determinato - sostiene il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina - l'ennesimo regalo al Trentino-Alto Adige. Per le Province autonome di Bolzano e di Trento infatti la scadenza delle grandi concessioni idroelettriche stabilita dal governo Berlusconi al 2020 è stata anticipata al 2010. "Nel Trentino Alto Adige" - scrive Federutility - "si apre, così, la strada verso la provincializzazione dell'energia e potranno di conseguenza avviare le trattative con Edison ed Enel per l'acquisizione, con 10 anni di anticipo, di una ventina concessioni su tutto il territorio provinciale, per un totale di quasi 2.000 Gigawattore corrispondenti a due miliardi di chilowatt.

La nuova legge sull'energia on particolare affida alla Provincia autonoma di Bolzano la competenza sul rilascio delle concessioni per le grandi derivazioni a scopo idroelettrico".

Premesso che 2.000 GigaWattore non sono corrispondenti a due miliardi di chiloWatt, visto che il primo termine riguarda il lavoro (l'energia) e il secondo la potenza, mentre si tratta di due miliardi di chiloWattora (pra e non ore, W maiuscola per la nota, non a tutti, convenzione che regola le unità di misura), si osserva che si tratta di poco più di un terzo della produzione valtellinese. Se la norma fosse applicata anche a noi i vantaggi nostri sarebbero quasi il triplo.

Il problema comunque non è affatto questo. E' la discriminazione di fatto per noi, come per le altre due province montane dell'arco alpino (Belluno e Verbania-Cusio-Ossola) che si determina per ogni situazione nella quale Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta hanno vantaggi riservati. Dalle piccole cose (sul bollo auto ad esempio non applicano la sovrattassa regionale: possono farne a meno viste le risorse che arrivano dallo Stato, cioè da tutti noi) a quelle grandi tipo, appunto, le concessioni idroelettriche.

La Provincia, sia la precedente che l'attuale Amministrazione, si sono mosse bene in piena intesa con le altre due Province, ed era anche previsto che la Finanziaria ne tenesse conto. Nel bailamme che ha caratterizzato quest'anno tale legge, è successo che l'emendamento Fuda per salvare amministratori disonesti è passato e l'emendamento a favore di Sondrio, Belluno, Verbania è sparito.

Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, nell'elevare alta la protesta per questo continuo favorire le Regioni a Statuto Speciale, sta anche valutando la costituzionalità di alcuni provvedimenti a loro favore, a discriminazione mostra.

CCCVa

(10 III 07 - n. 7/2007, anno IX°)

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