CI CHIUDONO LA PROVINCIA DOPO 207 ANNI? SE ABBIAMO SCHIENA DRITTA NOI LA TENIAMO APERTA 12.7.20.26
L'ultima porta di un balbettante slalom istituzionale sulle Province é stata quella di rinunciare ad "accorpare" le Province ma di prevederne un "riordino" affidato alle Regioni. E' incredibile come emeriti accademici, cultori del diritto, amministrativisti insigni abbiano nel e con il loro balbettio dimostrato di saperne poco, veramente poco di funzioni e ruolo delle Province, ma anche di geografia, fisica ed economica.
La statistica applicata all'ordinamento. Le Istituzioni modificate non in seguito ad un processo alimentato dalla cultura e sorretto dai dati, ma affidate alla lotteria dei dati. E poi l'imbroglio. Sanno tutti che le Province, secondo taluni, dovevano essere spazzate via. I proponenti dimenticavano (!) la Costituzione che certamente é modificabile ma con doppia lettura e referendum confermativo. Allora il dribbling. Le lasciamo ma le svuotiamo. L'ignoranza abissale aveva fatto sottovalutare la necessità di governare il territorio e di svolgere determinate funzioni (per strade, ambiente ecc.). Allora dal ruolo-macchietta hanno dovuto ripetere lo slalom. Quasi come al lotto finchè é uscito un ambo 2500 - 3500.
Restano in vita tutte meno una le Province campane, terra di origine del Ministro che si é occupato del problema, e si cancellano altre, primo scandalo in assoluto quella di Sondrio per la quale bastava guardare una cartina geografica per accorgersi di quale ribalderia istituzionale si commette cancellandola.
Abbiamo già analizzato le cinque forche caudine possibili per noi. Aggiungiamo, pro forma, Varese che pare voglia andarsene con Milano.
L'una ipotesi vale l'altra, un po' come al condannato a morte che si dà il privilegio di scegliere fra la ghigliottina, l'impiccagione, la garrota, il veleno, la sedia elettrica, il plotone di esecuzione, la mannaia, l'essere squartato, la fine alla Marcantonio Bragadin, quella alla Vercingetorige, le bastonate, il rogo, il volo da un dirupo o quello da un grattacielo, l'annegamento, l'esser buttato in pasto ai coccodrilli o nella fossa dei serpenti, o la di gran lunga peggiore di tutti, quella di essere obbligato ad ascoltare in cella in continuazione fino allo sfinimento una registrazione dei discorsi del Presidente del Consiglio Monti.
In Regione sanno benissimo, e l'hanno detto, che non ha nessun senso mettere Sondrio insieme a qualcun altro ma non possono farci niente perché per cambiare i palett, 2500 e 3500, ci vuole una legge.
Comunque vada siamo fregati. E allora?
1) Allora ci sono due risposte, una sul piano istituzionale. Non é venuta in mente a nessuno, a noi sì. Ne parleremo se ci saranno le considerazioni.
2) Una seconda é d'immagine, nazionale, tale da innescare azioni positive e, forse, riaprire il discorso.
Il Consiglio Provinciale decide, se non tutti d'accordo quantomeno a larga maggioranza, di restare in carica, organo volontario parallelo alle Istituzioni, quali che siano.
Sin d'ora si costituisce, come una qualsiasi Associazione, con il suo Statuto e tutto il resto. Ha la sede naturale alla Pro Valtellina. Si avvale delle collaborazioni necessarie attingendo al volontariato. Decide come se fosse ancora in carica. Le decisioni le affida ai due consiglieri valtellinesi che faranno parte del nuovo Consiglio Provinciale a Lecco o Como o altrove. Dialoga, ne ha possibilità reale e riscontro formale, con la soluzione di cui al punto uno.
Opera in stretto contatto, codificato statutariamente, con le altre Istituzioni, i comuni, le categorie, i sindacati ecc. usa della magistratura amministrativa. chiama alla collaborazione il mondo dfella scuola per una educazione specifica alla "valtellinesità", per storia, geografia, tradizioni.
Istituisce "Il Giorno di Valle" in data 29 settembre, il giorno della Patrona della Valtellina.
Proseguiremo.