ALTRA TEGOLA DALL'EUROPA, QUESTA VOLTA TOCCA ALLA BRESAOLA

Conseguenze pesanti - Il Ministro - L'Uniceb, Assica, Il Consorzio di Tutela della Bresaola

CONSEGUENZE PESANTI

A Bruxelles ne hanno fatto un'altra tanto per cambiare. Adesso hanno bloccato le importazioni di carni dal SudAmerica, in particolare dal Brasile dove le bestie non stanno al chiuso ma all'aperto con quali vantaggi di qualità è facile immaginare.. Le conseguenze per la bresaola pesanti, come nel proseguio si vedrà.

IL MINISTRO

Il Ministro delle politiche agricole e alimentari De Castro, espressa la preoccupazione per la crisi che potrebbe investire la bresaola, guarda caso il prodotto più sano, di maggior qualità e che è prodotto solo in Italia, ovviamente solo in provincia di Sondrio, ha anunciato di intervenire presso i commissari UE al commercio Mandelson, alla salute Kyprianou e all'agricoltura Fischer Boel

L'UNICEB

Allarme anche del Presidente di Uniceb (Unione importatori, esportatori, industriali, commissionari, grossisti, ingrassatori, macellatori, spedizionieri, di carni bestiame e prodotti derivati) Fossato che aveva evidenziato i rischi per le nostre aziende o di dover fermare la loro attività, o per mancanza di materia prima per l'esplosione dei prezzi.

ASSICA (x)

ASS.I.CA. - che rappresenta a livello confindustriale le imprese di trasformazione della carne - ha molto apprezzato la sensibilità del Ministro De Castro e la sua azione volta a scongiurare il forte ridimensionamento che la produzione in Italia di Bresaola potrebbe subire a seguito delle misure sanitarie di restrizione imposte dalla UE all'import di carne bovina dal Brasile.

I nostri produttori, infatti, per ottenere una bresaola di buona qualità, devono partire da una materia prima con determinate caratteristiche qualitative: soda ed elastica, di colore uniforme, non marezzata, di peso compreso tra 4,5 e 6 Kg e provenienti da bovini di età compresa tra i 2 e i 4 anni. Caratteristiche oggi in gran parte mancanti nella carne bovina italiana e comunitaria, (più adatta al consumo diretto che alla stagionatura) ma ben presenti in quella dell'America meridionale, soprattutto Brasile, dove gli animali vengono allevati al pascolo brado.

ASS.I.CA ritiene imprescindibile la sicurezza igienico sanitaria e la tracciabilità delle produzioni salumiere nazionali, ma è indubbio che una bresaola elaborata a partire da materia prima poco adatta, non sarebbe gradita ai nostri consumatori, con conseguente drastico calo del consumo.

La scarsa offerta di carne bovina brasiliana, potrebbe essere in parte superata corrispondendo ai produttori di quel Paese un prezzo significativamente più elevato (+30-50%) con ciò inducendoli ad ottemperare alle richieste della Commissione UE.

La difficoltà dei nostri produttori a scaricare sul prodotto finito i maggiori costi potrebbe essere superata con l'azzeramento -limitatamente alla materia prima destinata alla bresaola- dei pesanti dazi che la Unione Europea applica alla carne bovina importata. Dazi che, almeno per la bresaola, risultano oggi assolutamente ingiustificati perché vanno a gravare su una materia prima che la UE non produce, se non in quantità scarsamente significative. (x)

I produttori di bresaola -17.000 tonnellate per un valore di 230 milioni di euro, di cui il 12% esportato- non possono più subire una così pesante penalizzazione.

IL CONSORZIO DI TUTELA DELLA BRESAOLA

In riferimento alle notizie diffuse sulla stampa nazionale inerenti l'approvvigionamento della materia prima carne bovina, il Consorzio di tutela della Bresaola della Valtellina intende precisare quanto segue:

La qualità e la sicurezza igienico sanitaria del prodotto sono garantite e certificate dalle autorità sanitarie preposte e rigorosamente monitorate nonché documentate in sede di autocontrollo.

La produzione della Bresaola della Valtellina è infatti certificata ad ogni passaggio del processo produttivo a partire dalla materia prima che sempre deve rispondere a requisiti di idoneità, salubrità e sicurezza igienico sanitaria qualunque sia il paese o la zona di provenienza. E' questo un requisito di partenza imprescindibile a cui ogni produttore certificato si attiene.

Proprio per questo il consorzio di tutela condivide, in piena sintonia con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le nuove norme emanate dalla commissione UE in materia di tracciabilità delle carni bovine importate dai Paesi terzi.

Il consorzio ritiene infatti che queste norme in procinto di entrare in vigore a partire da domani diano ulteriore valore aggiunto alla già comprovata qualità della Bresaola della Valtellina.

Nel contempo conferma che l'attuale sistema di gestione comunitario dei contingenti di importazione dai paesi terzi, pone in gravi difficoltà il settore della bresaola in quanto il reperimento di materia prima bovina qualitativamente idonea avviene in gran parte da paesi del Sud - America.

Di fatto è soprattutto in Brasile, dove gli animali pascolano allo stato brado, che si trovano le carni bovine con le caratteristiche oggettivamente necessarie per la produzione di una bresaola di qualità ed esplicitamente richieste dal consumatore finale: basso tenore di grasso, compattezza e gradevolezza di gusto.

Tutto quanto premesso il Consorzio di tutela della Bresaola della Valtellina apprezza molto l'attenzione e la sensibilità che il Ministro De Castro, nel pieno svolgimento dei suoi compiti istituzionali, ha mostrato verso le problematiche del nostro settore in piena sintonia con quanto da tempo sta facendo per la tutela e la salvaguardia dei prodotti italiani di qualità.

La Bresaola della Valtellina IGP

La Bresaola della Valtellina è un prodotto ottenuto da carne di manzo, salata e stagionata, che viene consumato crudo. La materia prima viene selezionata rigorosamente utilizzando carni di qualità provenienti da tutto il mondo e in particolare dal Sud America, ottenuta esclusivamente da bestiame allevato alo stato brado: il più indicato per la produzione della bresaola. La materia prima viene salata a secco e fatta riposare in salamoia per un periodo che va da 10 a 15 giorni, insaccata in budello naturale o artificiale e fatta asciugare e stagionare in condizioni di temperatura e umidità ambientali tali da determinare una lenta e graduale riduzione di umidità del prodotto. Durante l'asciugamento e la stagionatura, che hanno una durata complessiva compresa tra 4 e 8 settimane, si instaurano fenomeni fermentativi ed enzimatici naturali, in grado di rendere il prodotto conservabile, digeribile ed appetibile, ovvero dotato delle caratteristiche organolettiche tipiche della Bresaola della Valtellina.

Tiziana Formisano

(x) ASS.I.CA. - Associazione Industriali delle Carni

L'ASS.I.CA., Associazione Industriali delle Carni, è l'organizzazione nazionale di categoria che, nell'ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l'attività dell'ASS.I.CA. copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l'informazione e il servizio di assistenza ai 209 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti sin dalla sua costituzione, nel 1946, l'ASS.I.CA. si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

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