LA LETTERA DEI “COMUNI CONFINANTI” (22 nostri) AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
L’ha inviata a nome dei 174 Sindaci il primo cittadino di Bagolino (BS) Presidente dell’Ass.Comi.Conf., l’associazione che rappresenta i 174 comuni delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto che confinano con le Regioni Autonome della Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e gli Stati esteri di Svizzera e Austria.
Esimio Signor
Presidente Repubblica Italiana
On. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
00100 Roma
Caro Presidente,
mi sono domandato spesso se rivolgermi a Lei con tono ufficiale e distaccato come prevede la forma istituzionale in questi casi , o cercare di esprimermi per iscritto nello stesso modo in cui Le parlerei a viva voce.
Siccome più volte ho sentito nei Suoi discorsi sottolineare l’importanza ad un franco e sereno rapporto tra gli organi Istituzionali, di Governo ed Enti Locali, ho pensato di non mancarLe di rispetto se sarò diretto e schietto in questa mia lettera.
Sono un sindaco di un piccolo comune che ha l’onore di essere il Presidente dell’Ass.Comi.Conf. , l’associazione che rappresenta i 124 comuni delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto che confinano con le Regioni Autonome della Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e gli stati esteri di Svizzera e Austria.
E’ una Associazione di Sindaci che trasversalmente rappresentano più colori politici di provenienza personale ma che hanno accantonato le logiche partitiche per aggregarsi attorno ad un progetto che è basato esclusivamente sulle drammatiche problematiche socio-economiche che ci accomunano.
Dalla Provincia di Torino, lungo l’intero arco alpino lombardo veneto fino al mare di Venezia unito dal confine amministrativo con il “Friuli”…… 174 comuni , 520.000 abitanti distribuiti su un confine che tra i due comuni di testa e di coda, misura circa 800 km. di distanza.
Dialetti, tradizioni, usi e costumi, tipicità e storie assolutamente diverse tra loro con territori che condizionano le vite di queste nostre comunità….. montagna, collina, pianura, laghi, mare, piccoli centri, cittadine medie, località turistiche, anonimi centri urbani.
Ebbene, caro Presidente, tra tutte queste differenze apparentemente inconciliabili quasi come fattori di divisione ineludibile tra i nostri Comuni, c’è un denominatore comune che ci lega in modo drammatico e inevitabile ad uno stesso drammatico futuro che nel presente appare quotidianamente nel disagio sociale ed economico della nostra gente.
E’ la sfortunata e non voluta confinanza con situazioni economiche, fiscali, contributive e sociali di gran lunga superiori delle Regioni Autonome e dei ricchi vicini svizzero-austriaci.
Le Autonomie speciali garantiscono un alto livello della qualità della vita con servizi socio sanitari anche alle periferie più lontane, costi della vita ammortizzati con contributi e agevolazioni sia per i cittadini che per le aziende con abbattimento dei costi per asili, scuole, università, servizi sociali, assistenza, sanità, prime case, ristrutturazioni e recuperi, ammodernamento aziendale, attività produttive, occupazione e opere pubbliche.
Il mio Comune, Bagolino in provincia di Brescia (Lombardia) confina con il Comune di Storo (TN), divisi da un ponte sul fiume Caffaro lungo 50 mt e i due centri abitati assolutamente attaccati e contigui l’uno all’altro.
Tutti e due i nostri comuni hanno circa 4000 abitanti, Bagolino ha circa 1/3 del territorio in più (109 kmq) ma due bilanci diametralmente opposti…….. mentre il lombardo Bagolino può contare su un bilancio comunale di € 4.500.000, il fortunato comune trentino di Storo ha un bilancio di € 24.000.000.
Lascio pensare a Lei quanto posso investire ogni anno per la mia gente rispetto al mio collega vicino e soprattutto La invito ad immaginare cosa vede ogni cittadino che transita sulla strada che unisce i due centri abitati e attraversando un ponte di 50 mt trova parcheggi, marciapiedi, illuminazione, semafori, arredo urbano, parchi con aree di sosta e poi……tutto di colpo……. nulla, poco di tutto e comunque sempre meno e insufficiente rispetto a prima.
Ma se questo è quel che appare ai cittadini di passaggio, non ci vuole molto a intuire cosa è il confine per le popolazioni residenti…… basta attraversare il confine e troverai la soluzione ai tuoi problemi, a pochi minuti di auto avrai tutto, di meglio e di più.
Sei una giovane coppia e vuoi fare la tua prima casa? Attraversa il ponte e avrai fino al 45% a fondo perduto.
Ha un’azienda e vuoi ampliarla o rimodernarla? Attraversa il ponte e avrai fino al 50% a fondo perduto.
Vuoi risparmiare anche fino al 50% sulle rette per asili, spese scolastiche, università, formazione professionale? Attraversa il ponte e troverai la soluzione.
Sei un operaio specializzato? Un dipendente, un funzionario, un quadro dirigente, una figura professionale capace e formata? Vuoi il 25% meno di trattenute IRPEF sulla tua busta paga? Attraversa il ponte e troverai la soluzione.
Caro Presidente, questa America a portata di mano ha e sta causando emigrazione, abbandono del territorio, pendolarismo, chiusura delle attività produttive, impoverimento economico, invecchiamento della popolazione residente, disagio socio-economico e una progressiva chiusura dei servizi per i nostri cittadini.
Mi permetta quindi esempi concreti che ben conosco.
E’ il caso dell’Asilo della mia frazione di Ponte Caffaro che non riesce a raggiungere il numero minimo di iscrizioni dei bambini che possa consentire l’ammortamento dei costi e sa perché?.......perché a qualche centinaio di metri al di là del confine passato il ponte, c’è un asilo nuovo e moderno che con rette calmierate dei contributi della ricca Trento offre maggior servizio con il 50% in meno di spesa per le famiglie.
E’ il caso delle mie 137 partite IVA di piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e aziende che negli ultimi sette anni si sono trasferite di là…….. un piccolo, lento e inesorabile stillicidio che non interessa a nessuno e rimane anonimo nella costante disattenzione a cui i nostri comuni sono indegnamente relegati dalla politica.
Ma se queste 137 partite IVA fossero stata un’unica azienda, operai e dipendenti e questi posti di lavoro fossero stati in pericolo Lei pensa che Sindacati, Amministratori, Politici ed Enti avrebbero mostrato lo stesso disinteresse?
Due Italia in una, quella di serie A quella di serie B con situazioni sciistiche, termali, turistico ricettive, parchi naturali, laghi, vallate e montagne che si colorano di vivacità e benessere di là dal confine per tingersi di grigio nell’arrivare nei nostri comuni .
Abbiamo problemi e disagi certamente simili a tanti altri comuni d’Italia, è vero, situazioni che possono sembrare talmente ordinarie e anche se drammatiche da non comprendere la motivazione delle nostre istanze.
Si caro Presidente perché quello che non è uguale ai disagi degli altri comuni è ciò che spesso è stato ripetuto in questa lettera…..è la confinanza con la soluzione ai problemi, è la presenza ravvicinata di una qualità della vita migliore, è la costante sirena che attrae aziende a capitali, è semplicemente una innegabile convivenza tra fortunati e sfortunati scelti dal destino ma con la possibilità di scegliere in che categoria giocare la partita della vita…… serie B o serie A?
Ecco che nasce così un desiderio di rivincita e di reazione da parte dei Sindaci che unendosi sui problemi della gente abbandonano steccati ideologici di partito e di appartenenza.
Sono i 174 Sindaci stanchi di veder morire i propri paesi, umiliati da deleghe e poteri attribuiti senza le risorse per attuarle, costretti a dire no ai propri cittadini per mancanza di fondi e riscontrare ogni giorno l’indifferenza ai problemi mostrata dai livelli istituzionali sovraccomunali.
Sono i 174 Sindaci che unendosi in una libera Associazione apolitica presentano il conto ad uno Stato spesso padrone e poco padre e decidono di far sentire la propria voce.
Sono i 174 Sindaci che non propongono mai una politica contro, distruttiva e o di contrasto ma chiedono di poter realizzare e costruire per migliorare senza la presunzione di sostituirsi all’Anci, opporsi alle Autonomie delle Regioni Speciali o pretendere assurde condizioni di favoritismo per vivere da “Autonomi” nelle Regioni Ordinarie.
Sono i 174 Sindaci che auspicano una modifica dello stato verso un sistema fiscale federalista simile a quello delle Regioni Autonome, magari con correttivi, limiti o diverse condizioni, ma fino a quando questo non avverrà è logico che lo Stato deve porre particolare attenzione ai comuni di confine.
Sono i 174 Sindaci che hanno fatto presentare 15 emendamenti da 5 gruppi politici dei due diversi schieramenti alla Camera sul Decreto e che hanno visto rigettare le proprie istanze perché considerate nemmeno degne di essere discusse e quindi inammissibili.
Sono i Sindaci che hanno già un Fondo speciale previsto nel Decreto per iniziare un percorso di recupero socio economico ma che se attuato così come proposto diventerà vano e inefficace.
Sono i Sindaci che hanno chiesto di essere ricevuti dalla Ministra Lanzillotta competente del caso.
Sono i Sindaci di paesi malati ai quali si vorrebbe decidere una cura senza aver visitato e diagnosticato la malattia.
Siamo i primi rappresentanti dei cittadini e dello stato, fieri e orgogliosi della fiducia ottenuta dalla nostra gente, siamo persone serie, capaci e sempre propositive…… i sindaci vivono e operano tra la gente……. noi ci sentiamo parte viva e integrante di un sistema anche se spesso, noi sindaci di confine, abbiamo ottenuto silenzi e omissioni da coloro che avrebbero potuto ma non hanno fatto.
Caro Presidente i nostri asili che chiudono, i giovani che se ne vanno, le aziende che si trasferiscono hanno forse un colore politico? Sono forse di destra o di sinistra?
Abbiamo chiesto vanamente un confronto con le istituzioni preposte e competenti ad attuare una politica diversa per i nostri territori, abbiamo riscontrato solo un silenzio assordante e inquietante.
Siamo ormai giunti alla conclusione che non possiamo accettare passivamente per l’ennesima volta una degradante emarginazione politica e il mancato riconoscimento politico di quanto ci è dovuto…….
Non possiamo pensare che per ottenere quanto è un nostro diritto si debba manifestare a Roma, o ricorrere a 100 referendum di secessione per cambiare i confini Regionali.
Ecco perché, Caro Presidente, ci rivolgiamo a Lei, figura istituzionale di garanzia e superpartes, primo grande Sindaco di una nazione……. a Lei inviamo le nostre fasce tricolori, simbolo delle nostre Comunità e delle nostre genti.
Le rimettiamo le nostre dimissioni morali in segno di protesta non verso un Governo, uno schieramento o un partito ma un disdegno totale verso un sistema di far politica senza considerare la gente, incapace di dare dignitosa soluzione ai problemi dei cittadini che si vedono calare leggi e tasse dall’alto senza aver modo di dar voce a ciò che viene chiesto dal basso.
E in basso ci siamo noi, i milioni di cittadini semplici, quelli che lavorano e producono, quelli che soffrono e pagano le rate, quei cittadini che avranno un albero di natale forse con meno luci colorate, i sindaci che li rappresentano cercando di fare il meglio spesso con pochi risultati ma con tante critiche che non mancano mai….. in basso c’è la gente esasperata e delusa che costruisce la base della piramide costituita dalla nostra intera classe politica collocata in cima e che occupa i livelli scendendo man mano a secondo degli interessi propri o politici fino ad arrivare alla base….. quella base che come detto prima è composta degli eterni esclusi.
Caro Presidente, noi Sindaci “della base”, abbiamo deciso di aprire in due e dividere la base un po’ a destra e un po’ a sinistra, un po’ qua e un po’ là, creare un vuoto al centro e sa cosa succede se alla punta manca l’appoggio?
Succede che chi sta in alto si trova di colpo in basso, tra la gente e per forza deve dare ascolto e soluzione a ciò che viene dal basso.
A Lei Caro Presidente ci affidiamo e le consegniamo i nostri Comuni, venga tra noi e capirà che è impossibile ormai amministrare in queste condizioni.
Il primo di Dicembre scenderemo a Roma, cento pullman che porteranno in corteo tutto il nostro disagio e la nostra rabbia di cittadini onesti e galantuomini ma non trattati come tali.
E’ forse troppo chiederLe di riceverci in tale occasione? Darci un segnale di attenzione?
A Lei lasciamo l’onere e l’onore di dimostrarci che il nostro gesto non è solo “lo Stato che si dimette allo Stato” ma un inizio di urgente e immediato confronto tra Ministri e Sindaci con la mediata saggezza del Quirinale.
In conclusione, mi permetto di accumunare la Sua carica a quella di un Sindaco….. si perché anche se siamo eletti senza l’unanimità dei votanti, il nostro ruolo ci impone di rappresentare il 100% dei nostri cittadini, senza distinzioni o discriminazioni…… e per il fatto di essere certi che i nostri 520.000 abitanti fanno parte di quel 100% dei cittadini italiani siamo sicuri che Lei darà onore al suo mandato.
Ringraziandola per la cortese attenzione e in attesa di una celere risposta in virtù dei tempi necessari per intervenire sul Decreto e la Finanziaria, porgo i più distinti ossequi.
Marco Scalvini (x)
(x) Presidente Ass.Comi.Conf., Sindaco di Vagolino