SONDRIO: FESTA IN COMUNE AL COMANDANTE BONADEO CHE LASCIA DOPO 42 ANNI

E’ un pezzo di storia minima, quella della comunità locale, che se ne va. Storia minima, però quella che in definitiva riguarda la stragrande parte di tutti noi che dei fatti rilevanti siamo solo testimoni, qualche volta succubi, ma dei fatti, appunto “minimi” siamo i protagonisti, chi più chi meno.

Se ne va, anzi se ne è andato, il Comandante della Polizia locale Marzio Bonadeo, ora in giro per Sondrio senza quel suo aspetto, obiettivamente marziale (e il gioco di parole aiuta), che la divisa gli conferiva, salvo le sue puntate a cavallo nell’hinterland.

Non se ne è andato in punta di piedi come chiedeva lui perché il Comune gli ha invece fatto la festa. Una festa coi fiocchi: in sala consiliare con folta presenza dell’Amministrazione ma anche del Presidente del Tribunale Cerracchio, dell’arciprete di Sondrio don Valerio, del Vicequestore, del direttore della Banca d’Italia, degli ex Sindaci Buzzetti e Frizziero, degli scolari di Villa di Tirano, oltre a funzionari, dipendenti comunali e vigili. C’erano anche i suoi colleghi comandanti della Polizia locale di Morbegno, Tirano e Bormio

42 anni sono 42 anni, cioè tanti, quanti cioè quelli passati alle dipendenze del Comune di Sondrio, da geometra all’Ufficio Tecnico, da responsabile del Centro Sportivo, ancora all’Ufficio Tecnico e infine, vinto il Concorso, Capo dei Vigili nel 1978.

Discorso affettuoso quello del sindaco Bianca Bianchini; poi un breve accenno dell’ex Sindaco Buzzetti (era lui primo cittadino quando ci fu il concorso), i saluti del nuovo comandante dei vigili urbani, Maurizio Frenquelli, dell'assessore Giuliano Giaggia, del Presidente del Consiglio Comunale Arnaldo Bortolotti. Quindi consegna a Bonadeo della medaglia d'oro della Regione per i comandanti con vent'anni di servizio e della targa del Comune che «l'alto senso del dovere e l'assoluta dedizione al lavoro». Ha preso da ultimo la parola il Comandante. Avrebbe voluto, come detto, andarsene in punta di piedi. Non è stato così. Ha ringraziato, fin che ce l’ha fatta. Quando il groppo in gola si è fatto forte forte ci ha pensato il caldissimo applauso dell’aula a chiudere la cerimonia.

GdS

GdS
Dalla provincia