ART. VOGLIAMO UN PAESE 'SU MISURA' PER LE MICRO E PICCOLE AZIENDE
Lo ha sollecitato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini al leader del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi durante l'incontro svoltosi giovedì scorso a Roma nella sede della Confederazione. In vista delle consultazioni elettorali del 13 e 14 aprile, il Gruppo Dirigente di Confartigianato si confronta con i rappresentanti dei principali schieramenti politici che si presenteranno alle elezioni, con l'obiettivo di proporre le istanze Confederali e discutere i programmi di governo.
Il primo degli incontri è stato quello con l'On. Walter Veltroni tenutosi il 6 marzo, mentre giovedì 27 marzo è stata la volta del leader del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi. Il Presidente Guerrini ha indicato a Berlusconi le priorità della Confederazione che sono sintetizzate in un documento dal titolo «Più impresa. Per crescere»: ridurre la spesa pubblica, eliminare gli sprechi, diminuire la pressione fiscale su imprese e famiglie, liberare le imprese dai costi della burocrazia, garantire la governabilità, valorizzare il ruolo della piccola impresa.
«Alla politica - ha detto il Presidente Guerrini - chiediamo di ascoltare le nostre imprese. Perché sono quelle che trainano l'occupazione del Paese: hanno creato 517.000 posti di lavoro in un anno, mentre le grandi aziende ne hanno persi 117.000. La loro crescita significa quindi crescita sociale ed economica di tutto il Paese».
«Ma proprio su queste imprese - ha fatto rilevare Guerrini - oggi si scarica un peso fiscale eccessivo insieme ai costi più alti dei ritardi e delle inefficienze del Paese».
«Per restituire fiducia a cittadini e imprenditori, per far crescere il Paese», Guerrini ha quindi sollecitato a Berlusconi «nuove scelte economiche e culturali che pongano la piccola impresa al centro ». Confartigianato chiede quindi agli schieramenti politici impegni precisi su una serie di scelte:
Sì ai fatti, no alla prassi degli annunci; Sì a interventi 'su misura' per la realtà imprenditoriale italiana, no a interventi per un modello di impresa 'a taglia unica'; Sì alla libera iniziativa imprenditoriale, Sì all'assunzione del rischio e all'innovazione, no all'assistenzialismo; Sì alla flessibilità, no alle rigidità del mercato del lavoro; Sì alle liberalizzazioni e alla concorrenza che abbatte i costi, no ai mercati protetti e alle loro tariffe, no alle rendite di posizione; Sì al coraggio del rinnovamento e del cambiamento, no all'autolesionismo e alle tesi del declino.
"Proposte di buon senso", le ha definite il leader del Popolo delle Libertà, "che non possono che essere condivise". Secondo Berlusconi è naturale approvare proposte liberali, che "restituiscono forza alle imprese", lo è meno - a suo giudizio - che sugli stessi punti si sia detto d'accordo anche il candidato premier del Pd Walter Veltroni", uno schieramento che "manifesta un'invincibile ostilità per tutto quello che non può controllare. La proprietà privata per loro è sempre la causa di ogni male. E' più forte di loro" ha dichiarato Berlusconi. L'intervento 'fiume' del Cavaliere, durato più di un'ora, non si è risolto comunque in un interminabile j'accuse al Governo uscente.
Berlusconi ha affrontato gli argomenti posti all'attenzione della politica dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, cercando di dare risposte "chiare" - "parlo in maniera difficile?" è stata la domanda retorica rivolta ai membri della Giunta di Confartigianato - ai problemi complessi delle imprese e delle famiglie. Garantire la governabilità, valorizzare il ruolo della micro e piccola impresa, ridurre la spesa pubblica, diminuire la pressione fiscale su imprese e famiglie, liberare le imprese dai costi della burocrazia e dei mercati 'protetti', superare la contrapposizione tra lavoro dipendente e lavoro indipendente. "Chi si assume la responsabilità del Governo di un Paese nelle condizioni in cui siamo noi oggi - ha detto Berlusconi -, non ha tutte le rotelle a posto. Pensate che siamo nella situazione più difficile di sempre, una situazione difficile per l'Europa e per il mondo. Se andremo al governo dovremo ricominciare da zero, per ricostruire l'immagine del Paese nel contesto internazionale".
La nostra confederazione nazionale - ha sottolineato il Presidente dell'Unione Artigiani Fabio Bresesti intervenuto all'incontro - ha condiviso le priorità e le linee d'azione su cui muoversi. "Il primo punto resta quello della valorizzazione del ruolo della micro e piccola impresa. Fra gli strumenti operativi per avere un quadro aggiornato sulla situazione strutturale e congiunturale del nostro comparto ed è per questo che abbiamo proposto l'istituzione di un "Rapporto annuale" che con il contributo dei rappresentanti della categoria faccia il punto sullo stato delle Micro e Piccole Imprese. Una proposta quest'ultima che riteniamo valida in quanto è risultata molto efficace e utile nelle realtà territoriali (a livello provinciale e regionale) ove esiste già.
Come rappresentanti del territorio abbiamo in più occasioni ribadito il principio che sul mercato vince la qualità delle imprese e non la loro dimensione. Occorre liberare le imprese dai lacci e dai costi della burocrazia con una forte semplificazione degli adempimenti contabili anche attraverso un'efficiente digitalizzazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Inoltre - ha concluso Bresesti - è necessario diminuire la pressione fiscale su imprese e famiglie proseguendo e intensificando lo strumento delle deduzioni fiscali che ha dato ottimi risultati in edilizia e ha permesso di combattere e diminuire la presenza del lavoro nero e dell'abusivismo".