DOSSIER (FINALE): SOPPRESSIONE PROVINCIA: UN ERRORE COLOSSALE E PER LA VALLE UN DISASTRO 12.1.30.59

Lettera aperta alla classe dirigente valtellinese

Ai Sigg. Presidenti Provincia, BIM ADDA e SPOL, CCIAA, ALER, CC.MM., Comuni capoluogo

A Confindustria, Unione Artigiani, Unione Commercio T., CC.DD., CGIL, CISL, UIL, UGL, Pro Valtellina, SEV (e prof. Alberto Quadrio Curzio), Vivi le Valli

e, p.c. agli onn. Crosio, Della Vedova, Del Tenno; ai cons. regionali Costanzo e Parolo; ai Partiti politici.

Oggetto: soppressione Provincia

Il Presidente della Provincia Massimo Sertori era intervenuto sul tema di cui all'oggetto sul quotidiano "La Provincia di Sondrio" definendo "un disastro" per Valtellina e Valchiavenna la soppressione dell'Ente Provincia.

Il Presidente ha, purtroppo, perfettamente ragione e il suo richiamo é quantomai opportuno. Il punto debole é rappresentato dal fatto che qualcuno, con superficialità degna di minor causa, può interpretare l'intervento del Presidente come una sorta di difesa d'ufficio in ragione della sua carica o addirittura, vista su questo tema la demagogia dilagante, come un sussulto "della casta".

La posizione espressa da Sertori, ribadisco, é purtroppo reale e pone a tutta la classe dirigente provinciale, pubblica e privata, il dovere di approfondire, con piena consapevolezza, situazione e brutte prospettive.

Il fattore tempo si associa con un'accurata analisi del 'futuribile', ovvero del futuro possibile, anzi scontato, per la nostra provincia (p minuscola) qualora la Provincia (P maiuscola) venisse soppressa.

Abbiamo un triste esempio. I più vollero la soppressione della Comunità Montana unica non dando retta ai meno ignorando le ragioni di assoluto interesse per la nostra gente che in pochi cercavamo di far capire. Lo capirono in tanti ma dopo. Il loro pentimento non servì a nulla perché ormai i buoi erano usciti dalla stalla. Degli effetti negativi riportiamo un solo esempio, e neanche il più significativo. Il nostro versante terrazzato ha perso l'autobus grazie al capannonificio del fondovalle per via non solo dei capannoni ma della loro localizzazione e distribuzione. Fosse rimasta la C.M. Unica con il suo piano - quanto di meglio realizzato in Italia - il capannonificio non ci sarebbe stato.

Si veda l'area industriale Morbegno-Talamona. Pianificata e poco alla volta realizzata, primi appalti ad opera della CM unica. Per contro in un anno e mezzo dall'incarico progettuale partivano, una sorta di miracolo, gli appalti per la Statale 38, strozzatura del Tartano e Sernio-Mazzo con una conclusione dei lavori a tempo di record. Eccetera, eccetera, eccetera... Tutto frutto dell'attività della Comunità Montana valtellinese.

Il futuribile dipende da come lo si prepara oggi.

L'esperienza della sberla data alla nostra gente con l'eliminazione della C.M. Unica e dei suoi poteri, e delle sue potenzialità, e della sua caratteristica essenziale di autogoverno dovrebbe stimolare a fare qualsiasi cosa pur di evitare un deleterio bis.

Chi scrive ha vissuto malinconicamente quella vicenda oggi ignota ai più. Ritengo un dovere richiamarne la memoria come incentivo ad approfondire, in tutte le sedi, che cosa potrebbe succedere con un'altra soppressione, quella della Provincia per ragioni che partono da lontano - che documenteremo in questo scritto - senza che nel lungo corso del tempo intercorso qualcuno si sia preoccupato di approfondire il tema. Sarebbe bastato anche solo fare qualche simulazione, per le tre classi di Enti, per avere un'idea di cosa ci sia dietro la superficialissima formula del trasferimento delle funzioni a Comuni e Regioni.

L'esperienza personale a vasta gamma nella Pubblica Amministrazione (v. nota 1) unitamente a quella specifica sull'argomento (v. nota 2) mi inducono per la fortissima preoccupazione per il nostro futuro ad offrire un contributo nella speranza che esso possa essere utile all'indispensabile approfondimento.

Il Legislatore ha previsto inizialmente e incredibilmente (v. nota 3) che entro il 30 aprile le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province dovessero essere trasferite ai Comuni salvo che per 'un esercizio unitario' dovessero andare invece alle Regioni. Norma, significativo scritta da qualcuno che sarà bravo in economia e finanza ma non certo in organizzazione della Pubblica Amministrazione. Dati i passaggi richiesti, - a meno di non fare le cose come si suol dire 'alla carlona' -, visto che non basta trasferire le funzioni ma contestualmente, ed anche prioritariamente, vanno definiti i problemi dei personale, dei rapporti d'ogni tipo attivi e passivi, degli aspetti economici, patto di stabilità incluso, procedure, responsabilità. Tutte cose che, a mio modesto avviso, richiedono atti non amministrativi ma legislativi. Una scrittura del testo presumibilmente venuta da 'sede impropria' in quanto mai e poi mai i funzionari del Viminale, in particolare il relativo ufficio legislativo, sarebbero incorsi in simile svarione. Il termine, in sede di conversione in legge del Decreto, é stato pertanto spostato al 31 dicembre 2012. Irrealistico comunque.

Se mi sono dilungato é per sottolineare la superficialità con la quale é stato affrontato l'argomento sotto la spinta di una demagogia collettiva che faceva persino credere il contrario della realtà. La favola: con la soppressione delle Province diminuiscono i costi. No, aumentano.

In ogni caso ritengo di sottolineare i problemi di fronte ai quali ci si troverebbe il 1 gennaio 2013.

Funzioni ai nostri Comuni

Rimandando, a chi dovessero interessare i vari aspetti, agli articoli in argomento pubblicati su www.gazzettadisondrio.it e i cui titoli sono nella nota in calce 'INDICE' con il rispettivo indirizzo Internet) riprendo un solo tema, quello delle funzioni trasferibili ai Comuni.

L'elenco é presto fatto:

- Le scuole. Al Comune di Sondrio e ai Comuni con sedi di Superiori

- Il Sistema Bibliotecario, aggregandolo alla Biblioteca di Sondrio

- Il Sistema - Museale aggregandolo al Museo di Sondrio

Funzioni alla Regione

Tutte le altre funzioni in capo al Pirellone.

Il caso del Piano Territoriale

Eloquente il caso del P.T.C.P. L'assessore ha lavorato per anni. Se ne é occupata varie volte la Giunta, idem per quanto riguarda la Commissione consiliare. Poi gli amministratori sono andati nelle varie zone a confrontarsi con i Sindaci. Poi con la Società Civile. Le relative funzioni non possono certo essere trasferite ai Comuni. La Regione dovrebbe seguire l'iter di cui sopra moltiplicato 12, ovvero il numero delle Province lombarde che con 1546 Comuni hanno una popolazione di quasi 10 milioni di abitanti, una volta e mezza la Svizzera.

Demanio idrico e il resto

Si é fatto tanto per spostare la sfera decisionale su molti problemi da Milano a Sondrio ed ora si realizza un centralismo pazzesco che sfugge alle regole democratiche perché il livello rappresentativo, quello che viene investito del potere con il voto dei cittadini, non potrà minimamente seguire il mare magnum dei problemi oggi delle Province. Risultato: tecnocrazia eretta a sistema. Se la provincia ha ottenuto, in ogni sede, risultati ampiamente superiori al suo limitatissimo peso demografico (ce ne vogliono 55 province di Sondrio per arrivare alla popolazione lombarda!) ciò é dovuto in gran parte alle proprie rappresentanze, in particolare alla Provincia che é stata il riferimento delle realtà non solo istituzionali ma anche economico-sociali.

Si cambia e cambiano le Regioni

Le Regioni

Erano nate come organi di legislazione e di alta amministrazione. I buoni propositi erano abbastanza naufragati finché é arrivata una inversione di tendenza con un decentramento di funzioni. Se a Roma si segue la logica dei gatti neri (v. nota 4) e quindi se le cose non cambiano, come dice Sertori, il disastro é assicurato.

A mali estremi estremi rimedi

Se le cose non cambiano a mali estremi estremi rimedi. Sgombriamo il campo dall'evocazione dell'autonomia. Certamente piacerebbe a tanti specie a chi come me si era battuto per il mantenimento della Comunità unica di Valtellina che, ope legis (le restrizioni sono venute dopo), poteva veramente essere il Parlamento valtellinese. Lo hanno riconosciuto, purtroppo solo dopo, quelli che avevano cooperato all'affossamento con la divisione in quattro. Non é realistico, é dall'Alonzo della famosa storiella (v. nota 5).

Se sul piano istituzionale, mantenendosi la posizione romana di Provincicidio, le cose si complicano enormemente, per evitare il disastro bisognerebbe operare sul terreno politico-istituzionale.

La via politico-istituzionale

La ipotesi possibile non é una stravagante idea del momento ma prende le mosse dalla proposta che al tempo della elaborazione statutaria da parte della Provincia avevo avanzato ufficialmente come Presidente del BIM (v. nota 6). L'avevo chiamata, provvisoriamente, 'piramide istituzionale'. In termini attuali la potremmo chiamare Governance di Valtellina e Valchiavenna. Una proposta che partiva da considerazioni di cultura di governo, come sintesi fra Istituzioni e fra queste e la Società civile con l'obiettivo di dare maggiore forza con conseguenti migliori prospettive alla nostra provincia e istituzionalizzando il tetodo sin allora singolarmente usato per grandi problemi (Fossati, Statale 38, Problema ospedaliero).

Attesa

Il dettaglio della proposta operativa deve aspettare.

C'è il Consiglio Provinciale straordinario (31.1.2012 ore 14) e "l'adunanza" delle 17 con, fra gli altri, i Sindaci. Appare opportuno attenderne le conclusioni e nel merito e per quantità di adesioni.

Ci sono ricorsi annunciati (Regione, UPI ecc.) che è opportuno attendere, non nella conclusione ma per verificare se dalle dichiarazioni si è veramente passati alle azioni. C'é da vedere se a Roma ci si é resi conto della natura dei problemi, che non è corporativa, e delle difficoltà a trasferire competenze, funzioni, personale in un intervallo così breve. Così breve da rendere evidente a tutti che chi si è mosso in questa direzione non ha la minima idea delle difficoltà di carattere operativo che si trova davanti.

Integreremo appena avremo sufficienti elementi di valutazione.

(continua)

Alberto Frizziero



LE NOTE IN CALCE

Nota 1:

Credo di poter essere considerato membro di diritto, o forse onorario, della casta visto che l'attuale che ricopro, esclusi quelli politici anche regionali e nazionali, è il ventesimo incarico pubblico fra quelli locali e quelli a Milano e a Roma. Quasi tutti gratuitamente o quasi. Non ho cercato poltrone o poltroncine. Sovente la ragione principale per questi incarichi è stata l'esistenza di problemi per i quali era opportuno chiamare a raccolta persone con una certa esperienza, un requisito che pare possa aiutare a superare le difficoltà. Una precisazione questa per sottolineare come, condivisibile o meno che sia, quanto vado scrivendo su questo problema non ha alcun secondo fine e, ad un tempo, è stimolo alla riflessione approfondita. Non è infatti momento per le emozioni ma per riflessioni ed azioni. Con i piedi per terra, possibilmente con le famose calzature della saggezza popolare "scarpe grosse, cervello fino" che si addicono alla gente di montagna.

Nota 2:

Esperienza fortunata quella sul tema. L'ANCI, del cui direttivo nazionale facevo parte (la presidenza di uno dei quattro settori operativi è venuta proprio nella circostanza di cui avanti), da tempo si batteva per un nuovo quadro legislativo il vecchio testo unico per Comuni e Province dimostrando la sua età. L'ostacolo che impediva la discussione parlamentare era la fermissima opposizione del Partito Repubblicano. All'inizio del 1982 venne convocata l'assemblea quinquennale di rinnovo cariche. Eravamo in circa 6.000 a Palermo per questo tema centrale. Sembrava la volta buona dal momento che si attendeva di parlarne de visu con il Presidente del Consiglio Spadolini con il quale, in ristretta delegazione con il candidato alla Presidenza, si doveva cercare di trovare la soluzione. Venerdì 29 gennaio 1982, Hotel Villa Igea Palerm: non se ne fece nulla perchè a mezza mattinata irruppe il caso Dozier con la brillantissima operazione dei nostri reparti speciali che liberarono il generale Dozier catturando i brigatisti. Spadolini, impossibilitato a sedersi con noi in quanto permanentemente al telefono con interlocutori d'ogni parte del mondo, si scusò - scusatissimo -. Ci disse però di avere delegato il suo fidatissimo on. Antonio Del Pennino, di lì a poco vicesegretario nazionale del PRI. Ore di discussione ma nonostante il suo leader fosse a Palazzo Chigi, su questo nodo delle Province era irremovibile. A tarda ora i colleghi, esausti, mi lasciarono delegandomi a trovare una soluzione. Che non trovai. Continuava ad essere irremovibile. Si rischiava. Sarebbe stata la prima volta, una rottura all'interno dell'ANCI con ripercussioni politiche. La notte - o meglio le sole 3 o 4 ore rimaste - porta consiglio. Del Pennino firmò e si cominciò finalmente a parlare della nuova legge, anche se poi ci vollero ancora anni per arrivare in porto. E, negli anni, quasi cicliche furono le fiammate anti-Provincia, quasi un refrain. Una idiosincrazia sostanzialmente emotiva e quindi non supportata da motivazioni adeguate. Si aggiunga la confusione di situazioni. Dovrebbe - ma non lo è - essere evidente a tutti che un conto sono le Province là dove il legislatore ha già individuato le 'città metropolitane', sicuramente da sopprimere e un altro conto sono i problemi delle altre. Pure evidente che decidere di trasferire funzioni dalla Provincia di Brescia al Comune di Brescia è un conto, trasferirle dalla Provincia di Sondrio al Comune di Pedesina è un altro. E' da allora che continua il refrain citato

Ho ricordato questa lontanissima esperienza semplicemente per sottolineare, condivisibili o meno che siano le posizioni che vado esprimendo, che queste sono la sintesi di approfondimenti che durano da tempo, quasi, immemorabile, indipendenti quindi dal contingente, ma fondate su dati oggettivi, non su quelli emozionali o distorti (il caso delle città metropolitane docet) che sono alla base della ventata 'Provincicida'.

Nota 3:

Art. 23 " Riduzione dei costi di funzionamento delle Autorita' di Governo, del CNEL, delle Autorità indipendenti e delle Province", comma 14 e seguenti

14. Spettano alla Provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.

15. Sono organi di governo della Provincia il Consiglio provinciale ed il Presidente della Provincia. Tali organi durano in carica cinque anni.

16. Il Consiglio provinciale e' composto da non più di dieci componenti eletti dagli organi elettivi dei Comuni ricadenti nel territorio della Provincia. Le modalità di elezione sono stabilite con legge dello Stato entro il 30 aprile 2012.

17. Il Presidente della Provincia è eletto dal Consiglio Provinciale tra i suoi componenti.

18. Fatte salve le funzioni di cui al comma 14, lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 30 aprile 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In caso di mancato trasferimento delle funzioni da parte delle Regioni entro il 30 aprile 2012, si provvede in via sostitutiva, ai sensi dell'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, con legge dello Stato.

19. Lo Stato e le Regioni, secondo le rispettive competenze, provvedono altresì al trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali per l'esercizio delle funzioni trasferite, assicurando nell'ambito delle medesime risorse il necessario supporto di segreteria per l'operatività degli organi della Provincia.

20. Con legge dello Stato e' stabilito il termine decorso il quale gli organi in carica delle Province decadono.

21. I Comuni possono istituire unioni o organi di raccordo per l'esercizio di specifici compiti o funzioni amministrativi garantendo l'invarianza della spesa.

22. La titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione e' a titolo esclusivamente onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettone di presenza".

Nota 4:

Le Province come "i gatti neri"

Un semisillogismo per il tema della soppressione delle Province. Queste si dividono in tre categorie:

- Quelle dove é prevista l'istituzione delle cosiddette "Città metropolitane" e sono Roma, Bari, Bologna, Firenze,Genova, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria, Roma, Venezia, così come deciso dal Parlamento. Poi, come deciso dalle Regioni a statuto speciale: Catania, Messina, Palermo (Sicilia), Cagliari (Sardegna), Trieste Friuli Venezia Giulia. Fra queste alcune potrebbero partire anche subito (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) consentendo, qui sì, forti risparmi.

- Quelle di fatto a Statuto Speciale, Bolzano e Trento (hanno carattere costituzionali)

- Le altre, fra cui Sondrio.

Tre situazioni ben diverse.

- Le prime dovrebbero essere il vero obiettivo di Governo e Parlamento. La Provincia là è del tutto inutile e la città metropolitana dovrebbe essere obbligo.

- Le seconde hanno il vincolo costituzionale.

Le altre presentano difformità. Per fare un solo esempio l'on. Di Pietro ha ragione sulla soppressione se si basa sul suo Molise, una Regione, peraltro istituita solo nel 1963 e con un territorio nemmeno una volta e mezzo quello della provincia di Sondrio, con due Province di cui una, Isernia, non arriva neppure ai 90.000 abitanti. Altro esempio Chieti e Pescara distanti una quindicina di km fra loro. Le nuove della Sardegna. E altri casi ancora che andrebbero approfonditi per una revisione e con alcuni accorpamenti.

Invece il Governo e diversi esponenti politici applicano rigorosamente il semisillogismo dei gatti neri. In che consiste? Dati di fatto: io ho un gatto nero, mio fratello ha un gatto nero, mia cugina ha un gatto nero. Deduzione alla Governo Monti: in Italia tutti i gatti sono neri. Poi ci può essere un supplemento di storiella. Siccome i gatti neri che attraversano la strada portano male, i gatti (dimenticando l'aggettivo sul loro colore) vanno fatti fuori. Tutti, indipendentemente a quale delle tre categorie appartengano.

nota 5:

Alonzo

E' nota la storiella di Alonzo che durante la prima guerra mondiale era partito in caccia di prigionieri allettato dal premio che in tal caso avrebbe avuto. Sparisce. I commilitoni chiamano e chiamo finchè da lontano risponde di aver fatto un sacco di prigionieri. All'invito allora di portarli la risposta "non mi lasciano venire". La storiella si adatta alla richiesta di autonomia, visto e considerato che di Province autonome in Italia ce ne sono solo due e che sarebbero in tanti a volere l'autonomia. Per realizzarla occorrerebbe una maggioranza parlamentare in doppia lettura alle Camere per approvare la modifica alla Costituzione necessaria. E' bene ricordarlo per non introdurre nel dibattito elementi dispersivi. Suggestivi ma dispersivi.

nota 6:

La proposta BIM di 'governance'

A distanza di tempo mi é difficile ritrovarla. Comunque in sintesi era questa. La fase statutaria dava a ciascun Ente, Comuni e Province, piena autonomia, sia pure ovviamente nel quadro dell'ordinamento generale. Per molti Enti si é trattato di una quasi ripetizione degli schemi usciti dalle Associazioni delle Autonomie. In quel periodo al BIM si era riusciti ad addivenire a un corretto rapporto con le Comunità Montane secondo il dettato della Corte Costituzionale che non prevedeva affatto, come invece sostanzialmente in gran parte poi si fece, un ruolo del BIM come esattore ma gli riconosceva autonomia gestionale con il solo rispetto programmatorio delle CC.MM. Avevo del resto applicato quanto, nell'analisi istituzionale, avevo condensato nel 3° e 4° programma della C.M. Unica. Problema fondamentale, in entrami gli Enti, quello dei poteri. Nell'unica ai piani e programmi della Comunità, per legge, 'dovevano adeguarsi i piani degli altri Enti operanti sul territorio. Governance insomma.

Alla Provincia feci allora presente che lo Statuto avrebbe potuto e dovuto andare oltre a schemi sostanzialmente burocratici ma, sia pure sotto il profilo formale attribuendo carattere consultivo, mettendo in rete tutti i soggetti.

Ecco quindi, al vertice la Provincia, quindi gli Enti di settore (CCIAA, BIM, APT, IACP), quindi gli Enti di maglia larga ovvero le CC.MM., infine i Comuni capoluogo di mandamento e un paio di Comuni di fascia media e di fascia minore.

In un certo senso si trattava di istituzionalizzare quanto si faceva in occasione di problemi particolarmente rilevanti. In questo caso però si faceva un passo avanti, ovviamente prevedendo ambito e limiti di attività. Evidente comunque la finalità, quella di avere sui problemi che contano e nei rapporti con l'esterno,a cominciare dalla Regione, una posizione di forza che veniva dalla rappresentatività e dall'unità.

La proposta venne a pubblica conoscenza attraverso la stampa ad opera di Natale Contini, allora assessore provinciale, in polemica con la Presidenza che non aveva dato corso all'esame collegiale della stessa.


Nota "INDICE":

Nella prima pagina, rubrica "Speciale" nello stesso numero - il 3 del 30.1.2012 - de "La Gazzetta di Sondrio" vengono ripubblicati alcuni degli articoli pubblicati, sullo stesso giornale, sull'argomento oggetto di valutazione e discussione.

. TUTTI INSIEME CONTRO L'IDIOZIA DELLA SOPPRESSIONE DELLE PROVINCE! 12.1.30.13

http://www.gazzettadisondrio.it/34706-tutti_insieme_contro_l_idiozia_del...

. LA PROVINCIA DEVE RESTARE! IL 31 CONSIGLIO STRAORDINARIO. INVITATI TUTTI GLI EX PRESIDENTI 12.1.30.24

f.

http://www.gazzettadisondrio.it/34713-la_provincia_deve_restare__il_31_c...

. DOSSIER: L'EREDITA' DELLA PROVINCIA DI SONDRIO FUNZIONI E COMPETENZE DELLA PROVINCIA 12.1.30.19

Morituri te salutant. Non sono questa volta i gladiatori nell'arena che salutano il palco delle Autorità romane. E' una 'moritura' che dopo 151 anni di onorato servizio viene sacrificata sulla "ara demagogica"dei falsi risparmi (dal n. 36/2011)

Frizziero

http://www.gazzettadisondrio.it/34717-dossier__l_eredita__della_provinci...

. DOSSIER. VIA LA PROVINCIA LA VALTELLINA RISCHIA GROSSO. IMPOTENTI I PARTITI IL PROBLEMA DOVREBBE INTERESSARE LE FORZE ECONOMICHE E SOCIALI 112.1.30.45

(Dal n. 34 del 10 XII 2011)

http://www.gazzettadisondrio.it/34736-dossier__via_la_provincia_la_valte...

. DOSSIER.RICAPITOLANDO (dal n. 33): a) IL NODO DELLE PROVINCE. DEMAGOGIA ALLO STATO PURO. E AUMENTO DEI COSTI

(Dal n. 33 del 30.XI.2011)

http://www.gazzettadisondrio.it/34738-dossier_ricapitolando__dal_n__33__...

. DOSSIER. RICAPITOLANDO: b) PER L'UPI "INSENSATO" INSERIRE NEL DECRETO LEGGE IL TEMA DELL'AB0LIZIONE DELLE PROVINCE 11 12 10 20

(Dal n. 33 del 30.XI.2011) - La posizione delle Province in un odg approvato pochi minuti fa dall'assemblea nazionale delle Province italiane in corso a Roma (6 XII 2011) riunitasi a Roma, il 5 e 6 dicembre 2011

http://www.gazzettadisondrio.it/34740-dossier__ricapitolando__b__per_l_u...

. DOSSIER. RICAPITOLANDO c) ESPROPRIATI. QUEL CHE OGGI DECIDE E FA LA PROVINCIA DAL 30 APRILE LO FARA' IL PIRELLONE 12 1 30 54

(Dal n. 33 del 30.XI.2011) - Il testo, da dilettanti allo sbaraglio, del Decreto Legge é chiaro al riguardo. La manovra dovrebbe far risparmiare ma a Roma han fatto i conti senza l'oste. E l'oste in questo caso é la realtà delle cose: maggiori costi di amministrazione e maggiori costi per i cittadini. Il da farsi in Valle

http://www.gazzettadisondrio.it/34742-dossier__ricapitolando_c__espropri...

. DOSSIER. RICAPITOLANDO: d) LE PROVINCE RESTANO (PER ORA) MA SVUOTATE. L'IGNORANZA ISTITUZIONALE FARA' AUMENTARE I COSTI E I DISAGI PER LA GENTE ! VEDERE PER CREDERE. PROVINO! 12 1 30 55

(Dal n. 33 del 30.XI.2011) - Proposta ossessiva - Funzioni ai Comuni? Ma per piacere! - Funzioni alle Regione? Ma per piacere! - Di Pietro si basa sul Molise!!! - Non c' tempo per abolire le Province. E allora... - La posizione della Banca d'Italia ripresa da Monti - Dimostrarlo - La ratio - Irresistibile - La soluzione - E noi

http://www.gazzettadisondrio.it/34744-dossier__ricapitolando__d__le_prov...

. DOSSIER. TAGLIO DELLA PROVINCIA = TAGLIO DELLA SICUREZZA 12.1.30.57

Dal n. 33 del 30.XI.2011)15 agosto 2011 - La nota stampa del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, molto critica nei confronti dell'eventuale soppressione della Provincia di Sondrio. Quali altri uffici si perderebbero

http://www.gazzettadisondrio.it/34750-dossier__taglio_della_provincia___...

. DOSSIER. LA PROVINCIA DI SONDRIO RISCHIA DI SPARIRE, COSI' COME I COMUNI SOTTO I 1.000 ABITANTI 12.1.30.58

Dal n. 33 del 30.XI.2011)

http://www.gazzettadisondrio.it/34752-dossier__la_provincia_di_sondrio_r...


Alberto Frizziero
Dalla provincia