GLI SCULTORI CASCELLA A CONSAGRA A MADESIMO

Dal 7 dicembre al 31 gennaio

Per Natale il comune di Madesimo regalerà una mostra eccezionale. Del resto non è una novità, visto che già negli anni scorsi erano state allestite importanti esposizioni durante la stagione estiva. Nel 2002 fu la volta della personale di Aligi Sassu, che tra l’altro soleva frequentare la valle per le ferie estive e a Campodolcino abitò dal 1943 al ’45. In due sedi, nella sala Carducci di Madesimo e al Mulino di Chiavenna, seguirono – in collaborazione con la Comunità montana – mostre dedicate nel 2003 alle opere di Giorgio De Chirico e l’anno dopo a diciotto tra i più affermati scultori del Novecento italiano. Fu la manifestazione che preparò nel 2005 “Le 5 meraviglie” nell’ex convento seicentesco dei Cappuccini e in piazza Bertacchi a Chiavenna, dove furono esposte opere di Giacomo Manzù, Marino Marini, Arturo Martini, Francesco Messina e Luciano Minguzzi.

Ora, sempre in collaborazione con il gallerista milanese Mario Palmieri e con lo storico Guido Scaramellini, è la volta di due esponenti della scultura italiana ed europea del Novecento: Andrea Cascella e Pietro Consagra. Le loro sculture saranno esposte a Madesimo lungo le vie del centro e nella sala Carducci della palazzina dei servizi. Una decina saranno le opere di Cascella e di Consagra che dalla piazza della chiesa accompagneranno i visitatori lungo la vie Carducci e Antonio De Giacomi. Nella sala troveranno posto i pezzi di dimensioni più ridotte e vari studi grafici dei due scultori.

Andrea Cascella, nato nel 1920 a Pescara da una famiglia di artisti, una volta trasferitosi a Roma si diede alla ceramica e alla scultura in pietra applicata all’architettura. Innumerevoli le personali e le collettive, a partire dal ’45. Tra tutte va segnalata la personale alla Biennale di Venezia del ’64, dove vinse il primo premio internazionale di scultura. Egli si dedicò anche all’insegnamento a Brera, della cui accademia divenne direttore; la stessa carica ebbe all’Accademia “Aldo Galli” di Como. Morì nel suo studio di Milano nel 1990.

A lui il Credito Valtellinese dedicò una retrospettiva al palazzo Pretorio di Sondrio nell’estate del ’99, anche come omaggio a un artista che amò la valle e le sue pietre, prediligendo il granito del Masino.

Caposaldo della cultura artistica italiana del Novecento, la sua opera è legata agli incastri e ai gangli in pietra, che costruiscono e costituiscono l’opera, sempre rispondente a un rigore estetico e a una rara coerenza di pensiero. Forte la carica simbolica delle sue sculture, a cominciare dalla convinzione che non esiste un insieme se non costituito da tante parti e che le parti possono dar luogo a diversi insiemi.

Anche Pietro Consagra, come Cascella, nacque nel 1920, più a sud, a Mazara del Vallo in provincia di Trapani, e morì a Milano ottantacinquenne nel 2005. Anch’egli si trasferì a Roma, dove lavorò negli studi di Mazzacurati e di Guttuso, dando vita nel ’47 al Manifesto del gruppo astrattista “Forma 1”. È pure firmatario della Carta di Matera circa la salvaguardia dei centri storici. Tre anni dopo, per la ricostruzione di Gibellina realizzò la “Porta del Belice”, una stella alta 24 metri. Del ’98 è la scultura in marmo di Giano, posta a largo Santa Susanna a Roma. Sue opere sono in molte altre città italiane ed estere, a cominciare ovviamente da Milano. Ha esposto più volte alla Biennale di Venezia, dove nel ’60 ebbe il gran premio per la scultura. Dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ricevette la medaglia d’oro come benemerito della cultura e dell’arte.

Consagra fu anche critico e scrittore d’arte, pubblicando nel 1980 un’opera autobiografica “Vita mia”. La sua arte, partita dalla scomposizione cubista della realtà, è caratterizzata da notevole vigore astratto-geometrico, espresso con padronanza dei vari materiali impiegati, dalla pietra al metallo e al legno.

La mostra di Madesimo, voluta dall’amministrazione comunale guidata da Pierluigi Scaramellini, inizierà venerdì 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, e continuerà per un paio di mesi, fino a tutto gennaio.

Cristian Copes

Cristian Copes
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