CENTRO DI RECUPERO DI PONTE IN VALTELLINA: LA PROVINCIA AVVIERÀ INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
Alla luce della verifica interna appena conclusa e sulla base dei risultati dell'indagine svolta la settimana scorsa dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato presso il Centro di Recupero di Ponte in Valtellina, la Provincia ha disposto una serie di interventi di adeguamento allo scopo di migliorarne il funzionamento. In particolare, si procederà all'adeguamento degli spazi adibiti a pronto soccorso interno, all'isolamento e al ricovero temporaneo di determinate categorie di animali. Per alcune specie di selvatici e per quelli considerati pericolosi, per comportamento o patologia, si è deciso di intensificare i rapporti di collaborazione già esistenti con alcuni centri faunistici specializzati della Lombardia e di disporre, se necessario, il trasferimento di alcuni soggetti recuperati.
Riguardo alla vicenda della capriola Luigi, che si è felicemente conclusa sabato scorso con il ritorno presso l'abitazione di Ercole Bernoi a Castello dell'Acqua, la Provincia chiarisce di aver sempre e soltanto eseguito gli ordini impartiti dalla Procura della Repubblica di Sondrio: sequestrando l'animale il 7 dicembre scorso, curandolo presso il centro di Ponte per oltre due mesi, riportandolo al signor Bernoi pochi giorni fa. Non compete infatti all'ente nessuna decisione circa la dimora della capriola che è stata ospitata al centro a seguito di una richiesta della Procura della Repubblica. Proprio oggi il medico veterinario Alessandro Bianchi, lo specialista al quale la Provincia si era rivolta per ulteriori accertamenti sulla capriola affetta da alopecia, ha consegnato una relazione completa e dettagliata della visita effettuata il 15 febbraio scorso. Secondo il veterinario, la caduta del pelo dell'animale è da imputarsi al cambiamento ambientale, ma ancor più a quello alimentare. "E' probabile - scrive il dottor Bianchi - che il regime impostato dal signor Bernoi abbia condizionato metabolicamente la capriola che, una volta arrivata al centro non ha più trovato i medesimi costituenti dietetici". Dal suo ingresso, infatti, su suggerimento del veterinario responsabile del centro, la capriola è stata alimentata con erba e fieno, secondo natura cioè, mentre lo stesso signor Bernoi aveva sempre sottolineato di averla sfamata con il cibo cucinato per sé, la pastasciutta ad esempio, a riprova dell'affetto e della cura che le aveva sempre riservato. Sarebbero dunque queste le cause della caduta del pelo della capriola e non lo stress per l'allontanamento da chi si era sempre preso cura di lei. Il veterinario Bianchi specifica inoltre che, in questi casi, la perdita del pelo avviene improvvisamente e molto rapidamente e che, generalmente, la ricrescita si verifica spontaneamente, come avviene peraltro in natura per i caprioli che superano con difficoltà l'inverno.
CSP