ELEZIONI A SONDRIO: AVANZA L’INCERTEZZA. BORDONI DEFINITO “CARIATIDE” MA VELTRONI, FINI E GLI ALTRI SONO IL NUOVO?”
Il dato politico di fondo resta e si consolida con l’aumentare dell’incertezza su quel che potrà succedere nella prossima primavera quando i sondriesi saranno chiamati a scegliere Sindaco e Amministrazione comunale. Stiamo sul terreno politico con analisi assolutamente neutra sotto il profilo partitico. I corni del dilemma, come già in precedenza illustrato:
1) Che il centro-sinistra non possa vincere è pacifico.
2) Che il centro-destra possa perdere è un dato, più virtuale che reale tempo fa ma meno virtuale ora rispetto ad allora.
1) Il centro-sinistra
Punto uno. Neanche con l’eventuale discesa in campo dell’ex Sindaco Molteni il centro sinistra riuscirebbe a vincere perché il gap è troppo elevato per poter essere superato con i consensi personali che il popolare “Alcide” porterebbe con sé. Per tornare in plancia a Palazzo Pretorio il centro-sinistra ha bisogno, come fu quando Molteni divenne Sindaco la prima volta, della collaborazione degli altri, ossia quanto indicato al punto due.
2) Il centro-destra
A sei mesi dalle elezioni, tempo breve politicamente parlando, il centro-destra non è ancora ai preliminari con due problemi davanti a sé:
a) la ricostruzione di un quadro di intese mentre si è ancora nella fase, di fatto, ad escludendum con riferimento alla precedente Amministrazione;
b) il crescere, e il consolidarsi nel tempo, di iniziative di ambito elettorale di centro-destra. Se anche queste dovessero poi rientrare nel quadro, o in sede di liste o di apparentamenti, sono comunque motivo di complicazione non fosse altro, ma questo è il minimo, per l’aumento degli interlocutori al tavolo direzionale, quello pre-elettorale e l’altro, nel caso di vittoria, post-elettorale.
Le quattro variabili (più, forse, una)
A Sondrio Accesa, al centro di Violante, ai liberaldemocratici si dice che si aggiungerebbe un rientro e, forse, una novità che potrebbe però oscillare fra i due schieramenti. E poi l’eventuale disponibilità di Molteni che renderebbe ancora più impegnativa la scelta del/della candidato/a da contrapporgli
E quindi? Quindi il centro-destra rischia.
Bordoni in pista per il Pirellone
Abbiamo letto in ritardo l’attribuzione della qualifica di “cariatide” al già, e possibile neo a breve, consigliere regionale Bordoni in una lettera pubblicata da Centro Valle a firma dell’ex Presidente della CCIAA Dassogno che critica l’uso di tale termine. Nel testo la frase incriminata nella domanda dell’intervistatore sul candidato-Sindaco a Sondrio, a Del Tenno “I Circoli della Libertà spingeranno per il rinnovamento o accetteranno vecchie cariatidi come Gianmaria Bordoni?”
Ricordiamo per inciso che l’ing. Bordoni tornerà a Milano se il Sindaco di Besozzo, recentemente subentrato in Regione ad un collega sospeso dall’incarico, manterrà il suo impegno di lasciare il Pirellone per poter continuare a fare il primo cittadino (ma è anche segretario provinciale del Carroccio). Stralciamo al riguardo da “Varese Laghi”:
“Fabio Rizzi resterà sindaco di Besozzo, ma fino a che non sarà dichiarato incompatibile continuerà a frequentare il consiglio regionale, prendendo così un po' di tempo prima che il seggio passi al secondo degli aventi diritto, il forzista di Sondrio Giovanni Bordoni. Lo ha deciso la Lega Nord, a cui Rizzi aveva delegato esplicitamente la decisione, con una formula tanto semplice quanto schietta: "Sono un soldato della Lega". Besozzo non corre dunque il rischio che si torni a votare, e per il 41enne medico anestesista si profilano cinque anni di aministrazione nel monocolore leghista che amministra il paese (dal 28 maggio scorso, ndr) oltre la prosecuzione della suo incarico di segretario provinciale del Carrocccio. Entrambe cariche prestigiose, anche se meno remunerative del seggio al Pirellone”.
“Cariatide”? Ma siamo impazziti? Semmai “telamone” o “atlante”!
Fossimo comunque nei panni di Bordoni, in pista dunque per Milano e non per la Stua di Sondrio, ci arrabbieremmo. Non per l’aspetto politico che presenta alcuni spunti romani divertenti come si vedrà, ma per un problema di costume. Diremmo “ma come, mi date della “cariatide”, notoriamente figura femminile? Se proprio volete, datemi almeno quella maschile che come sanno, forse, anche i sassi è “telamone” oppure “atlante”!
Serietà, nei confronti di chiunque
Indipendentemente da valutazioni positive o negative che ciascuno può fare l’unica cosa da dire è che si è fuori strada perché a Sondrio non siamo abituati a denigrare le persone che si occupano della cosa pubblica quale sia la tessera che hanno in tasca. Anche in tempi di forte contrapposizione politica e ideologica il rispetto per le persone è stato elemento costante. E’ toccato a Bordoni ma questo vale per chiunque. Si annoti e si cerchi in futuro di evitare questa caduta di stile.
Cariatide (alias telamone o atlante)
Stiamo nella logica della cariatide (alias telamone o atlante) e indaghiamo su qualche illustre personaggio. Pure lasciando perdere la gerontocrazia, e non solo dei senatori a vita, limitiamoci a quelli che sono sulla cresta dell’onda.
I freschi e giovani virgulti della politica italiana
Piccola rassegna di freschi e giovani virgulti della politica italiana. Altro che cariatidi (alias telamoni o atlanti) come Bordoni che il suo primo incarico (Presidente dell’ASM di Sondrio) invece l’ha avuto poco più di 20 anni fa. Un apprendista al confronto. Andiamo infatti a vederli.
- Quella che viene descritta come una GRANDE NOVITÀ POLITICA speranza dell’Italia per i prossimi decenni ha la sua massima espressione nel segretario Veltroni. Il nuovo che avanza: 31 anni fa era già consigliere comunale a Roma.
- Fini ha il suo primo incarico nazionale 30 anni fa..
- Bertinotti ha il suo primo importante incarico sindacale più di 40 anni fa.
- Casini è consigliere comunale a Bologna 27 anni fa.
- Bossi è sulla scena da un quarto di secolo.
- D’Alema inizia la sua vita politica 44 anni fa (e oggi controlla il 40% del Partito Democratico)
- Rutelli 28 anni fa era segretario regionale del Lazio per il radicali.
- Diliberto ha iniziato a far politica – lo dice lui .- 38 anni fa.
- Pecoraro Scanio 28 anni fa era già Presidente del Consiglio Federale dei Radicali della Campania
Ci fermiamo qui
Niente ricambio e freno all’ingresso dei giovani. Non in provincia
Il direttore di Centro Valle Giancarlo Ferrario rispondendo a Dassogno sostiene che il ruolo di autorevoli figure valtellinesi rappresenta una “scusa” usata “per evitare il ricambio e frenare l’ingresso di persone più giovani”. Ferrario non è di qui e da poco tempo è qui per cui non conosce le nostre vicende. Lo diciamo non in negativo ma come semplice constatazione, anche per giustificare quella sua affermazione che non risponde alla realtà. Farò un solo esempio, e personale per evitare riferimenti ad altri. Quando sono diventato segretario provinciale della DC, allora maggioranza assoluta in provincia, era il tempo dei grandi personaggi (Valsecchi, Tarabini, Schena, Venosta, Buzzetti, Spini eccetera). Io ero politicamente “un ragazzino” e come me lo erano, anche anagraficamente, gli amici entrati nella direzione (Moro, Dassogno, Visini, Mescia, Soltoggio, Scaramellini,.Marchini, Rossattini). Nella direzione, organo importante che ogni lunedì approfondiva i vari problemi della provincia, ogni tanto occupandosi anche del Partito, erano entrati solo due “della vecchia guardia”, ma non per colpi di mano bensì per scelte condivise. Ero ancora “ragazzino”, o quasi, quando sono diventato Sindaco. Lo erano Scaramellini quando è diventato Presidente della Provincia, Moro quando è diventato Presidente della Camera di Commercio, deputato e sottosegretario, Mescia quando è diventato Presidente del Morelli. E via di questo passo. Mi pare che analogamente si siano comportati i socialisti, tradizionali e principali oppositori allora della DC.
Ma Sindaco chi?
Ma Sindaco chi? Mi guardo bene da entrare nel merito. Osservo solo che per guidare il Partito Democratico la grande novità è stata quella di andare a prendere chi 31 anni fa era già consigliere a Roma e, nello scorso millennio, il 18 maggio del 1996, era già Vicepresidente del Consiglio.
Quando bisogna scegliere un leader occorre verificare l’esistenza in corpo, anima e DNA del/della candidato/a in pectore una sorta di summa theologica, seppur non articolata in 512 “questioni” come quella di Tommaso d’Aquino. Fra gli ingredienti anche una vis politica. Non dimentichiamo infatti che l’Amministrazione traumaticamente defunta quest’estate ha avuto una vita interna travagliatissima proprio sotto il profilo politico, persino interne ad un gruppo consiliare (Retici), che ha visto la caduta di alcune teste compresa quella di un assessore all’urbanistica di indubbia competenza. A sinistra obiettivamente non ci sono problemi particolari. Ci sono sul versante di centro-destra. Vedano.
Alberto Frizziero