GUARDANDO L'ITALIA DA MOLTO LONTANO
Siamo un Paese pieno di problemi, di discussioni, di polemiche quotidiane. Visto da dentro. Visto da fuori però... A qualche migliaio di km dalla penisola é possibile, ad un tempo, accertare cosa si pensi del nostro Paese e della nostra gente e, al tempo stesso, confrontare modi di vita e di essere di questi e quelli. Questi e quelli chi? C'é di tutto. La globalizzzazione fa sì che si trovino fianco a fianco persone di diverse nazionalità, di diversi usi e costumi.
A casa nostra ce ne diciamo di tutti i colori. Fuori casa capita che emergano le comuni radici, il senso di appartenenza ma anche un certo orgoglio. Non gratuito, non scontato. Un solo esempio, marginale ma significativo. Preceduto dal suono di tamburi arriva un corteo guidato dallo chef con tutti i camerieri con una torta-sorpresa. Una turista compie gli anni e alla reception lo sanno, per cui c'é la sorpresa con la torta. Nessuno sa chi sia la festeggiata ma il gruppo di italiani improvvisa un coro in un tripudio di tovaglioli. Si associano qualche tedesco, un po' di francesi e qualcun altro. Entisiasmante l'apporto del pur numeroso gruppo inglese: in un impeto di partecipazione c'é perfino qualcuno che alza gli occhi dal piatto e dà un fuggevole sguardo in direzione della festeggiata. Sono inglesi!
Episodio marginale ma significativo. In fin dei conti per loro se c'é la nebbia sulla Manica il continente é isolato...
Più rilevante. Con la diplomazia del caso si chiede alla gente cosa ne pensa dell'Italia e la risposta é largamente positiva. Per forza, dirà qualcuno, si risponde secondo nazionalità. Non é così.
Abbiamo sentito molti locali dire "italiani?" e al si "Viva l'Italia". Abbiamo sentito dire "english?", oppure "deutsch" o ancora "francais" (a russi e ukraini non c'é bisogno di chiedere, bioni e bianchissimi di pelle come sono). Alle risposte "yes" (per chi risponde degli inglesi...), "ja", "oui" non abbiamo sentito i gridi di evviva.
Questione di cromosomi.
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