09 11 23 (Aggiornamento del 23 XI) APPROVATO DAL CDM IL DDL "RIFORMA ENTI LOCALI E CODICE DELLE AUTONOMIE". DE PROFUNDIS PER LE COMUNITA' MONTANE. SPIRAGLI PER I BIM. CURA (MOLTO) DIMAGRANTE IN FATTO DI CONSIGLIERI ED ASSESSORI. NORMATIVA SEMPLIFICATA PE

AGGIORNAMENTO del 25 XI: MODIFICATO L'ARTICOLATO RISPETTO AL COMUNICATO UFFICIALE. LE MODIFICHE (in particolare i BIM restano)

Il comunicato ufficiale:

Il Consiglio dei Ministri del 19 novembre 2009, ha approvato in via definitiva il disegno di legge di riforma degli organi e delle funzioni degli enti locali e il Codice delle autonomie locali, che stabilisce le funzioni fondamentali degli enti locali e chiarisce "chi fa cosa", eliminando la sovrapposizione di funzioni ed individuando i relativi finanziamenti. Gradualmente saranno ridotti enti ed organismi, consentendo una migliore qualità dei servizi e risparmi di spesa. Diminuiranno i componenti degli organi delle amministrazioni esistenti. Grazie alla Carta delle autonomie verrà riordinata tutta la materia degli enti locali. Il provvedimento prevede: - l'individuazione delle funzioni amministrative fondamentali che spettano a comuni, province e città metropolitane; - l'obbligo dell'esercizio di alcune funzioni fondamentali in forma associata per i comuni sotto i 3.000 abitanti; - la razionalizzazione dell'amministrazione provinciale e periferica dello Stato; - l'eliminazione di enti e organismi, quali il difensore civico, le comunità montane le circoscrizioni di decentramento comunale (salvo che nei comuni con più di 250.000 abitanti), i consorzi di enti locali (compresi i Bacini imbriferi montani), i consorzi di bonifica; - la riduzione del numero di consiglieri e assessori locali, e la nomina del direttore generale solo nei comuni più grandi, che sono capoluogo di città metropolitana; - la semplificazione dei documenti finanziari e contabili nei piccoli comuni; - l'adeguamento delle regole del patto di stabilità; - il potenziamento dei controlli di tipo amministrativo, finanziario e contabile.

Le prime osservazioni

Articolo 17, funereo numero appropriato: le Comunità Montane, come isolane & C., spariscono. Ovviamente restano le obbligazioni, i rapporti, il personale e via dicendo. Difficile che in una realtà come la nostra possano ereditarne funzioni i Comuni. Probabile destinataria la Provincia.

Articolo 19, dovrebbero seguirne la strada cimiteriale anche i Consorzi BIM. Norma non scritta correttamente, in parte confusa. I tecnici che l'hanno predisposta - i rilievi riguardano gli aspetti tecnici, quelli politici verranno a parte (non dimenticando che questa norma deve fare i conti con la Corte Costituzionale che, data la sua giurisprudenza in materia la casserebbe sicuramente) che non sembrano avere bene le idee chiare. Sul piano politico d'altronde ci sono state dichiarazioni di parlamentari vicinissimi al Ministro Calderoli - le abbiamo pubblicate anche noi - con assicurazione che i BIM non verranno soppressi anche se di un grosso riordino hanno comunque bisogno sia che resti l'attuale sistema risarcitorio, sia che cambi. Sul piano tecnico, oltre la posizione della Corte Costituzionale - puntualmente descritta nel mio ampio dossier, dodici capitoli e Appendice, diffuso agli addetti ai lavori ma anche pubblicato a puntate su questo giornale - c'è uno spiraglio nello stesso art. 19 là dove dice che restano i BIM che "alla data di entrata in vigore della presente legge gestiscono uno o più servizi ai sensi dell'art. 31 del Testo Unico'.

Articolo 19, comma 3 (ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE). Sciogliendo i BIM resta il problema dei sovracanoni. Il DDL fa del tutto fuori strada assegnando alle Regioni il compito di stabilire i criteri per la divisione dei soldi fra i Comuni. Che le Regioni non c'entrino e non debbano entrarci è inequivocabilmente dimostrato nel mio dossier. Siccome però tale saggio può trovare chi sostenga non essere il quinto Vangelo - neppure io, dico però 'quasi un Vangelo'!, ci basta ricordare che al momento dell'improvvida, ed in parte suicida (lo schifo del capannonificio di fondo valle è una delle conseguenze), divisione della Comunità Montana unica di Valtellina, ci vollero due anni per accogliere la mia idea sull'impianto di Monastero tesa a riequilibrare la difficile situazione del morbegnese e quindi di consentire lo sblocco. Qualche anno dopo, alla guida del BIM, mi toccò di inventare una soluzione che, unica nella storia, in base alla somma delle quattro quote dava un totale del 102 per cento, per evitare ancora un blocco. Se si dovesse fare un riparto fra i nostri 78 comuni più Sorico, i soldi dei sovracanoni resterebbero, come dice la legge, in Banca d'Italia per decenni.

La cura dimagrante

Diminuiscono consiglieri ed assessori. I Consigli comunali si riducono a 30 per Sondrio, 10 Morbegno, 8 per i Comuni con più di 3.000 abitanti e meno di 10.000. Sei i consiglieri per i Comuni più piccoli, sotto i 3.000 abitanti. Il Consglio Provinciale si riduce a 12 consiglieri.

Falcidie anche per assessori. Sondrio mantiene i suoi 8, tre per i Comuni sopra i 3.000 abitanti e sotto i 10.000. Due per gli altri Comuni.

Non torna il conto per la Provincia. Con tutti i compiti che le si danno in più, 12 consiglieri sono proprio pochi ma ancor di più lo sono i tre assessori che potrebbero bastare, forse, soltanto nel caso che i tre assessori fossero a tempo pieno.

Torneremo certamente in argomento.

Alberto Frizziero

AGGIORNAMENTO del 25 XI: MODIFICATO L'ARTICOLATO RISPETTO AL COMUNICATO UFFICIALE. LE MODIFICHE (in particolare i BIM restano)

Art. 17 La ridefinizione del testo per le CC.MM.

Articolo 17, funereo numero appropriato: le Comunità Montane, come isolane & C., di fatto spariscono visto che lo Stato taglia i fondi e li passa, 30% ai Comuni. Le Regioni 'possono' sopprimerle il che significa che possono mantenerle in vita ma dovrebbero finanziarle.

Art. 19 Il 'pentimento': i BIM restano

Al primo comma dell'art. 19 spariscono i riferimenti ai BIM. Ne resta uno solo, alla fine del comma primo: "Sono altresì esclusi dalla soppressione i Bacini Imbriferi Montani. Avevamo visto, e conseguentemente scritto, giusto.

La cura dimagrante, un po' meno rigorosa

Le forbici si spuntano un po'. E così il quadro dei numeri risulta il seguente: i Consigli comunali si riducono a 32 per Sondrio, 15 Morbegno, 12 per i Comuni con più di 3.000 abitanti e meno di 10.000. Otto i consiglieri per i Comuni più piccoli, sotto i 3.000 abitanti. Il Consiglio Provinciale si riduce a 20 consiglieri.

Falcidie anche per assessori. Sondrio mantiene i suoi 8, tre per i Comuni sopra i 3.000 abitanti e sotto i 30.000. Due per gli altri Comuni.

Non torna il conto per la Provincia. Con tutti i compiti che le si danno in più, 20 consiglieri sono proprio pochi ma ancor di più lo sono i quattro assessori che potrebbero bastare, forse, soltanto nel caso che fossero a tempo pieno.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Dalla provincia