Multe ai camionisti (gasolio a Livigno). Interviene il Presidente Pozzi
Riceviamo e pubblichiamo:
“A distanza di qualche giorno dal clamore suscitato dalla notizia riguardante le contestazioni e le multe elevate dalla Guardia di Finanza nei riguardi degli autotrasportatori mi pare opportuno sottolineare e chiarire alcune situazioni onde evitare facili generalizzazioni e confondere condotte perfettamente legittime con comportamenti illegali. È infatti dovere di un’associazione fare chiarezza su quel che è successo, tutelare la legalità, approfondendo alcuni aspetti tecnico giuridici che solo gli addetti ai lavori possono conoscere.
In particolare occorre evidenziare come nelle contestazioni della Guardia di Finanza non si parla di serbatoi contraffatti o truccati, come erroneamente interpretato da molte persone, ma di serbatoi regolarmente omologati che, nella maggioranza dei casi sono stati montati direttamente dal rivenditore e la cui capacità è regolarmente riportata sulla carta di circolazione. Il problema è quello di definire un tipico cavillo della normativa laddove recita “non sono soggetti ad imposta in altri Stati membri i prodotti energetici immessi in consumo in uno Stato membro contenuti nei serbatoi normali degli autoveicoli commerciali”. Quindi basterebbe capire cosa si intende per “serbatoi normali” e quale sia stato l’obiettivo e le finalità perseguite dal legislatore europeo nell’introdurre questa norma. Tutto ciò sembrerebbe chiarito, oltre che dal buon senso, dal parere dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (depositata il 30 aprile scorso) che definisce quali serbatoi normali (quindi non soggetti al pagamento dell’accisa) tutti i serbatoi installati permanentemente sui veicoli commerciali che consentano a tali veicoli l’utilizzazione diretta del carburante e che naturalmente soddisfino tutti i requisiti tecnici. In questo periodo è comprensibile che l'opinione pubblica generalizzi, ma non può farlo un’associazione di categoria che non tutela solo gli autotrasportatori ma anche i valori del mercato e della libera e corretta concorrenza. Debbo inoltre aggiungere che ogni autotrasportatore che si reca nella zona franca deve dichiarare il quantitativo di gasolio importato e il chilometraggio registrato dal contachilometri. L’assurdo di tutto ciò è che proprio rifacendosi alle dichiarazioni degli autisti la Guardia di Finanza ha contestato il non pagamento delle accise sul carburante eccedente, a loro parere, la capacità del serbatoio normale. Questo è avvenuto anni dopo il transito dei mezzi che, nel frattempo, hanno continuato a rifornirsi e transitare liberamente in dogana, sottoponendosi diligentemente ai controlli e alle registrazioni ad ogni passaggio senza che nessuno abbia rilevato che il loro comportamento fosse illegale. Ora comprenderete che se una persona viene controllata in qualsiasi valico di frontiera ed ha con sé merce superiore a quella consentita viene subito fermata e sanzionata, quindi appare anomalo che gli autotrasportatori siano stati controllati e lasciati transitare per anni senza nessuna costatazione immediata di violazione e, solo a posteriore, si cerchi di recuperare le accise pregresse.
Pare inoltre difficile cogliere come possa essere riscontrato il reato di contrabbando su operatori che hanno sempre dichiarato integralmente la quantità di carburante con cui rientravano nel territorio doganale. Pertanto come associazione stiamo sostenendo a tutti i livelli le imprese loro malgrado coinvolte in questa vicenda, sia per il rispetto della legalità ma anche per evitare un tracollo finanziario del settore che implicherebbe la chiusura di numerosissime aziende con tutte le conseguenze del caso.”
Agostino Pozzi Presidente Confartigianato Trasporti Sondrio
Sondrio, 24 luglio 2014