DIECI CAPRIOLI RICOVERATI PRESSO IL CENTRO FAUNISTICO DI PONTE

In poco più di due settimane, dalla fine di maggio, sono già dieci, di cui sei piccoli, i caprioli recuperati in diverse zone della provincia, perlopiù nel territorio della Comunità Montana di Sondrio, ricoverati presso il Centro di Assistenza per la Fauna Selvatica di Ponte in Valtellina. I piccoli selvatici sono stati trovati nei prati feriti durante gli sfalci del fieno o morsicati da cani. I dieci caprioli, con la sola eccezione di uno, morto subito dopo il ricovero, sono in buone condizioni e vengono allattati con il biberon. "I ritrovamenti, soprattutto in questo periodo dell'anno, non rappresentano un caso isolato - spiega l'assessore a Caccia e Pesca Severino De Stefani - perciò è importante sensibilizzare la gente affinché non raccolga i piccoli lasciati soli dalla madre solo temporaneamente, tenga i cani al guinzaglio e, soprattutto, contatti la Provincia nel caso di ritrovamento di animali selvatici feriti. Si tratta di poche, semplici regole fondamentali però per preservare il nostro patrimonio faunistico". Durante il primo mese di vita, i piccoli vengono nascosti dalla madre, che li lascia per andare alla ricerca di cibo, fra l'erba, le foglie e i cespugli. Aiutati dalla loro immobilità, dalla quasi totale mancanza di odore e dal mantello che si mimetizza facilmente tra la vegetazione sono al riparo dai nemici naturali e si nascondono addirittura all'osservatore poco attento. Inconsapevolmente, l'uomo può costituire un grave pericolo per i piccoli selvatici che possono essere uccisi o gravemente mutilati dagli attrezzi utilizzati nelle operazioni di sfalcio. Per ovviare a questo problema le barre della falciatrice possono essere precedute da piccole catene (agganciate ad un supporto collegato alla macchina) che pendendo a pochi centimetri dal terreno fanno scappare l'animale prima che le lame lo possano ferire. Inoltre, per limitare i rischi, è indispensabile sfalciare iniziando dal centro del prato verso l'esterno, in modo che gli animali abbiano comunque la possibilità di mettersi lentamente in salvo scappando verso il bosco. Un altro accorgimento utile consiste nel posizionare, il giorno prima dello sfalcio, delle strisce colorate ai lati del terreno interessato che si muovono facilmente al vento. Un'altra fonte di pericolo per i caprioli è rappresentata dai cani lasciati liberi nelle zone boscate che possono disturbare o azzannare questi indifesi animali. Purtroppo, ogni anno vengono ritrovati caprioli feriti gravemente da cani che devono essere soppressi. Infine vi è l'errata abitudine di recuperare i cuccioli di capriolo pensando che siano stati abbandonati dalla madre, quando, invece, come detto, li lascia incustoditi solo temporaneamente per andare alla ricerca di cibo. "Se trovate un piccolo di capriolo nel bosco - è l'appello dell'assessore De Stefani - non disturbatelo e non toccatelo! Non portatelo a casa e non cercate di allevarlo. La madre è sicuramente nei paraggi e tornerà entro breve ad allattarlo e ad accudirlo. Se invece l'animale è ferito o risulta debilitato, è necessario informare il Servizio Caccia e Pesca della Provincia o il Corpo di Polizia Provinciale, che si farà carico di recuperarlo e di portarlo al Centro di Asssistenza per la Fauna Selvatica, dove verrà visitato da un veterinario e poi allevato con le migliori tecniche possibili, anche per evitarne l'imprinting, fino a quando sarà possibile rilasciarlo nuovamente".

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