Riorganizzazione del Morelli - 3
Comunicato del Comitato a Difesa della sanità di Montagna “L’Ospedale Morelli torni alla sua autonomia gestionale”.
Prima che scoppiasse l’epidemia Covid-19 anche in Italia, l’Ospedale Morelli stava affrontando una delicatissima fase della propria storia. Regione Lombardia aveva infatti presentato, da poco, il tanto discusso Piano di Riorganizzazione della Rete Ospedaliera della Provincia di Sondrio redatto dal Politecnico di Milano provocando la, preoccupata, insoddisfazione dei Sindaci della media e alta Valtellina e del Comitato a Difesa della Sanità di Montagna. Quando fu annunciato il lockdown per tutta l’Italia si era appena concluso, in Alta Valtellina, un ciclo di incontri pubblici destinati promossi dai Sindaci e dal Comitato di Difesa della Sanità di Montagna. La presenza massiccia dei cittadini stavano a testimoniare la contrarietà di una parte importante del territorio della Provincia rispetto alla minacciosa proposta di Regione Lombardia di CHIUDERE l’ospedale Morelli. Come Comitato per la Difesa della Sanità di Montagna non abbiamo usato giri di parole per descrivere i rischi presenti in quel Piano. Proporre il trasferimento di tutte le attività chirurgiche da Sondalo (dove sono nate e si sono sviluppate) a Sondrio, insieme al Punto Nascita e alla Medicina della Sport, significa dover rinunciare, inevitabilmente, anche all’Unità Spinale che è il cuore e il motore di buona parte della Riabilitazione e quindi mettere fine alla storia ospedaliera del Morelli. Con l’Emergenza Coronavirus la Regione Lombardia ha deciso di individuare nel Morelli di Sondalo il Punto di Emergenza Covid-19 e di trasferire su Sondrio tutte le altre attività ospedaliere. Paradossalmente quello che poteva sembrare un premeditato colpo da KO tecnico inferto al Morelli, di cui anche il nostro Comitato si era dichiarato molto preoccupato insieme ai Sindaci dell’Alta Valle, si è trasformata in una “straordinaria” occasione con la quale tutti i dipendenti del Morelli, con le loro uniche forze e il loro impegno appassionato e commovente, stanno imponendo a Regione Lombardia l’obbligo morale di ridisegnare un nuovo e dignitoso destino per il Morelli. Il tutto si è svolto nella, probabile, inconsapevolezza della stessa Regione che, in ragione dell’emergenza, ha sospeso ogni discussione sul futuro del Morelli. Da oggi in poi, tuttavia, non potremo più tollerare rinvii “pilateschi”, risposte superficiali, ambigue, inadeguate o addirittura progetti rovinosi. E con noi del Comitato ci saranno moltissimi cittadini, associazioni e aziende che in questi mesi hanno imparato che la Sanità di Montagna non può fare a meno dell’Ospedale Morelli, di tutte le sue “eccellenze” umane e tecnologiche e di tutte le sue enormi potenzialità, finora malamente espresse per mancanza di lungimiranza politica. L’impegno del Comitato, in questa direzione, è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini e delle nuove generazioni che devono poter guardare alla montagna come ad un luogo accogliente e ricco di prospettive e di opportunità di vita dignitosa e dove le Istituzioni le sono materne e non matrigne e non cancellano, alla rincorsa di un discutibile risparmio e di una non più sostenibile maggiore efficienza, storie brillanti e consolidate di eccellenze e di qualità. Che dentro il Morelli vi siano ancora tante eccellenze da preservare lo hanno dimostrato, con straordinario coraggio, tutte quelle figure professionali che abbiamo imparato a chiamare eroi e che stanno dimostrando come, in questi anni, il Morelli sia stato molto maltrattato, troppo! A questi nostri eroi, dalle straordinarie capacità professionali ed umane, chiusi nelle trincee dei reparti del Morelli dobbiamo il nostro incondizionato impegno affinchè la Regione Lombardia cambi rotta sulla sanità di montagna. In questi giorni, a fronte di segni stabili di attenuazione dell’epidemia Covid-19, la Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia, sta invitando le Aziende Sanitarie Locali a rivedere le disposizioni relative alla sospensione in atto dell’attività sanitaria programmata. Si prevede pertanto una ripresa graduale dell’attività ospedaliera pre Covid-19, mantenendo tuttavia un margine adeguato di risorse per affrontare eventuali recrudescenze della epidemia. Questo vale anche per l’attività ambulatoriale. Il documento della Regione Lombardia suggerisce la progressiva riduzione della disponibilità di letti attivati al momento del picco epidemico ed inoltre l’identificazione di ospedali con competenze infettivologiche, pneumologiche e rianimatorie ben strutturate e circoscritte (es. padiglioni) con nuclei dedicati alla degenza Covid-19 tali da costituire una rete regionale dedicata. Anche per la Provincia di Sondrio si tratta pertanto di un momento di estrema delicatezza nella configurazione della rete ospedaliera dell’ATS della Montagna ed in particolare della futura configurazione del Morelli. Come Comitato crediamo che ci siano le condizioni reali per ospitare, dentro il Morelli (pensato come Sanatorio d’eccellenza) con attività
autonome ed indipendenti sia un innovativo Centro di riferimento Regionale per la cura del Covid19 e per le malattie infettive, sia l’Ospedale di Riabilitazione con le Alte Specialità e Centro Emergenza Urgenza per tutta la montagna. Il Centro Regionale Covid potrebbe essere completamente indipendente rispetto alle altre attività ospedaliere, momentaneamente trasferite a Sondrio e di cui chiediamo, sin d’ora, di cominciare a riprogrammarne il loro ricollocamento a Sondalo. Chiediamo e rivendichiamo, per queste ragioni, l’immediata attuazione del Documento elaborato del Comitato Scientifico del Comitato a Difesa della Sanità di Montagna e sostenuto, integralmente, anche dai Sindaci dell’Alta Valtellina. La riapertura dell’ospedale Morelli con tutte le sue Alte Specialità non solo è per noi indispensabile ma è anche urgente. Tutto il territorio dell’Alta Valle che di accinge ad affrontare la Fase 2 non può farlo senza la certezza di avere l’operatività dell’ospedale Morelli. Tutto il territorio dell’Alta Valle non può tornare ad occuparsi di Olimpiadi Invernali 2026 senza avere la certezza che Regione Lombardia avrà archiviato, definitivamente, quella Proposta del Politecnico che si è rivelata sbagliata, inopportuna ed ingenerosa. Per tutte queste considerazioni chiediamo, hic et nunc, la costituzione di due strutture, a carattere regionale, completamente indipendenti fra di loro, dal punto di vista strutturale, ed autonome dalle strutture esistenti dal punto di vista gestionale. Un ospedale Covid, per avere valenza regionale, deve disporre di unità di terapia intensiva e sub-intensiva, di degenza ordinaria ed inoltre di un numero adeguato di camere destinate ai pazienti positivi anche asintomatici o paucisintomatici non compatibili con la convivenza in ambito famigliare. Va ricordato che, se gli esami diagnostici venissero effettuati in numero adeguato, sia come tamponi che come esami sierologici, le persone da isolare sarebbero molte anche fra gli ospiti delle Rsa. Questo provvedimento costituisce l’unica modalità per ridurre drasticamente l’occasione di contagio, associata al tracciamento. L’esigenza di autonomia rispetto all’ospedale generale prevede la dotazione di servizi dedicati come accettazione, radiologia, blocco operatorio, laboratorio con la presenza di un centro trasfusionale per l’applicazione delle più innovative terapie sperimentali come, per esempio, la plasmaferesi di cui il nostro Comitato Scientifico sta verificando le condizioni per una sua possibile applicazione, già ora, anche presso il Morelli. Serviranno inoltre anche un impianto di sterilizzazione, un guardaroba e una lavanderia specializzata, una mensa, uno spogliatoio etc.etc. A Sondalo tutte queste attività potranno essere concentrate, senza difficoltà, dentro al sesto padiglione a cui servirebbe abbinare anche il riutilizzo del settimo padiglione. L’Europa e il Governo italiano stanno stanziando i fondi necessari per gli investimenti sanitari ed è per questo che chiediamo che Regione Lombardia si attivi per chiedere un necessario ed opportuno adeguamento del Morelli. Siamo certi che gli investimenti destinati al Morelli sarebbero razionali, intelligenti, utili e di buon senso. I recenti interventi effettuati in Lombardia per adeguare i posti letto di terapia intensiva, come ad esempio quello della ex Fiera di Milano o dell’ospedale da campo di Bergamo, dimostrano che esistono procedure amministrative e tecnologiche rapide che potrebbero essere replicate, senza alcuna difficoltà, anche dentro il Morelli. Questa struttura, che potrebbe essere unica nel suo genere in Regione Lombardia, necessita di una Gestione Autonoma rispetto al resto degli ospedali che insistono nella ATS della Montagna al fine di poterne prevedere l’attivazione di Centri di Ricerca (IRCSS) o utili collaborazioni universitarie. Per questo chiediamo la costituzione di una Azienda Sanitaria Autonoma della Montagna con Sede a Sondalo per la gestione:
Centro Regionale Covid-19 autonomo ed indipendente; Ospedale Regionale di Riabilitazione collegato alle Alte Specialità; Centro di Emergenza Urgenza per tutta l’area montana".
Per il Comitato a Difesa della Sanità di Montagna
Pietro Del Simone - Luigi Grassi - Giuliano Pradella