GESTIONE DELLE ACQUE. DOPO IL REFERENDUM PROPOSTO DA 144 COMUNI LOMBARDI PRESENTATO IL PROGETTO DI LEGGE DI MODIFICA DELLA DISCIPLINA ATO
Il tema della gestione delle acque ha tenuto banco in seno alla VI Commissione regionale Ambiente e Protezione Civile riunitasi stamane a Milano alla presenza di una delegazione rappresentativa dei 144 Consigli comunali delle 11 province lombarde fattisi promotori di un'iniziativa referendaria in materia di costituzione e gestione degli Ato (Ambiti territoriali ottimali). Tema su cui il dibattito è stato acceso, sebbene si sia trattato di un'audizione dei sindaci 'referendari' non finalizzata, nell'immediato, all'assunzione di una decisione definitiva, che è stata rinviata alla prossima settimana, quando la Commissione Ambiente affronterà nuovamente l'argomento che, poi, passerà al vaglio del Consiglio regionale. Relatore del progetto di legge n. 291 che modifica le disposizioni generali e la disciplina del servizio idrico integrato di cui alla legge regionale del 12 dicembre 2003 n. 26, è il consigliere regionale Gian Maria Bordoni presente in Commissione accanto al presidente della medesima, Margherita Peroni, e all'assessore alla partita, Massimo Buscemi, che ha interloquito a lungo con i delegati dei sindaci referendari nel tentativo, non facile, di dirimere l'intricata matassa. "Occorre tenere conto, - ha precisato Bordoni - che il progetto di legge in esame affronta anche altri argomenti rispetto alla questione referendaria sul tappeto e presenta aspetti su cui è possibile una certa discrezionalità interpretativa ed altri su cui questo margine 'd'azione' non è possibile. La Commissione, comunque, - ha chiarito Bordoni in risposta ad alcuni distinguo sul metodo giunti dai banchi di Rifondazione Comunista e del Pd - non fa da notaio. E' autonoma rispetto a possibili intese raggiunte fra la Giunta e i referendari".
Questi ultimi, in particolare, chiedono l'abrogazione della norma che consente la partecipazione di privati alle società patrimoniali chiamate a gestire le reti idriche, l'abrogazione del comma che prevede la separazione delle attività di gestione da quella di erogazione del servizio e l'abrogazione dell'obbligo di affidamento dei servizi di erogazione solo tramite gara. "Sugli ultimi due punti - ha assicurato l'assessore Buscemi - già abbiamo raggiunto un accordo coi sindaci referendari. E, in questa sede, siamo in grado di poter accogliere anche la prima 'obiezione' perché è nostra volontà evitare che si vada al referendum che rappresenterebbe un dispendio enorme in termine di costi". Un'apertura guidicata, però, insufficiente dai delegati comunali presenti (Cologno Monzese, Calco, Merate, Robbiate e Olgiate Molgora) che hanno contestato il fatto che il progetto di legge preveda la partecipazione di tutti i Comuni alla gestione ed erogazione del servizio affidato direttamente dall'Ato, mentre per la costituzione di un'apposita società patrimoniale gerente sia sufficiente la maggioranza dei 2/3 dei Comuni dell'Ato. Un nodo politico su cui l'intesa appare lontana dato che l'assessore non si è detto disposto a discuterne avendo già recepito il contenuto delle tre proposte di modifica avanzate dai referendari. Sul discorso Ato, più in generale, è stato ricordato l'accordo in termini di gestione patrimoniale raggiunto o in fase di definizione da alcune importanti realtà lombarde come Cremona, Lodi, Lecco, Como, Pavia, Milano e provincia, mentre in "posizione molto arretrata" sono state definite Sondrio e Varese.