"CONCERTO PER DUE OBOI E ORGANO" DEL TRIO DIAUlOS
Terzo concerto della 48ma Stagione concertistica del Circolo Musicale CID di Sondrio domenica 23 novembre alle ore 21 nella Chiesa di San Rocco e in collaborazione con "Opera Don Bosco" Istituto Salesiano
Presentazione
Il barocco irrompe nella chiesa di S. Rocco per accompagnarci in un viaggio musicale nel periodo fra il 1600 e il 1750 nel quale un crogiuolo di tendenze, stili, tecniche, influssi e reciprocità si propagarono in Europa, al di là dei confini nazionali. Molte affinità legano tra loro i due giganti del Barocco, pur se ognuno parla una propria lingua musicale: L'idioma germanico complesso e denso di filosofia e spiritualità per Bach e l'italiano schietto, brioso, squillante per Vivaldi. La loro vicinanza artistica verrà fuori in questa serata che ci propone altresì opere di autori noti - come Baldassarre Galuppi, attivo a Venezia e a Pietroburgo, autore di musica sacra e da camera (notevoli le 85 sonate per clavicembalo caratterizzate da grande vivacità ritmica) ma soprattutto apprezzato operista (sulle oltre 100 opere si segnalano una ventina composte su testi di Goldoni) - e meno noti, come Cesare Negri, maestro di danza e ballerino che operò a Milano nella seconda
metà del '500 e Ludwig Krebs, allievo di J. S. Bach. alla Thomasschule.
Barocco, dicevamo: termine che in origine aveva un'accezione spregiativa perché inteso come una forma degenerata del Rinascimento, un'altra "epoca buia" tra il limpido Cinquecento e il Classicismo del diciottesimo secolo. La nostra concezione oggi è radicalmente mutata e il Barocco è riconosciuto come un periodo con i suoipropri diritti, il suo proprio intrinseco sviluppo e i suoi propri principi estetici. L'arte, la poesia e la musica del Seicento e della prima metà del Settecento sono indicate con il termine barocco. I caratteri più evidenti di questo stile sono la grandiosità, la potenza, la teatralità e la ricerca di complicati effetti decorativi, che rispecchiano la fastosità delle nascenti monarchie assolute europee. Anche le maggiori città italiane (soprattutto Roma, Firenze e Venezia) riescono a inserirsi con prestigio nella vita artistica europea: anzi, si può affermare che il centro più importante in tutta Europa e nel quale il Barocco affonda le sue radici fu proprio Roma. Nel Seicento la nobiltà è ancora la classe dominante, ma in quest'epoca si va affermando un'altra classe, la borghesia, assai potente sul piano economico, che rappresenta la fascia produttiva (banchieri, mercanti, manifatturieri, artigiani) e che costituirà l'anello di congiunzione tra la miseria dei contadini e dei braccianti e la smisurata ricchezza dei nobili. Le corti dei nobili si affermano prepotentemente come centri dell'attività musicale. Cantanti, strumentisti, compositori, maestri di cappella e maestri di danza gravitano attorno alle lussuose residenze dei monarchi assoluti che, senza badare a spese, cercano di dare un'immagine di magnificenza e di grandezza. Ogni avvenimento importante, pubblico o privato, viene solennemente festeggiato per giorni interi e in queste feste la musica costituisce l'attrazione principale: teatro in musica, danza, balletto, musica strumentale. Il pubblico non è più costituito solo da nobili e cortigiani ma anche da ricchi borghesi, ambiziosi di prestigio sociale. La Chiesa, nel frattempo, perde sempre più la sua egemonia in campo musicale, mentre sta per nascere un luogo che dominerà la vita musicale fino agli inizi del Novecento: il teatro.
La dottrina umanistica, per i compositori del XVI sec., portava al dominio del testo verbale su quello musicale, mentre fino ad allora la musica aveva avuto il sopravvento. Un teorico dell'epoca, il Berardi, dà il segno di quanto profondamente la consapevolezza dello stile abbia inasprito il senso del contrasto fra Rinascimento e Barocco, quando dice: "…i nostri Antichi avevano uno stile e una prattica sola. Li moderni hanno tre stili, da Chiesa, da Camera e da Teatro; le prattiche sono due, la prima, che è la vecchia, consiste: Ut armonia sit domina oraioni; la seconda: Ut oratio sit domina armoniae". La parola, come elemento che meglio esprimeva l'individualità umana, era di primaria importanza nella visione umanistica, per cui era vietato soffocarla con la musica. Per soddisfare questa necessità i compositori dell'epoca adottarono uno stile consistente in una sola linea melodica, con un accompagnamento armonico, mentre per rafforzare i concetti espressi nel testo venivano usati metodi diversi. Caratteristico del periodo è l'uso di un accorgimento particolare nella notazione, quello cioé del Basso Continuo, di solito riservato agli strumenti a tastiera: si trattava di una linea di basso, con sopra segnate delle cifre per indicare le armonie richieste, e venne usato fin dagli inizi dell'opera per recitativi ed arie. In seguito questo procedimento venne adottato per la musica strumentale e anche le musiche proposte questa sera al nostro ascolto prevedono brani concepiti in questa forma. Gli strumenti solisti nelle sonate di Vivaldi e di Bach dialogano tra di loro sostenuti dal basso continuo dell'organo che qui si pone al servizio degli oboi concertanti.
L'organo ritorna protagonista nei due brani bachiani e nella Fantasia di Krebs. Nel Preludio della BWV 550 assistiamo a una ricerca virtuosistica sulla pedaliera mentre la Fuga ci presenta una vasta e brillante elaborazione del soggetto. Con la BWV 541 sembra di tornare a una concezione "antica", rintracciabile nel Preludio con la sua apertura tipicamente "nord-tedesca". Il seguito è piuttosto contrastante e ciò porterebbe a pensare a un pezzo giovanile rielaborato in età adulta.
Lungo il curriculum degli artisti.