PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE:

“Spiace dover constatare come su una questione così importante come il futuro della nostra provincia, riassunto nel Piano Territoriale elaborato dall’Amministrazione Provinciale e sottoposto alla Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, qualcuno abbia voluto fare della mediocre politica di partito. Non si spiegano altrimenti alcune dichiarazioni rilasciate in questi giorni, da amministratori di lungo corso, in cui si confonde il significato del passaggio in Conferenza, ossia il consenso su atti di indirizzo che intendono rendere compatibili le necessità di un’intera provincia con quelle dei singoli comuni. Si trattava, e si tratta, di stabilire metodi di scelta su atti di governo del territorio, avendo ben chiaro che gli interessi più ampi prevalgono sui bisogni particolari. Tutela ambientale, sviluppo economico e sociale, grandi infrastrutture viarie e ferroviarie trovano una sintesi nel Piano Territoriale insieme ad altri temi strategici che non possono prescindere da una valutazione complessiva. La delusione è nel vedere che qualcuno finge di non capire.

E’ impossibile ad esempio che i rappresentanti di Morbegno e di Cosio confondano, nell’ambito del Piano Territoriale, il ruolo della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane con quello dell’Amministrazione Provinciale che non ha nessun titolo per intervenire in questa fase dell’iter di approvazione. L’emendamento proposto dal presidente della Comunità Montana di Morbegno Passamonti, inteso a garantire alcune prerogative dei Comuni, doveva esclusivamente essere approvato dagli amministratori convocati a Palazzo Muzio. Il presidente della Provincia e l’assessore delegato non dovevano avere, in quell’ambito, nessun ruolo e, di fatto, non l’hanno avuto. Intromettersi, condizionare avrebbe rappresentato una violazione delle regole e dello spirito della democrazia che delega ai Comuni e alle Comunità Montane la piena sovranità delle proprie scelte. E’ probabile che la schiacciante vittoria ottenuta dal documento e dal Piano Territoriale nel suo insieme sia stata una frustata dolorosa per chi intendeva anteporre la politica di partito e l’ideologia all’interesse dei cittadini. Sconfitto dai numeri, il sindaco di Morbegno se la prende, ancora una volta, con la Provincia e con una fantomatica “tecnica del silenzio” che non è altro che rispetto delle istituzioni e dei ruoli. Le ultime tre parole dell’intervista rilasciata ad un quotidiano, ‘ancora una volta prendiamo atto della tecnica del silenzio della Provincia, la nuova 38 insegna’, sono la chiave per comprendere le dichiarazioni e le posizioni di Ciapponi. In realtà a bruciare è ancora la questione ‘nuova 38’ che, a dispetto di alcuni, ha visto una serie di risultati positivi di tutto rispetto. L’approvazione del progetto, il passaggio al Cipe, il reperimento delle risorse in Finanziaria, ma soprattutto la grande dimostrazione di coesione e di volontà comune di arrivare al risultato hanno probabilmente deluso chi immaginava di poter condizionare con veti di partito o sindacali un traguardo tanto importante per la nostra terra. Il buon senso dei nostri amministratori, e soprattutto l’accettazione di quel che è possibile e non ha alternativa, hanno vinto e la nuova 38 si farà. Ecco l’insegnamento che viene da questa battaglia vinta, insegnamento che il sindaco di Morbegno e i suoi alleati non hanno ancora capito”.

CS

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