LA POSIZIONE DEI SINDACATI SULLA SANITA'

A nome di CGIL-CISL e UIL vi ringrazio per averci permesso di cogliere questa opportunità di dialogo su un tema così importante per noi e quindi sono a rappresentarvi le preoccupazioni di lavoratori e cittadini sul tema della sanità

La nostra provincia, interamente montana e quindi con tutte le difficoltà ben note, da moltissimo tempo attende di conoscere un quadro definitivo di prospettiva sui servizi sanitari erogati.

Il continuo turn over di Direttori Generali di questi ultimi anni ha, se possibile, peggiorato la situazione in quanto ha creato uno scollamento tra la realtà territoriale e la Dirigenza aziendale.

Noi, come sindacato, abbiamo ripetutamente chiesto la giusta attenzione in quanto completamente in area montana ma il solo risultato che si è ottenuto è stato quello di non far fare nessuna scelta. Ma il non scegliere per noi rappresenta l'agonia.

I piccoli ospedali di Morbegno e Chiavenna, il cui destino a vocazione medica (Morbegno) e chirurgia (Chiavenna) apprendiamo solo oggi, soffrono sempre più di spopolamento e basta il pensionamento di una professionalità per creare buchi spaventosi in termini di risposta ospedaliera. Serve valorizzare le strutture creando delle specialità di nicchia e ottimizzando l'utilizzo delle risorse. In queste piccole realtà si deve porre più attenzione alle esigenze di prestazioni ambulatoriali e diagnostiche affinché l'utente non debba percorrere 50 km o più km per fare un semplice prelievo o una semplice visita specialistica.

L'ospedale di Sondalo è da troppo tempo oggetto di attenzioni solo sulla carta ma nulla di concreto è stato fatto per garantire un patrimonio di alte specialità, non solo mantenendole ma anche potenziandole.

Abbandonare Sondalo al suo destino rinunciando a quella sua caratteristica di centro con capacità di attrazione extra provinciale, causa sicuramente effetti negativi anche al resto della sanità che rischia di diventare sempre più Sondrio centrica e di congestionarsi nell'Ospedale del capoluogo.

Sondalo non può e non deve essere trasformato in un ospedale Zonale poiché ciò che è a Sondalo non troverebbe spazio nelle altre realtà ospedaliere provinciali e quindi l'intera provincia subirebbe delle gravi perdite nel campo dell'erogazione delle prestazioni.

Rilanciare una sua identità dell'Ospedale di Sondalo deve quindi essere una delle priorità.

É proprio a causa dell'assenza di progettuale che, unitariamente abbiamo avviato un confronto serrato con le Direzioni Generali.

Un confronto che, partendo dall'analisi dei numeri, si impone di addivenire a dimensionare la nostra offerta ospedaliera tenendo conto del territorio, delle liste d'attesa e delle esigenze delle fasce deboli.

Gli investimenti strutturali sono molto importanti e siamo tutti a conoscenza degli sforzi, positivi, che si stanno compiendo per mantenere nelle nostre strutture un adeguato livello tecnologico e strutturale.

Ma ciò non ci può bastare. Serve investire anche in professionalità attraverso un adeguato piano di assunzioni che punti con particolare attenzione sui medici, infermieri e dirigenti amministrativi.

Allo stesso tempo non basta puntare la nostra attenzione solo sulla sanità ospedaliera ed è per questo che serve, sinergicamente al sistema sanitario, dimensionare anche l'assistenza e i servizi alla persona.

Non ci si può fermare alla logica dei buoni e dei voucher, che pur andando nella direzione di favorire la permanenza degli anziani in casa, di fatto si trasformano in una monetizzazione dell'assistenza, con un disimpegno del sistema pubblico che in quel modo scarica i problemi sulle famiglie e riduce la qualità del servizio.

Serve un sempre più costante e puntuale monitoraggio della qualità delle prestazioni domiciliari evitando che l'esternalizzazione delle prestazioni comporti anche l'esternalizzazione delle responsabilità.

Serve porre molta attenzione alle novità che stanno interessando le prestazioni della psichiatria evitando di abbandonare soggetti deboli al loro destino.

Il dibattito in questione deve prendere in considerazione anche proposte, come le "Forme associate dell'assistenza primaria" che consentano un'apertura più ampia degli ambulatori, la sperimentazione di "Ospedali Comunità" per le necessità sanitarie meno impegnative.

La ricerca di soluzioni durature, stabili, è per il Sindacato uno degli obbiettivi primari da raggiungere sia per quanto riguarda la sanità che per quanto attiene la risposta socio assistenziale.

Concludo auspicandomi che la giornata di oggi rappresenti l'inizio di un percorso, da noi tanto auspicato, di confronto territoriale sulla sanità che veda tutti attorno ad un tavolo per costruire una sanità che guardi al territorio, alle sue esigenze ma che non abdichi rispetto alle sfide presenti.

Chiediamo quindi alla Regione Lombardia di garantire, attraverso le sedi territoriali della regione, una continuità di dialogo e confronto che coinvolga anche le parti sociali.

Marco Contessa

Marco Contessa
Dalla provincia