FINISCE LA RASSEGNA SONDRIO TEATRO

Martedì 24 marzo in programma l'ultimo appuntamento, lo spettacolo "Viaggiatori di pianura. Acque mobili" di Gabriele Vacis e Natalino Balasso, regia di Gabriele Vacis, con Natalino Balasso, Laura Curino, Cristian Burruano, Liyu Jin . Appuntamento alle ore 21.00 presso il Polifunzionale Don Bosco

Trama

Nel vagone di un treno ad alta velocità si incontrano casualmente alcuni viaggiatori che, senza saperlo, hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci. Cominceranno a raccontarsi le proprie storie e scopriranno di essere tutti scampati all'acqua. L'acqua del Polesine, l'acqua di New Orleans, l'acqua dello Tsunami, l'acqua dei mille posti inondati, più o meno conosciuti: vicende terribili, dalle quali chi è riuscito a sopravvivere ha ricavato una nuova consapevolezza della precarietà umana ed ha trovato la forza per continuare a vivere.

Come nei racconti dei pescatori, tutto sembra prendere il tono di una sfida a chi l'ha scampata meglio, a chi ha avuto l'avventura peggiore. Ma alla fine qualcuno non la conta giusta. Chi è? E perché sta vivendo la vita di un altro?

Laura Curino, con la cadenza lenta di chi è nato nella pianura padana per manifestare lo stupore di Regina, è la ragazza polesana sposatasi il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ha rotto gli indugi e gli argini allagando ogni cosa.

Natalino Balasso è invece Ce-dric Lafontaine, veneto di terza generazione e scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans. L'uragano Katrina lo sorprende durante un concerto e a salvarlo sono le doti di galleggiamento del contrabbasso a cui lui e il collega strumentista si aggrappano.

Christian Burruano è l'animatore di un villaggio turistico a Pi Pi Iland, nell'Oceano Indiano. Anche lui, per sposarsi, ha scelto la data sbagliata, il giorno di Natale 2004, la vigilia dello spaventoso Tsunami che ha sconvolto quella parte del mondo.

Il testo è carico di suggestioni e di richiami sapientemente calibrati tra il patetico e l'ironico, e di una recitazione che, in perfetto stile Vacis, non è mai piatta e didascalica, ma si sviluppa in un incalzare continuo, aggiunge ritmo al ritmo, si ferma un attimo per rifiatare e poi riparte ancora più gagliarda. Un progetto, un regista e un cast di attori che promettono meraviglie.

Dalla provincia