INDAGINE SU UN APPALTO. AVVISI DI GARANZIA. PERSONAGGI ALLA RIBALTA. - SI VADA A FONDO, IN FRETTA. MA SOLO ALLA MAGISTRATURA COMPETE IL FARLO
Boom!
Al nostro rientro in sede la bomba: "lo scandalo appalti".
Già, perché al solo nominare la parola, "appalti", subito per molti è tutto un evocare tenebrose mene, loschi personaggi, giro di soldi sporchi, corruttela e corruzione. Politici, affaristi, infedeli funzionari, un coacervo dell'immaginario collettivo. E poi, naturalmente, la comunicazione giudiziaria - la chiamiamo così perché ci pare ipocrita chiamarla "avviso di garanzia" visto che la garanzia in teoria sarebbe per l'interessato chiamato in causa! - intesa come imperscrutabile e infallibile atto di una sorta di giustizia quasi divina. L'innocente è senza difesa perché se dice di esserlo la gente non lo crede visto - pensa - che tutti si dicono innocenti, persino chi prima aveva confessato. Se sta zitto peggio che andare di notte. Quando poi la Magistratura compie il suo iter magari riconoscendo tale onestà, beh allora "le assoluzioni non fanno notizia" come ebbe a rispondere un qualificato redattore di un qualificato quotidiano ad una giornalista valtellinese che voleva solo che fosse pubblicata la notizia dell'archiviazione a tutela dell'onorabilità di un personaggio del Tiranese prima invece tirato in ballo, come si suol dire, "a vacca" con titoli roboanti.
Premesso che…
A scanso di equivoci ricordiamo che in tantissime occasioni, ufficiali e sulla stampa, senza mai cambiare idea abbiamo sostenuto:
1) l'insufficienza della legge italiana per chi ruba nella o alla Pubblica Amministrazione. A nostro avviso ci vorrebbe la legge araba, quella del taglio, cominciando dalla mano destra - sinistra per i mancini - e proseguendo in caso di recidiva. Nell'impossibilità di attuarla per via dei troppi buonisti il taglio dovrebbe quantomeno essere commutate nell'isolamento in qualche antico penitenziario, tipo isola di Pianosa, ove terra da coltivare ce n'è, s'intende con picca e vanga e non con trattori o altri macchinari;
2) la copiatura delle norma della Serenissima Repubblica di San Marco in base alla quale il nobile - oggi diremmo il pubblico amministratore a qualsiasi livello - aveva il doppio della pena rispetto al non nobile che si fosse macchiato dello stesso reato;
3) le sanzioni per i colleghi - direttori e redattori - che violando la legge sulla stampa non dessero uguale risalto alle rettifiche rispetto a notizie pubblicate e rivelatesi non veritiere, ed anche alle notizie di assoluzioni rispetto a quelle di avvisi di garanzia.
Ciò dunque premesso…
Ciò dunque premesso vediamo la vicenda. Parte il quotidiano Il Giorno. C'è un'indagine in corso. Riguarda l'appalto della strada di Bema. Avviso di garanzia al Presidente della Comunità Montana di Morbegno avv. Silvano Passamonti - anche segretario provinciale del PdL -, dal 14 giugno 2004 consigliere comunale in quanto il Sindaco di Bema non poteva più farlo avendo ricoperto tale incarico negli ultimi due mandati. Lui conferma, dichiarandosi sereno e tranquillo per quello che sarà l'operato della Magistratura. Si parla anche dell'arch. Jonny Crosio, recentemente eletto deputato nelle file della Lega Nord e dal 2004 assessore provinciale, in particolare anche ai LL.PP. dopo la prematura scomparsa dell'assessore Pirondini. Da Roma l'onorevole fa arrivare un comunicato nel quale manifesta la sua sorpresa di fronte alle notizie giornalistiche affermando di non saperne assolutamente niente. Un incauto accostamento sul Corrierone relativo al Procuratore della Repubblica dr. Avella determina la sua immediata e durissima reazione, con tanto di querela. Si va avanti sui giornali e si tira in ballo anche la Val Pola. Sul relativo appalto si ricama sull'ingente ribasso, il 50%, con un minimo però del 32%. Si guarda all'appalto ma a nessuno viene in mente di andare a vedere a monte. Se ci sono questi forti ribassi non è il caso di chiedere che prezzi unitari hanno scelto i progettisti? Non possiamo dire che abbiano sbagliato perché non abbiamo i dati, ma quantomeno l'andare a vedere come sono stati definiti i prezzi unitari sarebbe d'obbligo, in particolare per quei giornali che hanno strutture e mezzi per poterlo fare…
Si ricama ma vien fuori sulla stampa che a fronte di simile alto ribasso il Presidente della Provincia Provera aveva voluto guardarci dentro chiedendo l'intervento del Ministro Di Pietro. Questi aveva mandato i suoi ispettori che avevano verificato la regolarità dell'appalto (ragion di più - diciamo ai colleghi - per informarsi sul progetto).
Il Presidente Provera
Il Presidente della Provincia, sen. Fiorello Provera, si era recato immediatamente in Procura come "persona informata sui fatti". Si era anche visto arrivare una pubblica dichiarazione alla stampa del Procuratore dr. Avella non solo per smentire ogni suo possibile coinvolgimento nell'indagine ma con l'aggiunta di una significativa patente "Provera è un galantuomo"
Altri chiamati in causa
Successivamente altre "indiscrezioni" sugli avvisi di garanzia che sarebbero una decina, Acclarata quella del tecnico del Comune di Bema, dichiaratosi assolutamente tranquillo con l'invito alla stampa di fare riferimento al suo avvocato, non confermate quelle di impresari di cui è stato fatto il nome. Poi imprecisati "funzionari e amministratori".
La dichiarazione ufficiale sulla ragione dell'indagine
Uscendo dal polverone che vede sullo stesso piano tutti gli ingredienti di questo "affaire", cartesianamente partiamo da quello che conta di più: la dichiarazione del Procuratore della Repubblica: si tratta di un'indagine volta ad accertare la regolarità dell'appalto. Testuale dal quotidiano "La Provincia di Sondrio" del 22 maggio u.s.: «Sono in corso degli accertamenti sulla regolarità di alcune opere pubbliche - spiega il procuratore capo Gianfranco Avella -. Ed è prematuro parlare di irregolarità. Comunque posso assicurare che l'inchiesta sarà chiusa a breve». Da un altro giornale si apprende - ma chi ha fornito queste notizie? - che le ipotesi di reato sono "corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio" "formulate a carico di una decina di personaggi illustri (politici, amministratori, funzionari pubblici, imprenditori)"
Quando viene meno "la regolarità"
Dissipiamo le tenebrose mene con i fantasmi di loschi personaggi in azione con giro di soldi sporchi all'insegna di corruttela e corruzione.
La regolarità può venir meno, in modo casualmente erroneo o colposo oppure doloso, per errori procedurali, per definizione del bando di gara, per pubblicità insufficiente, per omissione di inviti, per erronea applicazione delle clausole del bando eccetera eccetera.
Tutto questo dunque con o senza responsabilità specifiche.
Appalti. Chi?
Chi provvede agli appalti? Fino a qualche anno fa erano gli amministratori a provvedere all'appalto. A loro oggi compete dare le direttive. In altri termini approvare il bando di gara. Da qualche anno tocca ai funzionari dell'Ente appaltante procedere alle varie fasi operative dell'appalto così come per le forniture.
Tangenti?
Mani Pulite ha avuto il merito di scoperchiare il pentolone. E vale quanto detto prima sul taglio delle mani, nostro pallino particolare. Ha avuto anche, rovescio della medaglia, il demerito di far credere alla gente che tutta la politica sia una cosa sporca, che tutti i politici, in SPE o di complemento, siano dei maneggioni, che appalto significhi tangenti, e quindi porcheria.
In provincia per fortuna ci si conosce tutti e si sa valutare ben diversamente da idioti stereotipi comuni. La Provincia di Sondrio ha svolto un grandissimo e complesso lavoro di attuazione della Legge Valtellina sia con una impressionante serie di appalti, sia con un'ampia gamma di indennizzi. Ebbene non si è registrato un solo caso - e avrebbero potuto esserci statisticamente anche umani errori - di cose non fatte a posto secondo regola.
Il costume amministrativo in provincia ha tradizione consolidata. Le persone sono ampiamente note, anche, di fatto, nella loro vita privata. Non possiamo, prima di andare avanti, non esprimere ragionevoli dubbi che nella sostanza possano esserci stati comportamenti fuori registro. Palazzo di Giustizia di Sondrio è comunque una garanzia non solo di serietà ma anche di tempi ragionevoli per cui è doveroso attenderne, fiduciosi non per formalità, le conclusioni. Con alcuni punti fermi, come chiariremo.
Le reazioni
Le reazioni solo le solite di questi casi: titoloni in serie sui giornali. Comprensibile ma ad una condizione dettata dal rispetto di regole deontologiche che abbiamo sempre seguite negli organi di informazione che abbiamo diretto. Riteniamo che al rilievo dato alla denuncia debba corrispondere analogo rilievo per la conclusione della vicenda, quale ne sia l'esito, anche nel caso che per qualcuno le cose finissero in una bolla di sapone.
Due esempi
1) APPALTI TRUCCATI. Grande titolone in prima pagina di un primo giornale: Maxinchiesta a Sondrio, tremano in tanti - APPALTI SOSPETTI E NOMI ECCELLENTI". Nella didascalia sotto il testo è, correttamente, diverso: "presunte irregolarità sugli appalti". Nella continuazione in seconda si ripete questa definizione corretta. Ma il titolo, vistosissimo, è diventato "APPALTI TRUCCATI: SI INDAGA DA BEMA ALLA VALDISOTTO". Il giornale ha cioè emesso la condanna: si tratta di "Appalti truccati".
2) Grande titolone in prima pagina di un secondo giornale: "APPALTI: I POLITICI TREMANO". Come per l'altro giornale il testo è corretto e così anche l'impostazione complessiva con spazio dedicato agli interessati, compreso il Procuratore dr. Avella. Vediamo i titoloni: in prima pagina "APPALTI: I POLITICI TREMANO" L'occhiello nella pagina successiva ("bufera in provincia su politici, amministratori, funzionari pubblici e imprenditori") evidentemente lascia pensare che amministratori, funzionari pubblici e imprenditori se ne freghino: tremano solo i politici… Battuta a parte il titolo è di quelli che incentivano nel lettore dubbi a largo raggio. Esplicito infatti il titolone, senza riscontro nel testo: "APPALTI PILOTATI: INDAGATI 10 BIG".
Per un giornale gli appalti sono truccati, per l'altro sono pilotati. Ebbene quand'anche fosse così non sta ai giornali emettere il verdetto. Tocca al PM fare le proposte, al GIP stabilire l'eventuale rinvio a giudizio, all'aula dibattere con una conclusione di condanna per chi venisse riconosciuto colpevole o di assoluzione per chi venisse riconosciuto innocente (salvo chi addirittura non avesse visto già prima l'archiviazione).
Sfiducia
Se non si tiene una linea di equilibrio si alimenta la sfiducia della gente e si complicano le cose a chi amministra la cosa pubblica. I titoli, a nostro giudizio, avrebbero dovuto essere coerenti con i testi. Chi ha scritto infatti, ribadiamo, lo ha fatto correttamente. Chi ha titolato come fa invece a sapere che veramente gli appalti siano stati "truccati" oppure "pilotati"? Perfino nell'ipotesi , sorprendente, che fosse così non tocca alla stampa ma alla Magistratura giudicante stabilirlo.
Deontologia di un tempo in archivio.
C'è poi il rischio che una situazione di questo tipo metta in difficoltà i funzionari pubblici che debbono fare appalti o assegnare forniture. In questo clima chi deve operare in un quadro legislativo complesso, in cui abbondano le interpretazioni talora persino in contrasto tra loro, con assegnazioni spesso contestate con paralizzanti contenziosi, non può non risentirne. E, conseguentemente, non possono non risentirne le opere da farsi.
E allora?
E allora? Una cosa da fare c'è: accelerare al massimo l'iter giudiziario perché, coram populi, emerga la verità, siano puniti gli eventuali colpevoli, siano restituiti alla dignità personale le persone ingiustamente tirate in ballo.
a.f.