CACCIA PROIBITA. UN COLPO DI FUCILE. POLIZIA PROVINCIALE IN PISTA. FIUTATA QUELLA GIUSTA. TRE MALENCHI BECCATI. RISCHIANO. LE CONGRATULAZIONI DEL COMANDANTE
"Operazione antibracconaggio: in 3 finiscono nella rete della Polizia Provinciale". Sono di Chiesa in Valmalenco e più precisamente residenti nella frazione di Curlo i tre uomini
identificati dagli agenti della Polizia Provinciale e accusati di caccia in periodo di divieto, detenzione e abbattimento di fauna selvatica non cacciabile - stambecco e marmotta - e di fauna selvatica cacciabile - capriolo con palchi in velluto - ma abbattuta in periodo non consentito.
Gli odiosi reati sarebbero stati commessi lo scorso 10 gennaio.
Gli agenti erano in servizio in località Valdone, nel comune di Torre Santa Maria, quando hanno udito un colpo di fucile.
Gli uomini al comando di Graziano Simoni hanno subito capito che l'esplosione proveniva dai boschi di Spriana. Dopo un lungo appostamento, verso sera, gli agenti hanno trovato conferma alle loro intuizioni individuando l'arrivo di un veicolo sospetto, seguito poi fino a destinazione. Alla vista degli agenti, infatti, il conducente dell'auto ha subito invertito il senso di marcia dirigendosi verso Chiesa e fermandosi per l'appunto presso la frazione di Curlo, risultata poi essere la località di residenza dei tre uomini identificati. Subito sono scattati gli accertamenti da parte degli agenti, raggiunti sul posto anche da altri colleghi. A bordo dell'auto è stato trovato uno zaino contenente una carabina e le relative munizioni.
In considerazione del fatto che la stagione venatoria è chiusa si è dunque proceduto alla perquisizione dell'abitazione di uno dei tre fermati dove sono stati rinvenuti: trofei di stambecco,
specie non cacciabile, e di capriolo con velluto. In quest'ultimo caso la presenza del velluto sui palchi indica che l'abbattimento dell'ungulato è stato effettuato in periodo non consentito, presumibilmente in primavera.
La perquisizione ha consentito di rinvenire, inoltre, dei sacchetti contenenti carne surgelata di stambecco e di marmotta, anche quest'ultima specie non cacciabile. Posti sotto sequestro i trofei, la carne e l'arma, gli agenti hanno inviato comunicazione di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio.
Uno dei tre identificati è risultato essere un cacciatore ammesso, per la stagione venatoria 2012, alla caccia agli ungulati nel settore Alta Valmalenco. Per lui, dunque, oltre alle sanzioni amministrative e penali previste dalla normativa vigente in materia venatoria, sarà prevista anche l'esclusione per dieci anni dalle cacce di specializzazione (ungulati - tipica alpina - lepre) e in zona di maggior tutela, così come stabilito dal regolamento provinciale che disciplina la caccia di selezione agli ungulati. Prosegue, quindi, l'attività, non facile, di repressione del bracconaggio.
"Sono soddisfatto di questo risultato e mi complimento con miei uomini". Questo il commento del Comandante Graziano Simonini che aggiunge: "Nonostante la caccia agli ungulati sia chiusa già dalla fine di novembre, ci sono uomini che proprio non riescono ad osservare le regole e che continuano imperterriti nell'attività venatoria che nulla diventa se non gesto criminoso diabbattimento illegale di capi di fauna selvatica, spesso per di più proibita. Al di là dei codici - conclude il Comandante - un atto di viltà oltre che di scarso rispetto di chi va a caccia rispettando le regole".