QUARTO APPELLO AI VALTELLINESI (quanti a casa se...!)
Agorà di RAI 3 ha dato notizia ieri, 14 dicembre, del sondaggio compiuto tra il 10 e l'undici scorsi su un campione, rappresentivo dei 50.112.703 (Istat 2010) maggiorenni italiani, di 1100 intervistati, 3800 non rispondenti.
La domanda: Se alle prossime elezioni politiche si presentassero i seguenti partiti, a quale darebbe piu' probabilmente il suo voto?
La Risposta:
Partito Democratico-PD 31,1 - Movimento 5 stelle di Grillo 19,0 - Popolo della libertà-PDL 16,5 - Lega Nord 6,4 - Sinistra ecologia e Libertà 5,5 - Unione di centro 5,4
Poi.
Partiti o movimenti che così stando le cose non entrerebbero in Parlamento:
Di Pietro 2,0. Giannino 2,5, Montezemolo Bonanni, Oliviero e Riccardi 1,7, Rifondazione e PDCI 1,8, Futuro e Libertà di Fini 1,9. Poi vari altri per un totale di 6,2.
Quello che conta che fra indecisi e astenuti siamo al 35%, quasi 18 milioni, superiore alla popolazione somma di quella delle tre confinanti Nazioni Svizzera, Austria, Slovenia.
Un breve inciso politico. L'on. Berlusconi punta a quel bacino elettorale. Non c'é dubbio che tutto il popolo della sinistra sia schierato come larga parte di quello, per così dire, "protestatario" tra Grillo, Di Pietro, in parte la Lega. A casa, a parte la quota fisiologica stimabile intorno al 15%, il 20%, sostanzialmente il ceto medio, oggi in crisi. Una decina di milioni. I moderati uniti vincerebbero ma uniti non sono e non saranno per cui democraticamente é giusto che vadano all'opposizione. Berlusconi sa di non poter vincere anche se si dichiara ottimista. Sa però che se aggiunge al 16,5% (sia unito che diviso) una decina di punti dal bacino degli indecisi, l'interdizione del PdL o come si chiamerà, con quella della Lega e quella di Grillo, se non cambia, porta a una ingovernabilità e quindi inevitabilmente ad un nuovo "Governo del Presidente", questa volta non Napolitano a mandato finito ma Monti nuovo inquilino del Quirinale. Annotare e constatare poi, a meno ovviamente che non intervengano quelle novità che tutti auspicano ma che da mesi e mesi restano meri auspici.
Torniamo a noi. La premessa di cui sopra era indispensabile visto che Valtellinesi e Valchiavennaschi non vivono sulla luna ma in quel contesto come descritto.
Un parallelo statistico darebbe per la nostra provincia un numero di astenuti e indecisi di quasi 55mila persone sui circa 150.000 abitanti maggiorenni o di 6500 nel capoluogo, oltre 3500 a Morbegno, quasi 3000 a Tirano, più di 2100 a Chiavenna, o0ltre 1500 a Bormio.
Questi dati devono fare riflettere.
La nostra provincia ha una lunga tradizione di oculata amministrazione. Nei problemi che contano ha sempre trovato il modo di fare prevalere l'interesse generale superando le pur legittime differenze politiche. Dai lontani tempi della crisi del Fossati e dal Comitato per la Statale 36 questo spirito é rimasto nel tempo come le recenti posizioni comuni sulla questione della Provincia e, appena prima, della SS 38 o delle acque hanno dimostrato.
Sono all'orizzonte elezioni di triplice portata: quelle politiche, le regionali e le comunali per Sondrio, Teglio, Chiesa, Cosio, Gerola.
L'appello é di cominciare a pensarci ora quale che sia l'orientamento di ciascuno.
A che titolo - può dire qualcuno -, questo appello?
La risposta é semplice: si sta solo dando voce pubblica a sentimenti di molti valtellinesi che hanno a cuore il futuro della nostra gente e delle nostre Valli, come chiariremo ulteriormente.
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina