09 10 14 (Aggiornamento del 14.10) PER LEGAMBIENTE IL 99% DEI COMUNI VALTELLINESI È A RISCHIO IDROGEOLOGICO. ELABORAZIONI ASTRATTE E REALTÀ CONCRETA

Sicché il 99% dei Comuni della nostra provincia sarebbe a rischio idrogeologico secondo una elaborazione di Legambiente d'intesa con la Protezione Civile (sarebbe bene sapere con chi della Protezione Civile romana).

Primo punto. Cosa vuol dire questo 99%?

Dato che i nostri Comuni sono 78 vuol dire che 77,22 sono a rischio e o,78 no.

Non è vero.

Tutto il territorio è a rischio idrogeologico. Ci si dica quale Comune della provincia può dirsi al riparo di questi eventi: frane, valanghe, slavine, esondazioni. Un solo dato

Attingiamo dal nostro giornale - aprile 2001 - per alcuni dati:

Rete principale dell'Adda, quarto fiume italiano:

Adda, bacino di formazione Km 70,390 (qui lo sviluppo dell'Adda è di km 18,600).

Collettore, con pendenza media del 0,908 % Km 106,400

Lunghezza totale dalle sorgenti di Alpisella a quota 2239 al Lario, a quota 199, Km 125 con un bacino di 2598 Kmq.

Rete secondaria

Affluenti bacino dell'Adda alpino: Km 669,488, di cui:

45 affluenti di destra Km. 289,661

60 affluenti di sinistra Km. 397,827

Totale con altri affluenti Km 1533,565

Le pendenze, longitudinali e dei versanti laterali, di questi affluenti, e delle con valli, sono rilevantissime

Tutti i dati all'indirizzo:

http://www.gazzettadisondrio.it/npda1.html

Metà circa del territorio provinciale è sopra i 2000 metri arrivando sino ai 4.000. Molti i ghiacciai con relative morene di materiale incoerente suscettibile di movimento dato il ritiro dei ghiacciai, in corso da quando non c'erano le diavolerie anti-ozono e pro effetto serra.

E si potrebbe continuare.

Consegue il semplicissimo ragionamento che siamo in zona a rischio permanente per ovvie ragioni naturali. Prevenzione? Sempre fatta, anche se tanta gente parla solo perché ha la bocca ma senza documentarsi. Un solo esempio senza scomodare le circa 400 opere per circa 500 milioni di €uro realizzate con la Legga Valtellina. Quando ci furono gli eventi del 1983 l'eccezionale maltempo, arrivato sino, come nel 1987, a 305 mm d'acqua caduti in un solo giorno (in un'abitazione di 100 mq sarebbe come metterci 30,5 tonnellate!) si abbatté anche sulla Strada Statale 39 dell'Aprica. Nella parte verso est dove il BIM aveva regimato il torrente la strada non ebbe un solo danno. Altro esempio i paravalanghe della Val Gerola. Da quando, nel 1977, la Comunità Montana unica realizzò i paravalanghe con l'impiego allora di ben mezzo miliardo di lire, non si sono più abbattute quelle valanghe che in precedenza avevano prodotto distruzione e morte.

Ancora un'ultima osservazione. In base a questa teorica indagine fra i capoluoghi Sondrio sarebbe penultimo. Forse è il caso di ricordare ai distratti estensori che Sondrio è stato il primo Comune d'Italia, dopo Tresenda 1983, a dotarsi di uno studio geologico, autori i geologi Azzola e Tuia, esteso a tutto il territorio comunale e finalizzato a individuare tre tipi di aeree:

a) Dove costruire senza problemi

b) Dove costruire con prescrizioni

c) Dove non costruire

E magari anche l'intervento di protezione della città dalla sovrastante frana di Spriana (fra i 20 e i 30 milioni di mc). Una frana sensibile ai terremoti con poca probabilità di collasso nel breve periodo ma con rischio altissimo per la città ove si producesse per cui la combinazione di questi due fattori ha portato alla realizzazione di un by-pass.

Ci fermiamo qui. Speriamo si sia capito che un conto è essere a rischio per la natura delle cose. Altro conto è essere a

rischio per come l'uomo è intervenuto - o non è intervenuto - sul territorio. Un po' più di attenzione non guasterebbe.

a.f.

a.f.
Dalla provincia