Sondrio 15 settembre. SOPPRESSIONE PROVINCIA: ALLARME ROSSO NELLE CATEGORIE . LE CONSEGUENZE. INTANTO SI RICORRE, AL TAR E ALLA CONSULTA
Sondrio, 8 settembre 2012 - Grido d'allarme d'allarme delle categorie economiche e della Camera di Commercio: «Senza la Provincia mancherà una regìa per un territorio come il nostro e tutto diventerà più difficile, nella vita quotidiana». «Siamo l'unica realtà in Italia - dice il presidente dell'Unione industriali Paolo Mainetti - che si è auto-tassata per 97 milioni di euro per poter contribuire alla costruzione della nuova statale 38». "Che fine farebbero il turismo, il commercio e l'impresa in genere - aggiunge Marino Del Curto, alla testa di Confcommercio - se il governo Monti non tenese conto della nostra identità di territorio completamente montano?».
«I problemi vengano analizzati concretamente in loco - fa eco il presidente dell'Unione artigiani Gionni Gritti - dove sono ben conosciuti e dove c'è la possibilità reale di risolverli». «Il governo Monti dovrebbe riorganizzare tutto, a partire da ciò che è più vicino a se stesso - dice Alberto Marsetti, presidente di Coldiretti - e non andare a colpire realtà virtuose come Sondrio, che porta avanti la difesa di un'agricoltura eroica di montagna, rispettando il patto di stabilità. La gente si accorge che i tagli lineari sono profondamente ingiusti e temo reazioni incontrollabili». L'incontro di ieri mattina press
o la sede locale della Regione Lombardia, presenti l'assessore del Pirellone Giulio De Capitani, il consigliere regionale Ugo Parolo e il presidente della Provincia Massimo Sertori è stato molto partecipato anche dai sindaci dei principali Comuni.
Tutti a far presente che la difesa della identità provinciale non vuole essere il mantenimento di alcune «poltrone», ma vengono coinvolti gli interessi di 180 mila abitanti che rischiano di dover far la spola tra la Valtellina e Milano o qualche altra città lombarda, per sbrigare ogni tipo di pratica amministrativa. Insomma c'è il rischio che spariscano Tribunali e altri uffici giudiziari, sedi distaccate di enti nazionali che potrebbero essere spostati nel nuovo capoluogo al quale Sondrio verrebbe accorpato. Il rischio di trasferirsi ogni volta a Lecco, Como, Monza o a Milano è concreto. Agricoltori, commercianti, operatori turistici, artigiani e industriali, con il presidente della Camera di Commercio Emanuele Bertolini, hanno ribadito ieri che le imprese dicono di «No» alla soppressione della Provincia mentre sono favorevoli al riassetto istituzionale degli enti locali. De Capitani, Parolo e, in particolare il presidente Sertori, hanno sottolineato l'importanza che la Regione stabilisca, nel documento che verrà presentato al Governo, lo status di territorio completamente montano per Sondrio e provincia.
Intanto vediamo cosa succede dalle altre parti.
COMO
Battaglia per salvare il nome di Como é il motto della città del Lario dove si parla di una nuova provincia pedemontana con Como che sarebbe capoluogo avendo 3-4000 abitanti in più, Lecco e Varese. Non vogliono amdare con Monza che in tal caso sarebbe capoluogo e loro sotto, loro che sono nati come Provincia nel 1860 avendo ssotto sino al 1927 Varese e sino al 1995 Lecco.
MONZA
Dal Cittadino, giornale di Monza si apprendono le ultime voci. Como ha detto picche a Monza che vorrebbe andare con Como e a Lecco. Non solo i politici contro. Dicono «non proponibili soluzioni di accorpamento che riducano Como e il territorio pedemontano sostanzialmente a periferia della metropoli milanese, come accadrebbe con l'accorpamento all'attuale provincia di Monza e Brianza»
Per la società civile é presto fatta: Como con Lecco e Varese e mettiamoci anche Sondrio.
RICORSI AL T.A.R. DEL LAZIO
Per quel che si riesce a sapere - ma l'UPI a Roma non dovrebbe dare notizia tempestivamente sul suo sito? - ci sono ricorsi al TAR del Lazio che, in particolare, é competente a giudicare i provvedimenti del Governo, in questo caso la delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 20 luglio avente per oggetto " Determinazione dei criteri per il riordino delle Province"
Ha fatto da apripista Matera il cuio ricorso é stato messo a ruolo per il prossimo 26 settembre
Sondrio con Lecco, Lodi, Rovigo, Treviso ma dovrebbero essere della partita quantomeno Frosinone, Latina, Teramo. Ovviamente la prima richiesta é quella della sospensiva, cioé la sospensione dell'efficacia del provvedimento in attesa di analizzare la situazione nel merito per il quale viene richiesto l'annullamento con possibilità successiva di ricorso al Consiglio di Stato.
RICORSI ALLA CORTECOSTITUZIONALE
L'articolo 133 della Costituzione recita "Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione". Anche un dilettante del diritto rileva che il mutamento, eufemisticamente definito 'riordino' é stato avviato dal Governo e non dai Comuni.
Qui devono ricorrere, se vogliono, le Regioni che non sappiamo a che punto siano. Può essere anche un giudice che nell'analisi di un procedimento riscontra non manifestatamente infondata una censura di natura costituzionale.
I tempi non sono brevi.