IL NAUFRAGIO. UNA VOCE DIVERSA: SALVATE, DI NOTTE E IN CONDIZIONI TERRIBILI, 4200 PERSONE! (E NON DIMENTICHIAMO LA GENTE DELL'ISOLA ANCHE CON LA RICHIESTA DI UNA BENEMERENZA AL VALOR CIVILE PER LORO 12.1.10.40

L'incredibile naufragio all'Isola del Giglio stimola alcune osservazioni controcorrente.

La prima riguarda la pagina dolorosa, quella del tributo di vite umane, un evento che ne ha ricordato un altro da quelle parti, l'incendio alle 22 del 10 aprile 1991 della Moby Prince nel porto di Livorno con 140 morti fra cui tre valtellinesi.

Precisato che il discorso vale anche se ci fosse stata anche una sola vittima è doveroso appuntare un aspetto importantissimo.

A bordo c'erano 4229 persone, circa 3000 passeggeri e 1200 uomini di equipaggio ed era notte. Chi ha viaggiato su grosse navi sa l'impressione che fa il mare scuro mentre la nave solca le onde. Manca qualsiasi riferimento come, strano, non succede di giorno. Immaginiamo quindi lo stato d'animo di chi era a bordo. Una gran botta che fa volare piatti, bicchieri, carrelli e qualsiasi altra cosa nei ristoranti. La luce che se ne va. I camerieri, filippini che sanno solo un cattivo inglese, che urlano "go go" e scappano. Dove? Chi é dall'altro lato dell'isola ha davanti a sé il buio assoluto. Le urla e tutto il resto. Nell'isola, più o meno con una superficie pari a quella del Comune di Sondrio, vivono in questa stagione in tutto circa 700-800 persone. Nel piccolo porticciolo c'è qualche barca. Siamo a un'ora di traghetto (piccolo) dalla costa Toscana, precisamente da Porto Santo Stefano, sede della Guardia costiera (comandante una donna).

In prossimità del fumaiolo la terra è a meno di 100 metri (potrebbe essere questo un argomento a sostegno del Comandante che portando la nave ad arenarsi dopo il guaio avrebbe evitato il peggio). In condizioni normali, comunque di giorno, chi sa appena appena nuotare a terra, se riesce a scendere può arrivare tranquillamente (pare comunque che per qualcuno sia successo). La nave prima inclinata da una parte, poi dall'altra e vistosamente complica la calata in mare delle scialuppe di salvataggio.

In quel guazzabuglio spaventoso succede quello che potrebbe essere considerato un mezzo miracolo. Di 4229 persone almeno 4000, e si spera in qualche ulteriore lieta sorpresa, sono salve.

In quella isoletta, piccola, montuosa, con una popolazione in questa stagione come hanno i nostri Comuni di Forcola, Torre, Cercino, Mantello, Castello dell'Acqua ecc. ma con intorno il mare, arrivano migliaia di persone senza niente, chi zuppo d'acqua, chi con il vestito leggero messo per mangiare. Li mettono dappertutto. Don Vittorio accende il riscaldamento di chiesa ed asilo, chiama gente, danno coperte ed asciugamani. Quelli del Comune fanno arrivare pullman che portano i naufraghi al coperto, all'eremo. Si riaprono e si riempiono gli alberghi, arrivano cibo e bevande calde ma una cosa soprattutto: il calore umano per confortare chi ha passato una tremenda esperienza. Efficcacissimo l'intervento della Guardia Costiera e delle altre Istituzioni ma c'è una cosa che ora deve essere fatta: una benemerenza al valor civile all'Isola del Giglio.

Red

Red
Dalla provincia