UCTinf: Parzialmente deluse le aspettative degli operatori – Calo di presenze nonostante l’abbondanza di neve
DELUSIONE
Partenza ottima per la stagione invernale nelle stazioni sciistiche della provincia di Sondrio, tutto esaurito dopo Natale fino all’Epifania, ma richieste meno omogenee e costanti per il prosieguo della stagione. È quanto risulta da un’indagine condotta dall’Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi tra gli albergatori associati della provincia di Sondrio.
L’abbondanza di neve naturale e l’arrivo di numerosi turisti a dicembre aveva fatto pensare a un inverno in progressiva crescita. Risultati positivi in questo senso si sono registrati in Valle Spluga dove l’abbondanza di neve è risultata un fattore decisivo. La sensazione degli operatori è quella di una crescita delle presenze.
Tuttavia in alcuni casi, come quello di Livigno, i pernottamenti hanno evidenziato un lieve calo nel mese di gennaio. A livello di impianti le prime cifre parlano di -10%, mentre per gli alberghi la flessione sarebbe rimasta contenuta al – 4%. Una contrazione attribuibile a diversi fattori. Innanzitutto, l’abbondanza di neve su tutto l’arco alpino non ha favorito il Piccolo Tibet, che è invece meta privilegiata quando le precipitazioni scarseggiano altrove. Inoltre, per la zona di Livigno e dell’Alta Valle ha inciso l’incertezza relativa allo skipass. L’accordo è stato trovato troppo tardi, determinando nei tour operator difficoltà nel proporre la località. Non c’è preoccupazione, ma si pensa al futuro per lavorare nel modo migliore possibile.
Quest’anno Santa Caterina ha avuto la novità dell’apertura degli impianti della Valle dell’Alpe. Purtroppo, se ne è parlato poco perché l’inaugurazione del nuovo tracciato, inizialmente attesa per fine dicembre, è avvenuta con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia. Comunque, i commenti positivi da parte dei turisti non si sono fatti attendere e tra gli addetti ai lavori c’è la certezza che questa iniziativa porterà i suoi frutti.
Anche a Bormio inverno sottotono e una situazione non omogenea, con alcuni alberghi in difficoltà e altri che riescono a lavorare discretamente, agevolati dalla vicinanza agli impianti e dal fatto che i singoli albergatori si sono dati da fare per prendere contatti.
In Alta Valle, dunque, risultati al di sotto delle aspettative in termini di presenze. Tuttavia, già a partire da febbraio le richieste hanno ripreso vigore e anche per aprile ci sono buone prospettive.
La Valmalenco deve fare i conti con il mordi e fuggi: gli impianti continuano a lavorare bene, ma si registra la difficoltà a vendere le settimane bianche, soprattutto agli italiani. L’abbinamento con gli eventi sportivi risulta perciò importante, perché aiuta a risollevare le presenze nei periodi di calo.
Tra alti e bassi tutto sommato Aprica è riuscita a mantenere le presenze. A gennaio si è verificato un leggero calo rispetto all’anno passato, ma a febbraio si è avuta di nuovo una ripresa e sono iniziate le prime richieste per il periodo di Pasqua.
Lavoro a pieno ritmo per gli impianti della Val Gerola, tuttaiviaanche in questo caso si tratta di un turismo toccata e fuga. Un fattore condizionante è sicuramente la distanza di Gerola Alta dagli impianti. È andata meglio nelle strutture più vicine alle piste.
Per Teglio la mancata messa in funzione degli impianti di Prato Valentino ha significato dire addio ai fine settimana della stagione invernale. Una situazione che dovrebbe trovare una soluzione almeno in vista del prossimo inverno. Comune, enti, operatori e società impianti si sono riuniti per trovare un accordo.
La domanda turistica diventa sempre più esigente. La risposta è dunque da cercare non solo nel potenziamento degli impianti, ma in una nuova cultura dell’accoglienza in grado di proporre un’offerta sempre più diversificata. Intanto, buone sono le prospettive per la Pasqua: gli alberghi stanno ricevendo numerose richieste e il calendario di quest’anno tende a dilatare le presenze e ad allungare la stagione invernale.
SALDI
In questi giorni nelle vetrine dei negozi di calzature, accessori e abbigliamento la merce in saldo ha lasciato il posto ai nuovi arrivi. I due mesi dello shopping scontato si sono conclusi ed è tempo di pensare alla stagione primaverile.
Dal consuntivo dei saldi invernali, stilato dall’Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi sulla base di una serie di interviste condotte tra i negozianti associati della provincia di Sondrio, arriva intanto la conferma di un andamento lento e della tendenza da parte dei consumatori a contenere il più possibile le spese e la quantità degli acquisti. Dopo la prima settimana all’insegna di un discreto movimento, le vendite hanno subìto un arresto per poi assestarsi su un andamento discontinuo.
L’indice di gradimento dei saldi di fine stagione oscilla, dunque, tra un interesse ancora vivo per la merce scontata e una certa disaffezione indotta dalle crescenti difficoltà economiche che intaccano il budget familiare.
I pareri degli operatori, comunque, non sono unanimi: c’è chi si dichiara deluso e chi invece si dice soddisfatto, pur senza lasciarsi andare a toni entusiastici. Neppure la data di inizio dei saldi trova tutti concordi: c’è chi, come soprattutto i titolari dei negozi di articoli sportivi, dichiara di essere assolutamente contrario a un avvio così anticipato, chi invece è favorevole alle attuali disposizioni, chi infine propende per un meccanismo più libero.
Per molti commercianti nella nostra realtà montana, ovviamente molto diversa da quella di una metropoli come Milano, iniziare i saldi subito dopo l’Epifania significa rovinare le vendite da metà dicembre in poi e penalizzare la seconda metà di gennaio e il mese di febbraio. Inoltre, in tanti sottolineano che in presenza di un inverno così freddo e prolungato - che ha aiutato la vendita di calzature e, in generale, dell’abbigliamento sportivo e dei capi pesanti - andare subito in saldo è stato ancora più sbagliato.
Importante sul fronte della fidelizzazione dei consumatori si è confermata l’iniziativa Saldi chiari, che rappresentano un elemento di distinzione, danno visibilità e sono indice di serietà verso chi acquista.
Diversi commercianti hanno puntato sulla ristrutturazione del negozio e anche questo ha avuto un effetto positivo sulla clientela. Cambiare, rinnovare l’immagine è importante, dà un senso di novità che serve a trainare gli acquisti anche se, con la crisi in atto, ogni investimento deve essere sempre ben ponderato da parte di ciascun commerciante.
“In un quadro di difficoltà generale per i consumi – osserva Davide Levi, presidente del Gruppo Dettaglianti Tessili e Abbigliamento dell’Unione Cts – tutto sommato i saldi non sono andati così male. Tuttavia, l’uscita dalla stagnazione dei consumi appare dunque ancora lontana. In fatto di tendenze, possiamo segnalare che l’abbigliamento giovane, legato all’immagine e alle novità, è in espansione; il classico è più fermo. In quest’ultimo caso i clienti desiderosi di risparmiare sono propensi a rinviare l’acquisto perché i loro capi sono meno soggetti a passare di moda”.
Prospettive per la primavera? “Si presenta come un terno al lotto – conclude Levi -, molto dipenderà dall’andamento climatico della stagione e dalla situazione dell’economia locale. In bassa valle si respira aria di crisi a causa delle difficoltà di importanti aziende, dal pollificio Valle Spluga alla Dresser di Morbegno. Per la nostra piccola realtà 500-800 posti di lavoro a rischio significano ripercussioni anche sul commercio”.