UN SOLO COMUNE IN VALCHIAVENNA? CONTENTI LORO... (ma le cose non sono affatto semplici)

Una telefonata dalla Valchiavenna con la domanda perché non saremmo a favore di fare un Comune solo accorpando i 13 attuali. Non siamo né a favore né contro. Ci limitiamo ad esporre idee. Un tempo c'erano i Partiti che, almeno qui in provincia, funzionavano anche come centri di approfondimento culturale e di elaborazione politica. C'era un confronto che poi trovava sbocco in dibattiti pubblici o sulla stampa locale ora invece divenuta cronaca più cronaca, in un caso fotocronaca. Ora il clima si é rarefatto. Molti, che avevano cose sensate da dire funzionando bene le loro rotelle, si sono ritirati nel privato. Chi sente ancora il valore dello spirito di servizio, dell'operare per gli altri deve fare tutto da solo. Autodidatta perché come ogni altra attività anche l'amministrare richiede conoscenze e capacità di adattamento alle situazioni, fin dal giorno che uno varcava la soglia dell'Ente.

In questa situazione non ci ritraiamo. Sono decine d'anni che avanziamo idee, mai estemporanee, sempre pensate, condivisibili o meno che siano. Ecco la ragione per cui anche sulla questione in oggetto non facciamo un'invasione di campo dalla Valle dell'Adda a quella della Mera.

Alcuni appunti dunque.

La legge 267 all'art. 27 comma sesto stabilisce che "Al comune montano nato dalla fusione dei comuni il cui territorio coincide con quello di una comunità montana sono assegnate le funzioni e le risorse attribuite alla stessa in base a norme comunitarie, nazionali e regionali".

Quali sono? Quelle regionali, stabilite per un triennio, quelle dei 9 milioni e rotti per le Comunità Montane. Non ci sono solo le risorse che arrivano. Ci sono anche le spese, a cominciare da quelle del personale. C'é un brutto precedente, quello della Regione Liguria che i 145 dipendenti delle CC.MM. li ha smistati presso vari Enti. Chi paga?

Risposte tipo "ovvio", "scontato", "ma deve pensarci la Regione" e via dicendo non bastano. Dovrebbe essere chiaro che le spese di funzionamento delle CCMM o di quello che le sostituisce, "Unione Comuni Montani" o Comune unico non vanno, né oggi né domani, a carico dei Comuni. Quantomeno dovrebbe risultare da atti prima di incamminarsi su una strada senza ritorno, soprattutto pensando al fatto che Roma ha creato le CC.MM. e adesso, liquidato il Fondo per la Montagna, le ha abbandonate al loro destino. Come hanno fatto le Regioni ad accettare é un mistero.

Insidioso.

Qualcuno ricorderà infatti che alla nascita della Comunità di Valchiavenna la Regione, che non voleva la Comunità unica e appoggiava la scelta autonomista, fece ponti d'oro alla C.M. in particolare per le biblioteche varie di valle. Quel qualcuno ricorderà che dopo le fiammate iniziali quel capitolo di spesa cominciò a regredire fin quasi a spegnersi con tutti i problemi che ne conseguirono (potrebbe testimoniarlo l'ex Presidente Battistessa).

Preoccupazione eccessiva?

Meglio far figure oggi per eccesso di prudenza che trovarsi domani col sedere per terra. La saggezza dei proverbi: ce n'é uno che dice "fidarsi é bene ma non fidarsi é meglio"

E non é finita. C'é un altro aspetto - giuridico - da taner presente. Importante com'é pensavamo che finisse nelle cronache anche perché é un problema di difficile soluzione. Non se ne parla. Contenti loro...

Ultima considerazione, ciclica. I Comuni sono troppi, dicono in tanti, con una voce sola: vanno accorpati. Vogliamo invece prendere esempio da chi ne sa più di noi visto che ha una pubblica amministrazione notoriamente eccellente? La Francia, senza contare quelli di Oltremare, ha più di trentaseimila Comuni, quattro volte e mezzo i nostri con una popolazione pressoché uguale alla nostra (circa di tre milioni in più). Il problema infatti non é il numero ma cosa devono fare e cosa non devono fare. L'ordinaria amministrazione, i servizi e via dicendo sono cose da gestione collegiale, in ragione di razionalità, funzionalità. Risparmio. Restano altre cose che un Comune può fare senza apparato, soprattutto senza lo Stato Civile e quindi senza il segretario ma é inutile neanche parlarne perchè, ancora secondo saggezza popolare "non c'é peggior sordo di chi non vuol sentire".

Noi andiamo avanti e non a voce ma per iscritto. Verba volant sed scripta manent. E se dovessimo aver torto lo si dimostri, chiederemo scusa e pubblicheremo.

f.

Dalla provincia